Qual è la realtà? Cosa è vero e cosa è falso?
Siamo in “Gun No Fake For you”, quinta tappa del progetto “All!”, di Kinkaleri, ispirato al pensiero di William Burroughs e tuttora in divenire.
Simona Rossi ci introduce al glossario di un alfabeto corporeo, dove ogni gesto corrisponde a una lettera, o ad una sillaba. “Nulla è vero, tutto è permesso”, decretava Burroughs in contrapposizione ad una satira sociale che vede manipolare gli uomini attraverso i propri bisogni.
Kinkaleri si appropriano del pensiero di Burroughs e partono per un nuovo viaggio, seguendo la loro attitudine innata a rompere gli schemi, a decodificare, a trasmutare vecchi connotati in nuove possibilità di espressione. E il progetto “All!” diventa un’occasione per riflettere sulla coscienza del linguaggio e sullo spirito di libertà. Quella stessa forma di linguaggio che Burroughs vedeva come un virus alieno e da cui i Kinkaleri sembrano essere stati perfettamente contaminati.
Come sottolinea la compagnia stessa, non si tratta di un progetto su Burroughs, quanto una semplice evocazione del suo pensiero. Dell’autore Beat ritroviamo alcune pillole, come gli spari di una pistola che rompono improvvisamente il silenzio riportandoci su un piano differente, ma soprattutto ritroviamo il modo libero e rivoluzionario di vedere le possibilità dell’agire.
In “Gun No Fake For you” Jacopo Jenna e Simona Rossi inventano nuovi linguaggi, cambiano vorticosamente ritmo, interagiscono seguendo i loro istinti, con o senza improvvisazione; poi si mettono in pausa, bevono caffè, escono e rientrano dalla scena, lottano, colloquiano attraverso un linguaggio verbal-corporeo che fa pensare ad una evoluzione meticcia tra danza e performance poetry. Il tutto senza alcun nesso consequenziale. Jenna disegna movimenti estatici in cui sono evidenti i segni del suo percorso artistico, ma secondo schemi liberi, dove ogni gesto segue l’intenzione vocale, andando a costruire un discorso che fa riflettere sulle possibilità di azione in un campo libero.
Contemporanea 2012, che ospita lo spettacolo dopo la precedente tappa a Santarcangelo, porta in scena il rapporto tra psiche e fisicità, evidenziando i linguaggi che entrambe possono produrre, e Kinkaleri ci mostrano i potenziali di rivolta di un corpo dell’oggi, dove la psiche è libera dal controllo e dalle convenzioni. Un concetto che si rinnova in ogni singola tappa del progetto, in site specific, completamente autonoma e indipendente dalle altre: ogni volta un nuovo approdo, o una nuova deriva, perché non c’è mai conclusione. Ogni spettacolo è irrisolto, evidenziando, semplicemente, che alcune situazioni non hanno soluzione, e lasciando l’apertura ad un nuovo capitolo senza alcuna idea di continuità.
Come Burroughs montava un’opera in modo caotico con la tecnica del “cut-up”, costringendo il lettore a ricostruire il proprio ordine, i Kinkaleri scardinano l’architettura scenica, costringendo lo spettatore a ripensare il concetto di coreografia secondo un flusso dei movimenti che diventa flusso di coscienza. Una destrutturazione coreografica visibile non solo in ogni spettacolo, ma anche nell’insieme del progetto stesso, costituito da una serie di capitoli che si adattano, senza un ordine prestabilito, al luogo e al momento. Tessere di un mosaico che probabilmente sarà visibile solo alla fine.
Tornando alla domanda inziale, “cosa è vero?”, non possiamo che constatare che, una volta spogliata una performance dagli aspetti concettuali, dalle dinamiche che la compongono, dalle definizioni e dal controllo di una regia, ciò che resta è sicuramente una qualche forma di verità.
GUN NO FAKE FOR YOU
progetto e realizzazione Kinkaleri
con Jacopo Jenna, Simona Rossi
All! – progetto produttivo 2012/2013
durata: 38′
applausi del pubblico: 2,10’
Visto a Prato, Spazio K, il 26 settembre 2012
Contemporanea Festival 2012