Quando le avventure di Sandokan finiscono in cucina

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I sacchi di sabbia (photo: alessandrocorio.com)
Profumo d’ortaggi e legumi su una scena allestita come una televendita: così lo spettatore viene accompagnato in sala per immergersi nel mondo esotico e avventuroso di Sandokan o la fine dell’avventura, il nuovo lavoro dei Sacchi di Sabbia, liberamente tratto da Le tigri di Mompracem di Emilio Salgari. Lo spettacolo racconta in modo eccentrico, e attraverso la preparazione di una non ben identificata ricetta culinaria, le vicende della tigre della Malesia, Sandokan, eroe puro, monolitico e privo di dubbi, sempre pronto a combattere per difendere quello in cui crede e a sacrificarsi per i suoi compagni-tigrotti.

La scenografia, quasi scarna e principalmente costituita da oggetti d’uso quotidiano – un tavolo bianco su cui sono posati una radiolina, un bicchiere e un paio di birre – assume immediatamente un significato metaforico non appena gli attori iniziano ad interagire tra di loro. Lo spettatore intuisce che gli oggetti hanno perso il loro uso comune per evocare in modo esplicito altro: i cucchiai diventano spade, i rotoli di carta tappeti, il tavolo la nave… così da compensare con l’immaginazione ciò che sarebbe impossibile ricreare fisicamente in scena. Frenetici movimenti e scenette da clownerie accompagnano Sandokan, il fedele compagno di viaggio Yanez (ironico e divertente gentiluomo di frontiera, con l’eterna sigaretta-sedano in bocca e la battuta pronta) e i tigrotti nella lotta per la libertà del loro piccolo regno, l’isola di Mompracem. Solo l’amore di Sandokan per lady Marianna addolcirà, forse per sempre, il cuore della tigre della Malesia.
La musica, un melodramma in lingua italiana proveniente dalla radiolina sul tavolo, sottolinea i momenti di pathos delle scorribande per il palco, incorniciate dal lancio di ortaggi d’ogni tipo, e facendo assumere sempre di più all’intero spettacolo la connotazione di un gioco per bambini più che uno spettacolo anche per adulti. Ma il punto forte della messa in scena è proprio questo: saper mischiare il gioco del teatro a quello dei bambini, rendendo godibile lo spettacolo ad un pubblico di tutte le età.

SANDOKAN o la fine dell’avventura
Liberamente tratto da “Le Tigri di Mompracem” di Emilio Salgari
scrittura scenica: Giovanni Guerrieri
con la collaborazione di Giulia Gallo e Giulia Solano
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano
tecnica: Federico Polacci
costumi: Luisa Pucci
produzione: I Sacchi di Sabbia/Compagnia Lombardi-Tiezzi
in collaborazione con Teatro Sant’Andrea di Pisa, La Città del Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi
con il sostegno della Regione Toscana
durata: 60′
applausi del pubblico: 2′ 46”

Visto a Cascina (PI), Teatro Politeama, il 7 giugno 2008
Frontiere in metamorfosi

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