Tovaglia a quadri 2022: ad Anghiari un rito collettivo fra cibo e narrazione

L'atmosfera de La Tovaglia a quadri
L'atmosfera de La Tovaglia a quadri

Andrea Merendelli ci racconta in questo videoreportage la manifestazione, che si replica tutte le estati da 27 anni, e quest’anno intitolata “Liceo Contadino”

Per la prima volta ci siamo recati ad Anghiari, nei pressi di Arezzo, per assistere a Tovaglia a quadri, l’intrigante progetto tra cibo e narrazione giunto alla sua ventisettesima edizione.
La piccola cittadina di Anghiari è soprattutto famosa per la battaglia (soggetto anche di un famoso dipinto di Leonardo, andato perduto), che lì si svolse il 29 giugno 1440 tra le truppe milanesi dei Visconti ed una coalizione guidata dalla Repubblica di Firenze, comprendente Venezia e lo Stato Pontificio.
E come è successo per altri eventi che ci hanno coinvolto, il Diavolo ci ha messo lo zampino, per mezzo di un grosso temporale che ci ha impedito di vivere dal di dentro questa manifestazione davvero unica in Italia.

Tovaglia a Quadri è da 27 anni un rito collettivo che, in agosto, per dieci serate, accomuna una lunga tavola imbandita con cibi tradizionali e una narrazione, intimamente connessa con il territorio circostante e che quest’anno si è svolto interamente al Castello di Sorci.
Dalla prossima edizione, hanno preannunciato gli organizzatori, la manifestazione si svolgerà invece in una postazione sempre diversa del territorio di Anghiari; e la narrazione si plasmerà ogni volta, come del resto è sempre stato, con le storie che stanno intorno a quel luogo. Storie che, anche attraverso rime e canzoni, narrano episodi particolari, colmi spesso d’ironia, che il contatto con la gente del posto fa uscire dalla memoria.

Ma Tovaglia a quadri nei suoi racconti pone in luce anche vicende e fenomeni economici che entrano anche profondamente nel sociale, raccontando, come nell’edizione di quest’anno, lo sfruttamento dei mezzadri e dei contadini di cui ancora oggi si vedono i risvolti amari, o ancora il rapporto tra lavoro intellettuale e manuale, e le conseguenze terribili dello sfruttamento della terra, di cui ancora non siamo pienamente consapevoli.

E mentre tutti questi risvolti vengono messi in scena, 130 persone – su una lunghissima tovaglia a quadri – oltre che cibarsi di storie e cultura, mangiano le pietanze gustose del territori circostanti, appositamente preparati per loro.

In attesa di poter rivedere lo spettacolo di quest’anno, ironicamente intitolato (ma poi mica tanto) “Liceo Contadino”, abbiamo passato diverse ore con Andrea Merendelli autore dei testi (ma anche regista) con Paolo Pennacchini, che ci ha fatto entrare di petto nel progetto, attraverso una videointervista che vi regaliamo.
Andrea, con l’insostituibile coinvolgimento di Elena Lamberti, ci ha fatto da cicerone per Anghiari, sfatando il fatto che solo la battaglia ne formasse il principale approccio culturale.
Abbiamo quindi visitato con molta curiosità uno dei cinque teatri che, nel corso degli anni, la cittadina ha posseduto, il Teatro dei Ricomposti, il suggestivo centro storico, e le piccole chiese che i racconto di Merendelli hanno trasportato in contesti dai contorni fiabeschi.

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