Storie d’amore e di calcio: Santeramo per i dieci anni del Teatro Era

Santeramo in scena (photo: Nico Bruchi)
Santeramo in scena (photo: Nico Bruchi)

È Michele Santeramo, nella seconda settimana di ottobre, l’artista chiamato ad aprire i festeggiamenti per i dieci anni di vita del Teatro Era di Pontedera, con la prima nazionale di “Storia d’amore e di calcio”, festeggiamenti che proseguiranno con un mese di ottobre ricchissimo di appuntamenti ed una stagione di grandi nomi e prime nazionali.

Santeramo stavolta sceglie di ambientare la vicenda in un Sud che più Sud non si può, con tutte le problematiche e i luoghi comuni che lo contraddistinguono, tra disoccupazione, criminalità, malavita (di quelle con la emme maiuscola) ed immigrazione.
L’attore e drammaturgo pugliese divide la scena con il talentuoso musicista e compositore Sergio Altamura e racconta, da par suo, le vicende di un centro del Mezzogiorno dove bande di immigrati si spartiscono le zone d’affari, non troppo leciti. Ma, si sa, a volte è un attimo sconfinare e creare il caos. Accade così che una disputa venga risolta, invece che col sangue, organizzando un mondiale di calcio clandestino, che assegnerà alla nazione vincitrice il governo “sulla malavita per un anno”.
Ecco così sfidarsi per il titolo libici, marocchini, indiani, albanesi, polacchi, italiani, brasiliani e cinesi. In premio, il controllo degli affari per un anno.

Il protagonista del racconto, intrepretato dallo stesso Santeramo, è un figlio del Sud, talento dai piedi vellutati della nazionale tricolore impegnata nel mondiale in questione. Ma a complicare le cose c’è una giovane indiana con due occhi “che sanno affogarti” e di cui il protagonista si innamora. Assistiamo così al parallelo evolversi del mondiale – dove per una volta trionfano gli Azzurri – e di un amore acerbo quanto tenue, che sboccia come un germoglio.
Ma c’è anche la realtà circostante con le sue terribili leggi, alle quali non ci si può sottrarre. L’infanzia non dura che pochi anni. Tocca a ciascuno di noi diventar adulti.

L’ ironia e la leggerezza di “Storia di amore e di calcio” giovano allo spettacolo. Tuttavia, dopo aver nuotato nascosta nelle acque del sorriso sornione di Santeramo, emerge infine la nuda attualità di questo nostro presente disumano, feroce, egoista, che trova la sua esplicitazione in un finale amarissimo, emblematico e diverso da come ce lo aspettavamo, in un Sud che più Sud non si può e nel quale il protagonista rimane al posto che aveva all’inizio della storia, seppur abbia provato a superare le altissime grate della gabbia della realtà. Di più non sveleremo.

La scelta di frammenti video proiettati sullo sfondo risulta efficace nella sua solo apparente distonia. Passano sfocati spezzoni di cortometraggi di un’Italia novecentesca, lontana da selfie, trap e tatuaggi, tra vacanze al mare e feste di matrimonio, facce sorridenti e volti intensi, a ricordo di una società passata, forse più legata e solidale, unita e semplice, con più sogni e meno illusorie illusioni.
Anche le musiche dal vivo si vanno ad inserire nel meccanismo drammaturgico e lo arricchiscono, andando a comporre una partitura sonora che ben si innesta nel racconto, quasi riuscisse nell’arduo compito di esternare le forti emozioni che vivono i protagonisti della storia.

Santeramo è consapevole del suo talento di narratore. È un marchio di fabbrica che funziona. Conosce il peso delle parole e l’inutilità delle grida, sa dove condurre lo spettatore, strappando più di un sorriso al pubblico, ma sa bene anche cosa si nasconde sotto la trama di una narrazione semplice ma non banale. Il lavoro è riuscito – ed a questo Santeramo ci ha abituati -, tanto che gli perdoniamo un po’ di lentezza e alcune cadute di tono, qualche battuta scontata e qualche luogo comune, non sappiamo quanto voluto, perché rispetto agli ultimi lavori si prende qualche rischio in più.

STORIA D’AMORE E DI CALCIO
di e con Michele Santeramo
regia cortometraggi Vito Palmieri
musiche originali Sergio Altamura
montaggio corti Paolo Marzoni
assistente al montaggio Clara Pellizzi
sala Montaggio Maxman Coop
progetto Video Orlando Bolognesi
costumi Chiara Fontanella
produzione Fondazione Teatro della Toscana

durata: 1h 10’
applausi: 2’ 52’’

Visto a Pontedera, Teatro Era, il 13 ottobre 2018
Prima nazionale

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