Adèle Hugo e Marie Jo Simenon. Quando a ustionare è l’amore paterno

Photo: Agneza Dorkin
Photo: Agneza Dorkin

Un’indagine sul mondo femminile e sui fantasmi che lo attraversano. Due donne vissute in epoche diverse hanno in comune la devozione totale per i propri padri illustri. Adèle (1830-1915) è la quintogenita dello scrittore Victor Hugo; Marie Jo (1953-1978) è l’unica figlia femmina dello scrittore Georges Simenon.

Scrivere è un atto necessario. Ma la vita può essere più amara della letteratura. E l’amore con cui un artista nutre le pagine di un libro a volte rimane prigioniero della carta: gli affetti in carne e ossa ne sono estromessi; le passioni soffocano; i sogni alterati conducono alla follia.

In “Victor Hugo e Adèle, Georges Simenon e Marie Jo – Una promessa d’amore”, testo di Lucrezia Lerro, regia di Lorenzo Loris, che ha debuttato all’Out Off di Milano, due personaggi femminili vissuti in epoche e luoghi diversi, s’incontrano grazie al potere immaginifico del teatro.
Adèle Hugo, reietta dalla sua stessa famiglia, corse dietro a un amore impossibile, finì in una casa di cura e morì a 85 anni. Marie Jo Simenon era una ragazzina esuberante incapace di farsi amare. Instabile, depressa, più volte ricoverata in clinica, a 25 anni si uccise con un colpo di rivoltella.
Adèle e Marie Jo: due vite sofferte, i fantasmi, le contraddizioni, i desideri infranti. La figura paterna come tarlo. Le loro velleità artistiche, e una domanda d’amore da cui usciranno ustionate. Due famiglie disfunzionali, segnate dalla tragedia. Due vite che girano a vuoto, criceti stritolati da impeto ipercinetico.

Nel testo di Lerro follia, dolore e incomunicabilità mettono in contatto due personaggi così diversi e così simili. Loris, con l’aiuto di Daniela Gardinazzi, costruisce sulla scena un cubo che è una specie di Kaaba, un recinto sacro dove avviene l’incontro tra la giovane e irruente Marie Jo (Silvia Valsesia) e la matura Adèle (Monica Bonomi). Il cubo è specchio che restituisce l’immagine sgualcita e tremante di due dolori. Alessandro Tinelli disegna luci soffuse.
Se Marie Jo rinuncia a dibattersi in un mondo che la angoscia e la rende inerme, Adèle sopravvive perseverando nella custodia di un sogno irrealizzabile, nell’attesa di un amore inesistente. Il peggior dispiacere è sopravvivere a tutti e non poter riportare indietro nessuno.
Silvia Valsesia inspessisce il proprio personaggio con una vibrazione nevrotica. Bulimica e ipocondriaca, Marie Jo assomma ogni genere di paranoia. Monica Bonomi interpreta Adèle come una buffa creatura vulnerabile, piena di tic, perduta nei ricordi. I ricordi s’intrecciano a sogni puerili, richiamati anche dai dipinti per proiezioni di scena di Giovanni Franzi.

In bilico tra infanzia e demenza senile, agganciata al passato come quell’altalena che a un certo punto ondeggia sul palcoscenico, la Bonomi disegna un personaggio ingenuo e struggente per il quale sembra attingere dal proprio repertorio, che spazia dalla parodia alla clownerie alla farsa, passando per la tragedia e il mimo.
Le due donne strisciano, danzano, bisticciano. Si aggrottano e si rivelano, come sulla poltrona dello psicanalista. S’ingiuriano e si sostengono. La loro voce urlata arriva anche da dietro le quinte, tagliente come una lama. A volte è carezzevole, altre pungente. Adèle e Marie Jo litigano e si placano in un attimo. Tra paranoie e sofferenza, guardano all’armadio dei ricordi come a una tomba. Se ne tengono fuori grazie alla solidarietà che scatta tra loro, nell’incontro speculare delle loro vite sofferte.

La regia di Loris non esaspera le tensioni. Ha la leggerezza di un valzer (collabora ai movimenti Barbara Geiger) che proietta le due protagoniste in un orizzonte onirico. Il dolore sfuma in delicata ironia. Il contatto atemporale tra Marie Jo e Adèle è di garbo estremo. Come le musiche di questo spettacolo, che spaziano dal “Valzer in do minore” de I violini di Santa Vittoria, Jamal Ouassini & Aleksandar Milojevic, alla “Serenade” di Schubert, leitmotiv sentimentale che lega come un filo l’intera pièce e due creature in disarmo. Le musiche entrano nella partitura drammaturgica, svelano le profondità inesplorate dell’anima delle protagoniste, interpretate da due attrici in stato di grazia.

VICTOR HUGO e ADELE – GEORGES SIMENON e MARIE JO – UNA PROMESSA D’AMORE
di Lucrezia Lerro
regia Lorenzo Loris
con Monica Bonomi, Silvia Valsesia
dipinti per proiezioni di scena di Giovanni Franzi
scena Daniela Gardinazzi, costumi Nicoletta Ceccolini
luci Alessandro Tinelli
collaborazione ai movimenti Barbara Geiger
foto di scena Agneza Dorkin

durata: 1h 20’
applausi del pubblico: 2’ 45”

Visto a Milano, Teatro Out Off, il 30 novembre 2017

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