La resa dei conti di Mazzotta e Santeramo. L’uomo, questo sconosciuto

La resa dei conti (photo: Salvatore Pastore)
La resa dei conti (photo: Salvatore Pastore)

Gioca più di trama che di riflessione “La resa dei conti”, atto unico scritto da Michele Santeramo, per la regia di Peppino Mazzotta, andato in scena al Teatro Era di Pontedera lo scorso 27 ottobre.
Una drammaturgia caratterizzata, come quasi tutti i testi dell’autore pugliese, da un equilibrato mix di ironia e dramma, che indaga la condizione dell’essere uomo e la sua sfida continua nell’affrontare le proprie difficoltà e limitazioni.

In questo “viaggio” ci guidano due attori potenti, Daniele Russo e Andrea Di Casa. Immersi in una scenografia minimale, interpretano due uomini col carico delle rispettive storie, alla ricerca di “una possibilità altra, un’occasione di salvezza”, uomini che provano ad inventare una “fede a proprio uso e consumo, che renda possibile credere che l’uomo può guarire l’uomo”, scrive lo stesso Mazzotta.

L’inizio – in cui Gesù, tornato sulla Terra, soccorre un uomo che ha cercato la morte lanciandosi contro un auto in corsa – appare, soprattutto negli scambi tra i due, un po’ scontato, ma è una sensazione di breve durata, poiché una serie di colpi di scena allontanano il plot dal binario del “già visto e sentito”.
Ed è qui la forza del lavoro: una trama che, quando ci sembra di stare seduti sul divano dell’“ho capito tutto”, cambia direzione ed apre ad una nuova situazione, pur mantenendo saldo il timone in direzione di una riflessione che è la struttura fondante del lavoro, seppure a tratti un po’ debole.

Tra echi evidenti da “Il Grande Inquisitore” di Dostoevskij e rimandi al nostro presente di frustrazioni, violenza e insoddisfazioni, il dialogo tra i due protagonisti procede ruotando attorno alla condizione dell’uomo, alla sua natura insondabile, bifida ed imprevedibile. Del resto, come si legge nella presentazione del regista, lo spettacolo prende spunto da un interrogativo vecchio come il mondo: «Di che pasta sono fatti gli uomini? Possono avere fiducia gli uni negli altri?».

Certo non tutto è così originale, certi dialoghi e alcune affermazioni non sono una novità, complice anche la materia dello spettacolo. Eppure quando si inciampa nella debolezza della riflessione, ecco giungere in soccorso una drammaturgia strutturata con maestria, accompagnata da umorismo leggero e “quotidianità”, tipici dei testi di Santeramo.
Forse in alcuni quadri ci vorrebbero meno foga e rabbia, ma questo poco o nulla toglie alla compattezza della pièce. Cinquanta minuti è la durata perfetta. E quanti lavori vorremmo che durassero così!

LA RESA DEI CONTI
atto unico di Michele Santeramo
con Daniele Russo, Andrea Di Casa
scene e costumi Lino Fiorito
disegno luci Cesare Accetta
aiuto regia Angela Carrano
regia Peppino Mazzotta
produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia

durata: 50′
applausi del pubblico: 2′

Visto a Pontedera (PI), Teatro Era, il 27 ottobre 2018

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