
L’utopia dell’allora papa di far nascere una città ideale, affidandosi all’architetto Bernardo Rosselino e trasmutare una sconosciuta Corsignano in una “mirabilis” Pienza, ha conferito fama e turisti alla cittadina senese, conosciuta in tutto il mondo.
Ma, sul colle vicino, quasi a mo’ di tenzone, Monticchiello da 46 anni porta avanti un progetto di teatro fatto dai pochi abitanti: l’autodramma, che ogni estate attira centinaia e centinaia di spettatori, complice l’atmosfera magica del luogo, circondato da una suggestiva cornice che accoglie il visitatore e che al tramonto trasmuta in qualcosa di straordinario.
Anno dopo anno, edizione dopo edizione, superata la porta urbana con tanto di balzana, ad imperituro ricordo di una Siena gloriosa che fu, l’atmosfera del borgo non perde la sua forza antica e misteriosa, complice anche l’accoglienza agli spettatori che sentono il fremito dell’emozione e dell’orgoglio degli abitanti, in trepida attesa del nuovo debutto.
“Palla avvelenata”, titolo di questa edizione del Teatro Povero, è un lavoro breve, compatto e divertente, e la scelta della tematica bene si confà ai meccanismi oramai rodati dei protagonisti, che scelgono, quale autodramma della gente di Monticchiello, un doppio binario, quello dell’attualità e della favola, in un intreccio tra problematiche attuali (banche, spread, esercizio del potere in tutte le sue forme, azioni e speculazioni) e le vicende di Campriano, protagonista di un antica novella di tradizione popolare. La rappresentazione è dedicata a due attori storici, scomparsi di recente, Alpo Mangiavacchi “Balzellino” e Osvaldo Bonari.

E al termine della rappresentazione non guasta una sosta alla Taverna di Bronzone, per mangiare saporiti piatti tipici e per trasformare – qualora non si scelga di pernottare in loco – il viaggio di ritorno al volante in un’odissea che incrocia sonno e digestione, in un connubio quasi mistico di visioni di cartelli stradali e animali notturni.
Per certi versi è un po’ un riappacificarsi con un certo genere di teatro. Il numeroso pubblico eterogeneo è straordinariamente vivo, pronto a consumare, assieme agli abitanti in scena, un rito tanto atteso che ha alle spalle un sforzo di mesi ed un impegno collettivo da mostrare con orgoglio. Fino al 14 agosto.