Icone di Caos. Al via la stagione 18 di Stalker Teatro

Julia Laperriére (photo: Blechner & Hopfinger)|Anomalia Teatro (photo: Andrea Macchia)
Julia Laperriére (photo: Blechner & Hopfinger)|Anomalia Teatro (photo: Andrea Macchia)

Parte stasera la stagione 2018 di Stalker Teatro, realtà torinese sotto la direzione artistica di Gabriele Boccacini. E lo fa con un rimando ai protagonisti della rassegna Differenti Sensazioni 2017, conclusasi qualche mese fa.

Tornano infatti ad apertura di stagione i bolognesi Teatri di Vita e la danz’autrice torinese Erika di Crescenzo. Teatro e danza s’intrecciano (questa sera ma anche per tutta la durata della stagione), e seguiranno l’opening party (si comincia alle 20!) e l’inaugurazione della mostra “Io MANIFESTO per la libertà” a cura di Amnesty Internazional, cinquant’anni di poster per i diritti umani.

Con “Chiedi chi era Francesco” il regista Andrea Adriatico racconta il tempo attuale, fatto di disillusioni, scetticismo e distanza dalla politica, restituendo la storia di Francesco Lorusso, militante di Lotta Continua, ucciso a Bologna nel marzo del 1977 e diventato suo malgrado icona di un’epoca.
Come icona, ma del teatro contemporaneo, è stato l’altro grande protagonista di questa serata di apertura.
A seguire ci sarà infatti “Giselle, una parte di Carmelo”, produzione della Cie La Bagarre. Erika di Crescenzo dedica un’appassionata dichiarazione d’amore e odio alla figura di Carmelo Bene, su cui l’autrice lavora da diversi anni. Ogni replica, diversa dalla precedente, ottiene un numero di serie non necessariamente in sequenza e la versione presentata potrebbe essere l’ultima, pur essendo comunque una ‘prima’.

La stagione Caos proporrà, da gennaio fino a giugno, 14 compagnie di teatro d’innovazione, ma anche la nuova produzione di Stalker Teatro, oltre a sei percorsi turistico-culturali del progetto Metropolitan Art che, per il terzo anno, accompagnerà il pubblico, nei fine settimana di giugno, in una sorta di percorso ‘inverso’: dal centro cittadino alle periferie metropolitane, come è quella in cui risiedono le Officine Caos nel quartiere delle Vallette, per proporre “un’immersione a 360° nell’arte contemporanea”. Obiettivo che Stalker prosegue ormai da tanti anni.

In un melting pot di linguaggi della scena, con due proposte eterogenee per ogni serata, si alterneranno negli spazi delle Officine Caos artisti nostrani e stranieri. Come Julia B. Laperrière, che arriverà a Torino (il 9 e 10 febbraio) con “UnCovered woMAN”, spettacolo in cui gioca con la nudità, in un continuo nascondere e rivelare, presentando un immaginario in evoluzione e interrogandosi sulla relazione tra il merchandising del corpo della donna e la sua pudica copertura.
A seguire il Teatro del Lemming presenta “Amleto”, ultimo spettacolo della trilogia shakespeariana, a fruizione frontale, dove lo spazio del teatro diventa quello perturbante in cui i morti tornano a tormentare i vivi, e i vivi possono far pace con essi.

Sempre a febbraio (il 23 e 24) la compagnia Versiliadanza di Firenze presenterà “Zona Tarkovskij”, un omaggio al “poeta del cinema” attraverso immagini, danza, poesia, sonorità e musica. Sarà l’occasione per riscoprire la figura di Tarkovskij e la sua profonda visione sulla vita, scandita dal senso religioso e dal suo sguardo trascendente verso l’assoluto.
La sera stessa, alle 22, andrà poi in scena la Piccola Compagnia della Magnolia con “Adagio Nureyev – Ritratto d’artista”, terza produzione del progetto Bio_Grafie, un canto d’amore verso la grazia e il mistero del mestiere dell’arte, riflessione sulla tecnica e sul sentimento, sulla solitudine che si prova sul palcoscenico.

A inizio marzo, venerdì 2 e sabato 3, toccherà ad Anomalia Teatro in “Uroboro”. Ancora una proposta differente attraverso un teatro fisico, clownesco e visuale; riproponendo l’arte marziale del kung fu, colui che insegna e colui che impara si fondono e confondono, perdendosi nel ridicolo e allo stesso tempo nel sacro.

Anomalia Teatro (photo: Andrea Macchia)
Anomalia Teatro (photo: Andrea Macchia)

A seguire la danza della compagnia spagnola Carmelo Segura Dance Company, a Torino con lo spettacolo “Osaka”, che prende spunto dalla leggenda del Filo Rosso, che racconta il labirinto di incontri, storie condivise e il percorso predeterminato e perfetto che ci connette irrevocabilmente al nostro destino.
Il tutto verrà narrato attraverso una scenografia minimalista e accompagnato da un suggestivo paesaggio sonoro di percussioni tradizionali e musica elettronica.

Dal 22 al 24 marzo tre serate per scoprire la nuova produzione di Stalker Teatro “La nebbia della Lupa”.
Prendendo a pretesto la sottile nebbia che si sviluppa sopra la superficie marina dello Stretto di Messina, detta per l’appunto “lupa”, la compagnia ‘di casa’ rielabora alcuni propri materiali per rilanciare visioni iniziatiche di cui gli spettatori sono invitati a divenire co-autori. Un teatro immaginario che scaturisce dalla sostanza concreta di atti performativi che indagano il mistero da cui tutti provengono, e da cui si è naturalmente attratti.

Il mese di aprile vedrà sul palco Lorenzo Bartoli in “Salvobuonfine – bisognerebbe anche occupare le banche”, spettacolo che nasce da una perdita e dallo scontro con le realtà bancarie che, in casi di inattesi eventi ed estreme necessità, non fanno intravedere spiragli di salvezza.
A seguire la Faido Dance Company di Dorit Weintal con “Donna nel presente”: due donne di diversa generazione stabiliscono un contatto nel presente con un duetto multimediale in cui il video gioca un ruolo da protagonista.

Il 13 e 14 aprile Fabio Liberti, danzatore italiano trasferitosi a Copenaghen, propone due brevi performance: “Solo for real”, viaggio nella mente di un uomo, e “Don’t Kiss”, una relazione, un percorso, la necessità di un equilibrio perfetto ed il pericolo e limite della sua rottura.
In questo continuo gioco di linguaggi, verrà accompagnato, nella stessa serata, dalla proposta del Teatro Nucleo, che da Ferrara arriverà a Torino con “Il mio vicino”. Horacio Czertok narra questa volta la costruzione di una terra possibile fatta di parole, gesti e poesia, a partire dall’incontro fra due “sdradicati” dalle terre d’origine: un tunisino immigrato ed un argentino esiliato.

A concludere la prima parte della stagione, il 27 e 28 aprile, la nuova produzione Kulturscio’k di Ivana Messina, “Padre nostro”, che racconta l’esperienza di un amore assoluto e infinito, tentando metaforicamente un riferimento più ampio alla religione e alla fede, nella distanza tra un Dio lodato e disprezzato e i bisogni dell’animo umano.
Ancora artisti spagnoli in “Generation why” di Teatro en Vilo, compagnia che combina la performance post-drammatica con una commedia dai tratti estremamente fisici e teatrali, per un’esplorazione del confine tra finzione e realtà, attore e personaggio, fallimento e successo.

In aggiunta al momento dello spettacolo, Stalker cerca un dialogo con il particolare territorio in cui ha scelto di radicarsi attraverso ulteriori stimoli: “Il coinvolgimento di nuove fasce di pubblico è dato da alcune attività collaterali, per contribuire alla comprensione dei linguaggi della scena e dell’arte contemporanee, in relazione al territorio e al sociale”. Oltre alla mostra fotografica dei manifesti storici di Amnesty International e al progetto Metropolitan Art, Stalker propone la mostra collettiva di collage a cura di LabZip+, gli incontri con la web radio Zona di Confine – Radio Ohm e le visite guidate sul territorio a cura del Centro di Documentazione Storica della Circoscrizione 5, senza dimenticare gli ormai tradizionali momenti conviviali a chiusura di ogni serata di spettacolo, occasione di incontro e confronto tra il pubblico e gli artisti ospiti.

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