
La maratona di spettacoli della seconda giornata di NID Platform, che oggi giunge al termine, pur nello scarso interesse globale delle opere presentate, ci ha dato tuttavia modo di assistere a “Bird’s eye view” di Simona Bertozzi, lavoro che si caratterizza per notevole intelligenza coreografica e assoluta qualità dell’esecuzione coreutica.
Originariamente concepito come materiale dinamico preparatorio al quarto episodio di “Homo ludens”, progetto quadriennale che – attraverso assoli e lavori di gruppo – si ispira alle riflessioni sul gioco del sociologo francese Roger Callois, “Bird’s eye view” ha preso poi una forma sempre più autonoma e conchiusa, assumendo la configurazione che abbiamo visto nell’ambito della piattaforma pugliese.
La dimensione solistica ha nel tempo caratterizzato fortemente il lavoro creativo di Simona Bertozzi che, attiva ormai anche nell’ambito della composizione per gruppi di interpreti, raggiunge oggi un alto grado di maturità e consapevolezza artistica, capace di dar vita a una sorta di poemetto coreografico in cui le suggestioni provenienti dal mimetismo animale si fondono, integrandosi perfettamente, con il linguaggio coreografico dell’autrice.
In un palcoscenico nudo e penetrato dalle belle luci di Antonio Rinaldi (che talvolta scolpiscono il corpo sottolineando la plasticità delle forme, talaltra lo fanno quasi evaporare nel passaggio da un punto all’altro della scena), l’interprete costruisce una lunga e ininterrotta poesia di movimento nella quale l’esercizio di mimetismo si trasfigura in immagini che rimandano al volo, al frullo e al respiro, e che, smaterializzandosi al momento stesso del loro mostrarsi, hanno tutto il fascino di una fantasmatica apparizione.
Simili figure, se da un lato si lasciano inglobare dalla dinamica complessiva della danza, dall’altro infondono ad essa una qualità aerea e vibrante, permeando di sé un movimento fatto di profondo ascolto della dimensione articolare del corpo e delle sue esigenze, oltre che di una inesausta ricerca di soluzioni coreografiche inedite.
E’ così allora che il corpo si disarticola e scivola nello spazio lasciando che l’impulso per l’azione possa partire anche dalle zone periferiche, in una logica coreografica profondamente organica, incarnata, rigorosa.
L’interesse del lavoro, dunque, risiede proprio nella capacità di integrare un linguaggio di movimento fortemente riconoscibile con un immaginario di volta in volta cangiante, che rende ogni opera diversa e profondamente personale al contempo.
Bird’s eye view
concept: Simona Bertozzi e Marcello Briguglio
musiche: ¾ has been eliminated
luci: Antonio Rinaldi
produzione: Simona Bertozzi/Nexus
durata: 23’
applausi: 2’ 4’’
Visto a Lecce, Teatro Koreja, il 23 novembre 2012