Ha riaperto e ottenuto una sospensiva di tre settimane l’Angelo Mai, chiuso stamattina dalle forze di polizia di Roma Capitale.
Di sicuro ha contato sulla decisione il tam tam mediatico che, immediato, ha coinvolto mass media e volti più o meno noti: da Daniele Silvestri a Manuel Agnelli, da Niccolò Fabi a Daniele Luchetti, senza contare il mondo teatrale di addetti ai lavori e artisti, tutti uniti a favore della riapertura di quello che viene definito come uno dei pochi luoghi di cultura libera della capitale, fucina di sperimentazioni performative che coinvolgono le arti in maniera trasversale. Un peso, quello fatto rimbalzare grazie alla rete, che si sarà aggiunto alla voce del vicesindaco Luca Bergamo, che ha la delega all’assessorato alla Crescita Culturale e si era detto all’oscuro dell’iniziativa di sgombero.
Ma ora c’è un orologio che batte il tempo; le tre settimane concesse di sospensione del provvedimento passeranno in fretta. E dopo? Sarà questa la vera sfida da affrontare per evitare nuovi interventi di chiusura. Quale sarà la volontà politica per uno spazio occupato e poi dato in concessione (stamattina vi avevamo raccontato anche tutta la sua storia) ma le cui sorti continuano a rimanere assai altalenanti?