Quanto dista il teatro? A cura di Roberta Gandolfi

“Oggi in Europa sono le politiche teatrali e culturali a correre a gambe levate alla ricerca di nuovi spettatori, di audience sempre più articolate e differenziate […] La corsa per certi versi è appassionante e per altri difficile, impegnativa e controversa, perché viene intrapresa entro un quadro discorsivo che chiede alle imprese creative, tutte, di farsi carico di un impatto sociale, di produrre effetti misurabili a livello di benessere, inclusione sociale, legame di comunità” (dall’introduzione di Roberta Gandolfi, curatrice del volume e docente di Discipline dello Spettacolo presso il dipartimento DUSIC dell’Ateneo di Parma).

Ma come si fa ad avvicinare davvero chi a teatro non ci va? “Basta” partire dalla scuola – attraverso percorsi di avvicinamento e pratica – per avere una chance in più di ritrovarsi con futuri spettatori adulti?

Tenta di proporre una riflessione su questo argomento, attraverso una pluralità di voci (teatrali e non, di cittadini e ragazzi, di artisti e operatori culturali), il volume “Quanto dista il teatro?”, pubblicato questa primavera da Titivillus. Ma è da questa ricerca, svolta a Parma tra 2013 e 2016, che emerge come siano proprio gli adolescenti a sembrare i più lontani da una eventuale curiosità per la scoperta delle scene (“A teatro mi annoio, è da vecchi”. “Preferisco dedicare il mio tempo libero ad attività che mi appassionano maggiormente, tra sport, scuola e amici…” sono alcune delle risposte dei ragazzi intervistati).

Il saggio, attraverso “una ricerca sul campo che ha cercato di entrare il più possibile in contatto con le persone che non frequentano abitualmente i teatri”, ha così tentato una ricognizione sul territorio di riferimento per “raccogliere sentimenti e emozioni, valori e disvalori, giudizi e pregiudizi che nutrono l’immaginario contemporaneo riguardo all’arte della scena. A muovere l’indagine è stato il desiderio del Teatro delle Briciole di mettersi in ascolto del suo territorio, lungo linee slegate dai protocolli standard delle indagini sull’“audience development”, rinunciando a una mappatura quantitativa a favore di procedure di timbro creativo e relazionale. Si sono così ascoltate quasi trecento cittadine e cittadini, privilegiando intenzionalmente “l’ascolto della distanza”.
Il volume vuole contribuire a ripensare la fruizione e la partecipazione culturale nelle nostre città; più che un’ennesima ricerca statistica sull’identità del pubblico riservata agli addetti ai lavori, si rivolge alla comunità tutta, quella cittadina e quella nazionale, nella convinzione che ognuno di noi, spettatori e non spettatori, gente di teatro e persone molto lontane da esso, ci si possa anche riconoscere l’una nell’altra”.

Quanto dista il teatro?
Un’indagine sociopoetica tra spettatori e non spettatori a Parma
a cura di Roberta Gandolfi
prefazione di Michele Guerra
note e racconti di cittadine e cittadini
scritti di Flavia Armenzoni, Marco Baliani, Babilonia Teatri, Silvia Bottiroli, Angela Demattè, Marco Deriu, Elena Di Gioia, Lorenzo Donati, Giulia Morelli
marzo 2018
Titivillus
ISBN: 978-88-7218-437-0
Acquista il libro su IBS