
Per la nuova creazione, Michela Lucenti e Balletto Civile (di cui prossimamente vi proporremo anche una lunga intervista) decidono di trasferire tutta la banda sull’autostrada del Brennero, via di fuga per eccellenza dalla nostra penisola, nonché affollata terra di confine dove sono presenti “più macchine che uomini”.
Un’autostrada che la compagnia ha percorso in direzione Berlino quest’estate, dove ha debuttato nel mese di agosto al Neuköllner Oper, e dove hanno anche conosciuto nuovi compagni di strada con cui realizzare lo spettacolo.
È la notte di Pasqua, in un punto qualunque, quando due auto si scontrano nella nebbia. Un crash interrompe il viaggio stradale e avvia quello teatrale, e in un cielo grigio asfalto escono dallo smog strani figuri, multietnici personaggi che si trovavano a condividere la rotta.
L’incidente tramuta quindi il viaggio in un’attesa, una surreale sospensione che coinvolge vittime e testimoni nell’appendice asfaltata della civiltà, e oltre alle macchine, ad incastrarsi ci sono esistenze.
Entra in scena così una variopinta carovana di strampalati soggetti, dall’intellettuale coppia gay diretta a Berlino al trio di improbabili musicisti nordici, fino a una vagabonda, a cui si aggiungono un benzinaio alcolizzato e sua sorella in balia di crisi mistiche.
Fa da cornice alle vicende un autogrill, tempio laico dell’umanità viandante, sperduto non-luogo che raccoglierà i nostri ammaccati viaggiatori, e night club all’occorrenza per performance burlesche.
Punto focale dello spettacolo, il crash automobilistico diventa metafora di un incontro-scontro tra destini, dell’imprevedibilità di un evento che ferisce e nello stesso tempo ricompone storie.
L’atto prettamente invalidante come quello di un incidente stradale diviene paradossalmente la principale causa di una narrazione fisica.
Mentre la scena rimanda ad ambientazioni metafisiche e rarefatte, entrano in gioco scalcinate vite danzanti e cangianti, rivolte a una poetica grottesca, disperata a tratti, ma che non rinunciano a rivendicare una loro identità, per quanto visionaria e farsesca, curandosi le ferite e inscenando un cabaret di sconfitti, ma sopravvissuti.
Al ciglio di una strada esseri incidentati si ritrovano così a condividere l’interruzione di un tragitto e la ricerca di una nuova meta, tra ritmi polifonici, idiomi forestieri e danze incagliate negli spazi freddi di una carreggiata, di un bagno di servizio o sul dorso di uno zerbino, che è anche la schiena di un individuo, figura narrante della vicenda.
Come tutti i lavori di Balletto Civile la messa in scena si configura in un ambiente di azioni corali, dinamiche contaminazioni tra parole, musiche e scritture coreografiche, dando origine a un’opera totale e a una partitura multiforme dal concreto potere evocativo, nonostante alcuni passaggi sembrino incastrarsi in astrazioni dal precario sviluppo. Come se la traslazione allegorica del crash automobilistico incida, magari anche coscientemente, su alcuni meccanismi creativi indirizzando il percorso su binari poco scorrevoli.
Un percorso che comunque imprime al progetto, come sempre accade nelle creazioni dell’ensamble, una struttura dalle connotazioni liturgiche, in una cerimonia di smarrimento che riesce a convivere con il racconto politico.
E alla fine ci si accorge che tutti facciamo parte di questo crash.
BRENNERO CRASH
testo originale: Alessandro Berti
musiche: Mauro Montalbetti
in scena: Thorbjorn Bjornsson, Noga-Sarai Burckstein, Maurizio Camilli, Andrea Capaldi, Massimiliano Frascà, Panagiotis Iliopoulos, Michela Lucenti, Gianluca Pezzino, Timofey Sattarov, Emanuele Serra
dramaturg: Bernhard Glocksin
luci: Luca Bronzo
realizzazione scene: Mario Fontanini
realizzazione fondale: Kieko Shiraishi
bozzetti costumi: Marzia Paparini
realizzazione: Giulia Spattini, Simone Jael Hofer, Chiara Teggi
assistente alla regia: Francesco Gabrielli
assistente alla coreografia: Chiara Taviani
direttore di scena: Cristiano Fioravanti
regia e coreografia: Michela Lucenti
produzione: Fondazione Teatro Due – Neuköllner Oper – Balletto Civile
durata: 1h 5′
applausi del pubblico: 2′ 44”
Visto a Parma, Teatro Due, il 17 ottobre 2013
Prima nazionale