Da ieri, mercoledì 8 novembre, dopo 71 anni di attesa, la Repubblica Italiana ha una legge sullo spettacolo dal vivo.
La Camera ha infatti approvato definitivamente la legge (con 265 voti, 13 i no), che era già passata al Senato a fine settembre.
Un lavoro che ha coinvolto artisti, tecnici, imprenditori del settore, organizzatori, amministrativi, le associazioni di categoria, i funzionari del MIBACT e degli enti locali, oltre che i politici di maggioranza e opposizione che ci hanno creduto: primi fra tutti la Senatrice Rosa Maria Di Giorgi e il Deputato Roberto Rampi.
A giorni la legge sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
“La nuova legge – ha commentato il ministro della cultura Dario Franceschini – incrementa le risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo, estende l’ArtBonus a tutti i teatri, rende permanente il tax credit musica, introduce maggiore trasparenza, porta sostanziali novità per il rilancio e la crescita del settore e prevede il graduale superamento della presenza degli animali nei circhi”.
Tra i punti principali emergono:
• Aumento delle risorse per lo spettacolo: +19 milioni di euro per i prossimi 2 anni e +22,5 milioni di euro dal 2020. La riforma incrementa le risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo con fondi pari a +9,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019 e a +22,5 milioni di euro a decorrere dal 2020.
• 4 milioni di euro per spettacoli nelle zone del sisma. La legge autorizza la spesa di 4 milioni di euro per attività culturali nei territori colpiti dal sisma del Centro Italia.
• Estensione dell’ArtBonus a tutti i settori dello spettacolo. La riforma estende l’Art Bonus a tutti i settori dello spettacolo: grazie al provvedimento anche le orchestre, i teatri nazionali, i teatri di rilevante interesse culturale, i festival, i centri di produzione teatrale e di danza, i circuiti di distribuzione potranno avvalersi del credito d’imposta del 65% per favorire le erogazioni liberali finora riservato esclusivamente alle fondazioni lirico-sinfoniche e ai teatri di tradizione.
• Stabilizzazione del tax credit musica. La legge stabilizza il tax credit musica, beneficio riconosciuto alle imprese produttrici di fonogrammi e videogrammi musicali e produttrici di spettacoli di musica dal vivo per la promozione di artisti emergenti, con oneri pari a 4.5 milioni di euro a decorrere dal 2018.
• Sostegno statale a nuovi settori dello spettacolo Grazie a questa riforma, il sostegno statale allo spettacolo dal vivo si estende alla musica popolare contemporanea, ai carnevali storici e alle rievocazioni storiche e verrà riconosciuto il valore di diverse forme di spettacolo, tra cui le pratiche artistiche amatoriali, le espressioni artistiche della canzone popolare d’autore, il teatro di figura, gli artisti di strada.
• Aggiornamento delle norme sulle Fondazioni lirico sinfoniche. Viene aggiornata la disciplina delle fondazioni lirico-sinfoniche, che godranno di un fondo specifico governato da nuovi criteri di erogazione dei contributi statali, parametrati in base alle risorse ricevute da privati, Regioni e Enti Locali e alle capacità gestionali dimostrate.
• Superamento degli animali nei circhi. Le nuove norme prevedono il graduale superamento dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle attività circensi e dello spettacolo viaggiante.
• Nasce il Consiglio superiore dello Spettacolo, organismo consultivo del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo che sostituisce la Consulta per lo spettacolo. Il Consiglio avrà compiti di consulenza e supporto nell’elaborazione e attuazione delle politiche di settore, nonché nella predisposizione di indirizzi e criteri generali relativi alla destinazione delle risorse pubbliche per il sostegno alle attività di spettacolo.
Nel frattempo è arrivato, immediato, il commento di C.Re.S.Co – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea:
“Nel ringraziare i parlamentari di questa XVII legislatura, C.Re.S.Co esprime la propria soddisfazione per questo risultato ed è lieto di aver contribuito al raggiungimento di questo importante obiettivo, con incontri, convegni, idee, suggerimenti, audizioni ufficiali in Parlamento, come se tutto quel patrimonio di creatività, di bellezza, di valore, di lavoro, di imprenditoria, che è da sempre il mondo dello spettacolo dal vivo, fosse stato finalmente scorto dal legislatore che se ne è infine occupato.
La legge ha qualche difetto, dobbiamo dirlo, il principale è aver mischiato allo spettacolo dal vivo i carnevali e le rievocazioni storiche. Un altro difetto è aver voluto inserire nella legge anche il riconoscimento alle pratiche artistiche a carattere amatoriale, non perché non siano importanti, ma forse era necessario evitare ogni confusione e sovrapposizione con chi si occupa di spettacolo in modo professionale, in un mondo dove già c’è molta confusione. Si erano poi fatte promesse di aumento del Fondo Unico dello Spettacolo fino a far immaginare oltre 100 milioni all’anno, invece l’aumento è ben poca cosa, 9,5 milioni nel 2018 e 2019 e 22,5 milioni nel 2020. Non è molto, ma è comunque un aumento.
Ma ci sono – soprattutto – molti elementi positivi in questa legge, che è essenzialmente una legge di principi generali: ci sono vari e chiari riferimenti al valore dei linguaggi innovativi, della ricerca e della contemporaneità, ci sono molte sottolineature sull’importanza dell’investimento pubblico sui giovani artisti e sui giovani spettatori, sono incentivate le relazioni con la scuola – investendo in questo il 3% del Fondo Unico dello Spettacolo – si parla di riequilibrio territoriale tra Nord e Sud, di far crescere domanda e offerta di spettacolo, si dice di voler investire sui processi di internazionalizzazione, si dichiara di voler puntare alla tutela e alla valorizzazione professionale dei lavoratori, comprendendo le specificità professionali di chi opera in questo settore, si intende procedere allo snellimento delle procedure burocratiche per le autorizzazioni di pubblico spettacolo, si istituisce il Consiglio Superiore dello Spettacolo come organo consultivo, si estende l’accesso ai benefici dell’art bonus a quasi tutti i soggetti del settore riconosciuti dal MIBACT, si fa riferimento ai centri di sperimentazione e di ricerca, ai circuiti, alle residenze. Si parla di noi, operatori dello spettacolo dal vivo, finalmente, di quello che siamo e che facciamo ogni giorno sui palcoscenici di questo Paese e rappresentando l’Italia all’estero.
Adesso il Governo ha 12 mesi di tempo per adottare uno o più Decreti Attuativi che si chiameranno “Codice dello Spettacolo”.
CReSCo intende continuare a vigilare e proporre riflessioni, perché “si apre adesso la partita più delicata”.