Have a good day! L’opera lirica contemporanea ad Art City Bologna 23

Have a good day (ph: Giulia D'Amico)
Have a good day (ph: Giulia D'Amico)

Vaiva Grainyté, Lina Lapelyté e Rugilé Barzžiukaité tra le cassiere di un supermercato

A oltre dieci anni dalla sua creazione, l’opera lirica contemporanea “Have a good day!” delle artiste lituane Vaiva Grainyté, Lina Lapelyté e Rugilé Barzžiukaité giunge finalmente a Bologna, presso Teatri di Vita, in occasione di Art City Bologna 2023.
Lorenzo Balbi (direttore del MAMbo) aveva adocchiato lo spettacolo da tempo, e grazie alla collaborazione con l’ambasciata e gli istituti culturali lituani ha potuto ospitarlo come Special Project di quest’edizione; senza dubbio l’evento più atteso: sold out per tutte e tre le date.

È la seconda volta che questa performance, pluripremiata a livello internazionale, si presenta in Italia: la prima risale al 2018 quando arrivò a Roma presso il Teatro Argentina (ed è in quella occasione che le artiste lituane scoprirono che di lì a poco sarebbe arrivato il Leone d’Oro alla Biennale Arte di Venezia per un altro loro lavoro “Sun & Sea”).
Viste le allettanti premesse l’aspettativa da parte del pubblico è alta e non viene affatto disattesa.

In scena, sotto le luci fredde di quaranta neon, ci sono dieci donne in divisa blu: le cassiere di un supermercato. Le vediamo di fronte a noi, schierate in riga, sedute dall’alto della propria postazione (una sedia collocata su un cubo bianco). Sono già al lavoro mentre gli spettatori prendono posto: scannerizzano codici a barre a ripetizione senza mai alzare lo sguardo; sono concentrate (o semplicemente assopite), pervase da una calma serafica o forse da una noia profonda. Sono tutte lì, parte dello stesso meccanismo, immobili nella propria piccola postazione insignificante.

Lateralmente alla scena vediamo un uomo in divisa blu, un addetto alla sicurezza, impegnato a sistemare la meccanica di un pianoforte. Una cassiera inizia a cantare, e poco alla volta si uniscono anche le altre, dando vita ad un coro stridente, dissonante, martellante, pizzicato. Alle volte l’insieme delle voci si fa bordone, altre volte forma una dolce melodia, altre ancora si diletta a saltellare all’interno di una scala pentatonica.
In contemporanea l’addetto alla sicurezza suona il pianoforte, accompagnando e sostenendo le voci femminili di cui è silenzioso testimone. Tra i beep degli scanner e il brulichio dei clienti in sottofondo, il canto delle cassiere appare come un diversivo, un gioco, un momento di condivisione, un comune denominatore, un modo per evadere dalla realtà, per trovare gioia e armonia tra le corsie del supermercato.

La partitura composta da Lina Lapelyté, spaziando tra diverse tradizioni musicali, si sposa felicemente con il libretto creato dalla Grainyté. Il testo (la traduzione è proiettata su uno schermo) dona freschezza allo spettacolo grazie ad una raffinata ironia, che trasforma in poesia cetrioli e ravanelli (e qualsiasi altro prodotto degli scaffali). Così la critica al consumismo – tema centrale dell’opera – emerge da un ribaltamento dei valori: gli acquisti vengono glorificati con inni gioiosi che ne celebrano la bellezza, il fascino ed il godimento.
Mano a mano che l’opera prende piede, il testo si va trasformando e le rime, dapprima incentrate su giochi di parole e sollazzi sui prodotti alimentari, virano gradualmente verso la narrazione e il monologo interiore. I racconti di vita e i pensieri più intimi delle cassiere, ancora rigorosamente cantati, destano una profonda empatia: la loro storia potrebbe essere quella di chiunque di noi, del resto siamo tutti parte dello stesso sistema capitalista.

Il crescendo della performance termina con un tumulto di suoni gravi e caotici: le mani dell’addetto alla sicurezza, infilate violentemente nella meccanica del pianoforte, provocano un movimento incontrollato dei martelletti. Le luci si spengono all’improvviso, qualcosa dell’ingranaggio sembrerebbe essersi inceppato, ma dura solo un attimo, poi la luce si riaccende e la vita nel supermercato ricomincia a scorrere secondo normalità, tra i beep incessanti delle casse e il vociare dei clienti.

Have a good day!
Concept: Vaiva Grainyté, Lina Lapelyté e Rugilé Barzžiukaité
Libretto: Vaiva Grainyté
Compositrice e direttrice musicale: Lina Lapelyté
Regia e scene: Rugilé Barzžiukaité
Lighting designer: Eugenijus Sabaliauskas
Costume designer: Daiva Samajauskaité
Sound engineer: Arunas Zujus
Cassiere: Indrė Anankaitė-Kalašnikovienė, Liucina Blaževič, Vida Valuckienė, Veronika Čičinskaitė-Golovanova, Lina Valionienė, Rima Šovienė, Milda Zapolskaitė, Rita Račiūnienė, Svetlana Bagdonaitė, Kristina Svolkinaitė
Addetto alla sicurezza: Kęstutis Pavalkis (pianoforte)

Durata: 55′
Applausi del pubblico: 3′

Visto a Bologna, Teatri di Vita, il 3 febbraio 2023
Art City Bologna 2023

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