La regista di “Temporaneamente tua” (spettacolo in cui dava voce alle prostitute) torna ad esplorare il mondo del sesso a pagamento, scegliendo un’angolazione meno indagata dalla letteratura di genere: quella dei clienti. Uno studio, basato su storie vere, che drammaturgicamente partorisce quattro monologhi interpretati da un unico attore, Umberto Terruso, volto giovane e versatile del teatro italiano.
Diversi per età, estrazione sociale e carattere, i quattro protagonisti si muovono su una scena essenziale ma carica di simboli: quattro materassi neri delimitano le loro vite, trasformandosi all’occasione in tetto, sala riunioni, scrivania. Lungo questa cornice i personaggi prendono parola quattro volte ciascuno, tranne uno che parlerà una sola volta. Ne viene fuori una sorta di mosaico in cui si incastrano le rispettive vite.
Si sviluppa così la vicenda del giovane rampollo milanese che va a prostitute per “comodità”, riconoscendo addirittura un valore sociale all’attività di meretricio, sottolineandone i vantaggi, e vantandosi di non sfruttare nessuno ma di pagare profumatamente le proprie ‘esigenze’.
Ascoltiamo la storia del pervertito che usufruisce di sesso a pagamento e sente il bisogno non solo di umiliare le donne con cui ha rapporti, ma di condividere in rete, attraverso un blog carico di violenza e depravazione, il lato oscuro della propria personalità.
C’è poi l’alcolista che conduce una vita brada, senza punti di riferimento, e ripiega nella prostituzione, cosciente che, pur desiderandolo profondamente, l’amore vero non busserà alla sua porta.
Solo una volta prende la parola un portiere notturno di un albergo a ore, che si innamora non ricambiato di una giovane prostituta bulgara.
Nel suo notevole lavoro di ricerca sulle ragioni sociali, psicologiche e morali che animano i frequentatori del sesso a pagamento, Greta Zamparini riesce a realizzare uno spettacolo originale e sincero, privo di retorica.
Ottimi i ritratti di campionari maschili, interpretati da Terruso, che non rinunciano alla denuncia, particolarmente evidente dietro il personaggio del giovane cinico che, vissuto in un Paese abituato a mercificare tutto, non può fare meno di dare un prezzo alle proprie pulsioni sessuali.
Più lucido e disincantato è il racconto del giovane clochard, che dopo aver recitato uno struggente grido d’amore per il proprio desiderio di amare realmente una donna, si lascia andare al racconto della propria infanzia, da cui affiora il dramma di una giovane vedova, madre di due figli, costretta a vendere il proprio corpo, portando per sempre le cicatrici di quel dolore.
Sulle corde dell’onestà si muove invece la vicenda del portiere innamorato, l’unico che non fa sesso a pagamento ma deplora il mondo del meretricio, osservandone col cuore sconfitto l’universo di violenza e miseria che gli gravita attorno. Mentre rimane in superficie il ritratto del cyber-pervertito, forse il meno riuscito dei quattro.
Eccellente l’interpretazione di Terruso, capace di passare con disinvoltura da un personaggio all’altro, modulando voce, mimica e movimento del corpo, rendendo così le diverse sfumature intime dei quattro personaggi.
Quanto vuoi (Clienti)
tratto da storie vere
progetto e regia: Greta Zamparini
con: Umberto Terruso
disegni: Davide Cappelletti e Dario Merlini
musiche: NIL
spettacolo in collaborazione con Segnavia – Fondazione Somaschi
durata: 1h 05′
applausi del pubblico: 2′
Visto a Milano, Spazio Tertulliano, il 14 giugno 2013