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“Biblioteca del corpo” e “De anima”; da una parte i 25 giovani danzatori selezionati per l’Arsenale della Danza e diretti da Ismael Ivo, e dall’altra la Compagnia Virgilio Sieni.
Fin dal suo primo mandato come direttore artistico della sezione danza, Ismael Ivo ha guardato al corpo attraverso un’ottica caleidoscopica, tuffandosi in profondità sopra e sottopelle tra materia e desiderio, tra bellezza ed emozione; un focus che ha avuto inizio nel 2005 con la trilogia “Body Attack, Under Skin, Body & Eros”, proseguita nel 2008 con “Beauty” e nel 2010 con “Capturing Emotions”. La danza dunque come mezzo contemporaneo per suscitare reazioni e incitare, come quest’anno, il risveglio alla vita e alla creatività attraverso il movimento, il ritmo del cuore.
Ecco allora il vocabolario, una nuova liturgia corporea che accoglie, se non tutto, molto di una possibile “Biblioteca del corpo”. Nata dalla suggestione del racconto fantastico la “Biblioteca di Babele” di Jorge Louis Borges, la nuova creazione del coreografo e danzatore afro-brasiliano dà vita a una commistione tra classico e contemporaneo, tra composizioni aperte e di senso compiuto, ricca di sonorità sorde e ripetitive ma anche di frenetiche e febbrili percussioni, in un’atmosfera cupa e cruda dove l’incarnato delle vesti dei danzatori agisce come gommapane tra particelle di grafite.
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Cinque minuti di applausi per questa “abbondante” coreografia, che ha lasciato in silenzio la platea per più di un’ora. Uno spettacolo che porta a compimento il percorso di formazione del gruppo di danzatori di diversa nazionalità – tutti tra i 19 e i 30 anni – che nell’arco di circa sei mesi hanno partecipato alle masterclass tenute dai Maestri della danza americana, indiana, tailandese, giapponese, brasiliana, e che continueranno a confrontarsi con il pubblico partendo subito per una piccola tournée, che dopo aver toccato alcune piazze venete punterà dritto a San Paolo del Brasile.
Parliamo di leggerezza, invece, per il “De anima” di Virgilio Sieni.
In scena dopo la ricca biblioteca, il lavoro del drammaturgo italiano regala fin da subito, fin dalle prime note di Bach con cui si apre la perfomance, un respiro allargato e profondo, quasi un sollievo, sebbene si sappia che l’anima ha un suo peso specifico, e affrontare Aristotele (al cui trattato si ispira la coreografia) non sia cosa da tutti i giorni.
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Il capo reclinato da un lato, il corpo incline verso un lato piuttosto che l’altro, pittoresche e tragiche creature. In quadri fotografici le azioni sono sospese, cadono a terra a peso morto, ma poi sembrano non compiersi mai del tutto, come un’ombra che non ti raggiunge mai, ma che nella coreografia di Sieni è anche doppia presenza, sempre pronta a prendere corpo.
Cosa rimane di questo gioco a tratti fanciullesco, in altri ferocemente maturo? Un corpo manichino da cui, a poco a poco, il colore evapora imprigionando l’ombra, tra il giorno e la notte, incapace ora di muoversi senza l’aiuto della mano altrui.
Raffinato e luminoso, mai ostentato Virgilio Sieni nel collegare mente e corpo, nel portare sempre “l’altro” con sé, nel toccare viscere e ambiguità. La punta di colore tra il carboncino o la goccia d’inchiostro tra l’acquerello, la realtà svestita ma non del tutto, e quel tocco di ironia che ha sempre un che di commovente. E’ come attraversare una passione profonda che ci fa vedere tutto con occhi diversi.
Biblioteca del corpo
ideazione, coreografia: Ismael Ivo
con i danzatori dell’Arsenale della Danza: Patrícia Bergantin, Giulia Brenzan, Elisa Capecchi, Marina Cervo, César Dias Cirqueira, Martina Fasano, Giampaolo Gobbi, Arianna Henry, Tunai Denise Jones, Malcolm Matheus, Stefano Marletta, Jane Alison McKinney, Ariadne Mikou, Antonio Nicastro, Guilherme Nunes, Giuseppe Paolicelli, Domenico Russo, Valentina Schisa, Paula Sousa, Leilane Teles, Felipe Torquatto, Lucas Valente, Richard Villaverde, Elisabetta Violante, Miles Edward Yeung
scene: Marcel Kaskeline
luci: Marco Policastro
durata: 1h 10′
applausi del pubblico: 5′
De anima
regia, coreografia, scene, costumi: Virgilio Sieni
interpretazione e collaborazione alla coreografia: Ramona Caia, Giulia Mureddu, Jari Boldrini, Nicola Cisternino, Andrea Rampazzo, Davide Valrosso
musica: Johann Sebastian Bach
luci: Davide Cavandoli
durata: 50′
applausi del pubblico: 1′ 50”
Visti a Venezia, Teatro Piccolo Arsenale, l’8 giugno 2012