Elena Bucci: Juana de la Cruz o le insidie della fede. Intervista

Elena Bucci (photo: lebellebandiere.it)
Elena Bucci (photo: lebellebandiere.it)
Elena Bucci (photo: lebellebandiere.it)

Juana de Asbaje y Ramiréz de Santillana, scrittrice e pensatrice messicana nata nel 1648, e fra le più grandi letterate ispanoamericane di tutti i tempi, ad oltre tre secoli dalla morte suscita ancora oggi un grandissimo interesse, dovuto alla sua produzione e alle vicende assai peculiari della propria vita.
Donna dal forte temperamento e dalle incredibili doti intellettuali, riuscì in parte a sfuggire alle rigide regole imposte alla vita delle donne nel Seicento; ma dopo aver scelto la vita monastica per evitare l’imposizione di un matrimonio, fu progressivamente emarginata dalla struttura religiosa, che arrivò anche ad impedirle di scrivere e produrre testi, temendone la portata rivoluzionaria per l’emancipazione delle donne.

Ispirandosi principalmente all’indagine svolta da Octavio Paz, poeta e saggista, nato in Messico e che visse a lungo in Spagna e in Francia, Premio Cervantes e Nobel per la letteratura nel 1990, ed in particolare a “Sor Juana Ines de la Cruz o las trampas de la fe” del 1982, Elena Bucci è arrivata a compiere la sua indagine con “Juana de la Cruz o le insidie della fede”, produzione Ctb – Teatro Stabile di Brescia in collaborazione con Ravenna Festival e Le belle bandiere, lavoro che ha aperto la stagione bresciana di prosa 2008/09 Altri percorsi.
L’ente teatrale bresciano e la compagnia ravennate proseguono in un percorso già in piedi da alcuni anni e che ha portato alle produzioni di Macbeth nella stagione 2005/2006 e Hedda Gabler della stagione 2006/2007. La Bucci ha realizzato anche testo e messa in scena, oltre che essere interprete.

Il monologo musicale ha il sapore dell’opera rock degli anni Settanta, con la musica originale di Andrea Agostini che incorpora eco diversissime fra loro, dagli Who agli Yes, da Reed-Cale al folk. Una drammaturgia che cerca una dimensione equilibrata fra musica e testo, proponendo nel teatro di narrazione un’apertura al linguaggio musicale che è un’ipotesi interessante di evoluzione di genere, suscettibile di ulteriori rilanci.

Abbiamo incontrato, al Teatro Sociale di Brescia, la regista/interprete, che sarà impegnata nei prossimi mesi in tournée con diversi spettacoli e produzioni. Ne parliamo insieme, indagando le frontiere dell’impegno e del linguaggio teatrale.

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