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Milano: anticipazioni sulle stagioni teatrali 2010/2011

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Le luci di Piazza Duomo, di notte, riflesse sul selciato bagnato di pioggia (photo: www.corriere.it)

La stagione 2010/2011 si preannuncia a Milano ricca di spettacoli interessanti, anche se porta alla città poche novità, almeno per quanto riguarda le produzioni italiane. Certamente la situazione teatrale in Italia, e in Lombardia in particolar modo, risulta difficile da affrontare, quando gli spettacoli vengono censurati preventivamente (sebbene la Provincia non parli di censura ma di “responsabile monitoraggio”) e i tagli ai teatri sono ormai all’ordine del giorno.
I teatri, malgrado tutto, resistono e fanno sentire la loro voce; tagli o non tagli vanno avanti – per fortuna – nella loro attività, cercando di restare fedeli e coerenti con la loro arte, pur proponendo stagioni ridotte e vari buchi nella programmazione.

Resiste l’Out Off malgrado l’inesistenza delle istituzioni, e propone in cartellone “Orgia” di Pier Paolo Pasolini, con la regia di Fabio Sonzogni (uno degli spettacoli segnalati per il ‘monitoraggio’), dall’8 al 27 marzo. Interessante proposta è anche “La Modestia” di Rafael Spregelburd, di Psicopompo Teatro, dal 5 al 17 aprile. Si tratta del terzo capitolo dell’”Eptalogia di Hieronymus Bosch” di Spregelburd, considerato un Pinter d’Oltreoceano. Temporalmente più vicino, il 24 ottobre, “Trilogia”, in cui Giuseppe Massa presenta in una sola giornata i suoi tre spettacoli (“Sutta Scupa”; “Rintra ‘U Cuori”; “Nudo Ultras”), dove la forza di Palermo arriva al pubblico senza orpelli, niente scenografie, solo cuore. Un grido di speranza dal sud.

Il Piccolo Teatro di Milano porta in città Robert Wilson, ormai affezionato al palco meneghino, che ripropone “Giorni Felici” dal 9 al 14 novembre, che vede protagonista Adriana Asti. Dal 9 al 22 dicembre sarà poi il momento di Lars Noren con “20 novembre”, spettacolo sulla solitudine e i suoi abissi, interpretato dal nostro Fausto Russo Alesi.
Dal 10 al 13 febbraio “Vollmond”: dopo 20 anni di assenza a Milano torna il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch con uno spettacolo-omaggio all’icona del teatrodanza voluttuoso, carnale e rabbioso.
Torna anche Peter Brook, questa volta con una regia lirica, dedicata a Mozart (“Un Flauto Magico”, dal 22 febbraio al 19 marzo), dove allo sfarzo delle messe in scena tradizionali, Brook predilige la sua nota essenzialità. Dal 1° al 10 aprile (con cinque repliche in meno rispetto a quelle previste a causa dei tagli del Fus) “Rêve d’Automne” di Jon Fosse, con la regia di Patrice Chéreau, una delle opere più ipnotiche di Fosse diretta da un regista visionario che da anni studia il rapporto tra eros e thanatos. Senz’altro da non perdere.

Il Crt propone “The End” di Babilonia Teatri (dal 25 gennaio al 13 febbraio), che affronta un tema difficile come quello della morte, tabù dei nostri giorni, con il tentativo di comprendere come possiamo inserirla nella nostra vita quotidiana. Dal 15 febbraio fino al 6 marzo torna Emma Dante con la sua nuova produzione, “La Trilogia degli Occhiali”, tre spettacoli autonomi legati fra loro da temi di marginalità, vecchiaia e malattia. Tutti i personaggi, neanche a dirlo, inforcano gli occhiali.
Tornano a Milano anche Ricci/Forte, al Teatro Elfo Puccini, con “Troia’s Discount” (5-10 aprile), lo spettacolo dissacrante che ha riempito i teatri nella stagione 2009/2010; “Macadamia Nut Brittle” (12–17 aprile), fiaba crudele sull’adolescenza e “Pinter’s Anatomy” (18-20 aprile), dove le parole di Pinter diventano corpo vivo.
Sempre all’Elfo Puccini “Beirut Rocks effetto muro” di Israel Horovitz, con le regie di Hyunjung Lee e Andrea Paciotto. I due spettacoli fanno parte della “Trilogia Horovitz” (debuttata a Spoleto nel 2009) dedicata al regista statunitense, e nascono dalla collaborazione di diverse realtà internazionali.

Il Teatro della Contraddizione, dopo due anni di lavoro, riesce finalmente a portare a Milano il gruppo-rivelazione Ister Teatar di Belgrado (dal 21 al 24 ottobre) con “Pustinja 2010 (Deserto)”, una storia fatta di odio, grazia e confini da difendere, presentata con un teatro fisico dove la danza e la prosa diventano un unico elemento. Tra dicembre e gennaio la nuova produzione del Teatro della Contraddizione, che l’anno scorso ha vinto con “La città Ideale” la prima edizione del Premio Milano per il Teatro. In date ancora da definirsi “Perversioni”, ultimo appuntamento della “Trilogia d’Indagine sull’uomo” della compagnia Scimmie Nude, con la regia di Gaddo Bagnoli, che tenta di esplorare (con un percorso di ricerca durato tre anni) le perversioni umane, attraverso un teatro d’indagine che parte dalla ricerca di Antonin Artaud.

Al Pim Off, nella sua nuova sede appena inaugurata, una stagione molto ricca, con 28 compagnie ospiti, che utilizzano gli spazi del teatro come una sorta di residenza creativa. Stagione ricchissima quindi, dove certamente da segnalare sono i Muta Imago con “Displace#1.La rabbia rossa” (27 e 28 novembre), prima tappa del progetto che vedrà la compagnia impegnata nei prossimi due anni.
Gli Anagoor ripropongono, per chi se lo fosse perso, “Tempesta” il 24 e 25 ottobre, in cui partendo dai dipinti di Giorgione esplorano l’apocalissi dell’individuo.
Dal 3 al 6 dicembre Fibre Parallele presenta “Furie de Sanghe”, storia della Bari di oggi, che puzza di pesce e di sangue e sputa parole mutilate. Oltre agli spettacoli di teatro di ricerca, Pim Off offre anche la possibilità di fruire di spettacoli di danza, tanto poco esplorata in questi anni dai teatri della città, seppur vivissima nell’arte, con nomi come Abbondanza/Bertoni (31 ottobre e 1 novembre), Deja Donne (6, 7 marzo), Ambra Senatore (20, 21 aprile) e Valentina Sordo (30 aprile).

Dal 30 novembre al 5 dicembre, presso Tieffe Teatro, “Brat (fratello). Cantieri per un’opera rom”, presentato in prima assoluta al Napoli Teatro Festival, di Salvatore Tramacere: uno spettacolo che promette di demolire pregiudizi e stereotipi nato da un workshop di lavoro che si è svolto in Serbia.
Dall’8 al 13 marzo, “Figlidiunbruttodio”, di Paolo Mazzarelli, vincitore del premio InBox 2010, dove due attori in scena prendono spunto da altrettanti testi apparentemente molto lontani (“Uomini e topi” di Steinbeck e “Aspettando Godot” di Beckett) in una chiave curiosa.

Apre la stagione del Teatro I (e quindi in questo fine settimana, fino al 3 ottobre) la compagnia Punta Corsara con una produzione della Fondazione Campania dei Festival: “Il signor Pourceagnac”, una farsa minore di Molière che si svolge in una Napoli grottesca e irreale, come le parole dell’autore. Klp la seguirà nel week-end per darvi tutti i dettagli la prossima settimana.
Sempre al Teatro I da segnalare “Periodo nero”, di Cosmesi, una pagina bianca da scrivere per uno spettacolo sullo stragismo, giocato sulla sperimentazione e la curiosità.

E, ancora, al Teatro della Cooperativa, dal 15 al 19 dicembre, “Volevo Dirti” di Sabrina Petyx: il tema della vendetta trattato dalla passione e dalla carnalità di tre donne palermitane. Al Teatro Guanella, per un teatro di inchiesta, approda César Brie con “Albero senza Ombra” (dal 5 al 7 e dal 12 al 14 novembre), dedicato al massacro dei campesions in Bolivia.
Infine, da non perdere, la rassegna Liberi Amori Possibili del Teatro Libero di Milano, terza edizione della rassegna di Teatro Omosessuale (in scena dal 2 al 10 maggio), che ha suscitato l’anno scorso molto interesse e qualche reazione di scontato imbarazzo.

Di spettacoli interessanti, insomma, ce ne sono, nonostante in questa sede non si sia voluti essere esaustivi.
Malgrado le difficoltà, la ricerca italiana sta andando avanti con determinazione, senza lasciarsi scoraggiare dalla costante pressione che è costretta a vivere per la mancanza di fondi e di attenzione. Certo sarebbe da augurarsi che le istituzioni notassero che teatri e compagnie di ricerca, non finanziati la maggior parte delle volte e lasciati a se stessi, malgrado i tagli, la crisi e la perdita di interesse nei riguardi della cultura, riescono a resistere e a riempire le sale, il che dovrebbe indurre per lo meno ad una riflessione.
Perché si considera sempre la ricerca come un settore che non interessa ai più e non si prova a cambiare prospettiva?

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