Il richiamo di Mercuzio. Da Pomarance a Volterra testimonial per Punzo

Mercuzio non vuole morire|Mercuzio non vuole morire|Mercuzio non vuole morire
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Mercuzio non vuole morire
Yuri Punzo, il Mercuzio che non vuole morire (photo: © 2012 Simone Stanislai)
Raggiungere Volterra senza macchina non è semplice, maestosa e abbandonata com’è tra la Valdicecina e la Valdera. Arrivare a Cecina, sul mare, da Roma è abbastanza comodo, ma il fascino del viaggio (solitario nel mio caso) inizia montando sul treno che percorre la ferrovia Cecina – Saline di Volterra. Un’esperienza bucolica, un’ascesa d’altri tempi: sul treno a un solo vagone i tempi sono dilatati, il paesaggio verde e aggressivo viene trafitto dalla monorotaia, le stazioni ferroviarie sembrano abbandonate tanto sono malridotte e ospitano cani e massaie. La vita vera si sente nelle parole e nelle risate degli studenti sul treno, giovani Mercuzi che non vogliono morire e ce lo dicono in mille modi.

Il viaggio termina nella piazza di Pomarance, atto primo dell’evento “Diventa testimonial della tua città” ovvero il prologo di “Mercuzio non vuole morire”, un grande spettacolo di teatro di massa che invaderà Volterra a fine luglio durante l’annuale VolterraTeatro. Una chiamata alle armi voluta da Armando Punzo e da Carte Blanche, un invito ai cittadini a metterci la faccia, perché il poeta Mercuzio non vuole morire come è stato predetto da Shakespeare, perché i giovani di Volterra (e non solo) vogliono volare, perché la Compagnia della Fortezza, da Punzo fondata e diretta, deve continuare a esistere. Attraverso un Teatro Stabile ma anche con l’entusiasmo di una città intera.

Mercuzio non vuole morire
Mercuzio non vuole morire: il richiamo nella piazza dei Priori di Volterra (photo: © 2012 Simone Stanislai)
Un progetto articolato, che ha avuto un trionfo eccezionale di adesioni: centinaia venerdì scorso a Pomarance, addirittura migliaia l’indomani nella piazza dei Priori di Volterra. Tutti in piazza per una foto di massa. Scuole, associazioni, cittadini… tutti a fianco di Mercuzio come amici e compagni di lotte.

L’unico personaggio di questa scena composta di attori-cittadini è appunto un Mercuzio dipinto a scacchi con un orecchio gigante ad ascoltare le città. Un Mercuzio già visto l’anno scorso, nel primo studio dell’annuale spettacolo in carcere dove Punzo aveva già svelato il progetto finale di un grande teatro di massa. E Mercuzio non è uno qualsiasi: ad interpretare il personaggio shakespeariano è Yuri, il primogenito di Armando Punzo: il simbolo evidente di una gioventù volterrana che ha bisogno dell’arte per non morire, che chiede aiuto, amicizia, e ha bisogno dell’appoggio delle amministrazioni comunali. Perché Mercuzio è Punzo figlio e padre ma anche tutti quelli che hanno contribuito a far conoscere la città dell’alabastro anche centro produttivo di grande teatro.

Quasi trent’anni di attività in carcere con risultati eccellenti, ma adesso è venuto il momento di osare ancora di più e aprirsi finalmente a una città sospettosa per sua natura, impaurita da sempre da quelle presenze austere che sono il carcere e il (dismesso) manicomio. Un carcere che negli anni è diventato luogo di cultura ma non ha mai avuto un feeling particolare con una parte della città. Punzo lo sa bene, e compie piccoli e decisivi passi verso il progetto più straordinario che si possa realizzare. Abbracciare con il teatro una città intera.

Mercuzio non vuole morire
I tanti, diversi Mercuzio scesi in piazza per Punzo (photo: © 2012 Simone Stanislai)
Dà un messaggio chiaro e preciso non portando, per una volta, in piazza nessuno dei suoi attori-detenuti. Nemmeno chi si appresta a far innamorare il festival di Cannes. Invece, cerca il dialogo con la piazza manovrando gli spostamenti della massa per le foto dall’alto di una gru. Motivando i presenti a compiere gesti semplici come un dito verso l’alto, un saluto, e mentre le strepitose note di Andrea Salvadori dello spettacolo del 2011 riempiono la piazza, tutti ci sentiamo un po’ meno soli.

In questo strano weekend volterrano dove l’unico spettacolo in programma è la condivisione di un sogno, di un’idea, c’è tempo anche per i momenti ludici, come andare a divulgare l’appuntamento in piazza con una macchina e un megafono in pieno stile Blues Brothers “solo per questa sera…” tra i volti di intesa dei ragazzi delle scuole e quelli dubbiosi degli anziani.

La foto è scattata, probabilmente diventerà il manifesto del festival di quest’anno. Mercuzio ha dato un primo segnale forte a una città che, nei prossimi mesi, può davvero diventare protagonista.       

Se vuoi vedere altre foto delle due giornate le trovi qui.
 

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  1. says: francesca

    prima un semplice uomo … dopo un grande soggetto delle fotografie … qst è il m zio mitiko .. e anke se nn so cm ftt .. lo stimo .. lui er m zio CARLO … pomarancino a bastia ..

  2. says: ginetta maria fino

    E’ vero in questo particolare momento che il nostro Paese attraversa c’è quanto mai urgenza e ”bisogno dell’arte per non morire” . I nostri figli e la loro capacità di crear/te sono il primo elemento di ripresa e rinascita in un progetto in cammino verso un possibile futuro. Inoltre il teatro e l’arte possono ridare la vita, ne siamo una piccola testimonianza.