«Un attore è un essere umano che racconta di altri esseri umani. E come ogni essere umano, egli ha un cuore, un corpo e una mente. Se riesce a creare un rapporto equilibrato ed intelligente tra questi tre elementi, egli sarà infine presente e riunificato, e la sua espressione non avrà più ostacoli. E’ questa la base del nostro lavoro ».
Jean-Paul Denizon, attore e aiuto regista storico di Peter Brook, terrà uno stage a Roma dal 23 ottobre al 3 novembre 2009. Considerato uno dei pedagoghi teatrali di maggior importanza sulla scena attuale, Denizon inaugura la propria carriera nel 1979 con Peter Brook, che lo dirige in «La Cerisaie», «La tragedie de Carmen», «Mahabharata» e «La tempete». All’attività di attore aggiunge molto presto quella di aiuto regista, terminando la collaborazione con il grande Maestro nel 1991. Da allora ha all’attivo più di venti regie tra Francia, Italia e Germania, oltre a un grande lavoro sulla drammaturgia.
Il lavoro come pedagogo comincia nel 1985 e si sviluppa forte di stage, laboratori, seminari e conferenze in giro per l’Europa, fino a creare una vera e propria “nuova via” nell’approccio al testo e al suo rapporto con l’attore.
A caratterizzare il lavoro con Jean-Paul Denizon, dedicato agli attori ma anche a registi, drammaturghi, performer o studiosi di arti sceniche, è una concreta pratica fisica: esercizi sempre diversi «che mettono in relazione corpo, pensiero e cuore – spiega Denizon stesso –, in modo da capire le loro interazioni, i rapporti, i limiti e la ricchezza, la varietà d’espressione che derivano dalla loro fusione, dal loro equilibrio».
Nelle prossime settimane, uno spazio sarà dedicato da Klp ad approfondire l’estetica e l’idea di teatro di Denizon, il quale sostiene che «l’espressione in scena dovrebbe essere il risultato dell’equilibrio tra il nostro universo mentale, il nostro mondo affettivo e il nostro corpo. Per ogni nostro ‘stato d’animo’ il nostro corpo si piega sempre in perfetta adeguazione con il pensiero e il cuore, in maniera viva, diretta, sia che siamo a nostro agio sia che non lo siamo. Questa è la vita che l’attore deve ritrovare in scena, per andare oltre l’intellettualismo, l’intenzione, l’atteggiamento, l’emozione grossolana, lo psicologismo o la teoria. Ritrovare la vita sapendo che l’attore dovrà essere più presente, più vivo, più attento, più aperto e disponibile che nella vita, perché il teatro non perde tempo e si contenta solo dell’essenziale».
Lo stage, realizzato con il sostegno organizzativo di Teatro Forsennato e del Consorzio Ubu Settete, si svolgerà dal 23 ottobre al 3 novembre per 8 ore al giorno – con un giorno di riposo settimanale – presso gli stabili di Fonderia 900 (via Assisi 33 – zona Furio Camillo). Nel costo dello stage (450 euro) è compresa anche la partecipazione a una dimostrazione finale del lavoro, aperta al pubblico.
Info e prenotazioni: teatroforsennato@hotmail.com – Dario Aggioli 333/58.91.955
ci si può ancora iscrivere…
e (errore mio nel comunicare a loro) non c’è giorno di riposo!
12 giorni di lavoro ininterrotti