La prima parte del video reportage dal Festival Vie 2009 a Modena. Abbiamo incontrato Pietro Valenti e il grande regista Thomas Ostermeier
“Non batto quasi mai le mani, ma mi commuovo, specie quando vedo alcuni artisti che abbiamo aiutato ad esprimersi diventare grandi. Molti attori sono persone fragili: sul palco sono leoni ma nella vita sono fragili”. Forse non saranno proprio le esatte parole (quelle precise le potrete vedere nel video di oggi), ma Pietro Valenti, uno dei grandi manager del teatro italiano, a capo della Fondazione Emilia-Romagna Teatro, riesce a trasmettere l’idea del suo mettersi in gioco avendo a che fare con donne, uomini, esseri umani. Avendo a che fare con il teatro.
Chi ha avuto modo, nei due fine settimana passati, di incamminarsi per Vie Scena Contemporanea Festival di Modena ha potuto incontrare viandanti d’eccezione, da Ostermeier al Belarus Free Theatre, passando per la scena giovane e la nuova drammaturgia: da anni, senza dubbio, una delle possibilità più strutturate, in Italia e non solo, di vedere circuitare spettacoli ed esperimenti di cooperazione sovranazionale, traguardo di un’attività portata con attenzione e managerialità emiliana all’attenzione di un pubblico che arriva da tutta Italia e non solo. Ert è, non a caso, l’unico partner italiano del progetto Prospero, un network di sei prestigiose istituzioni teatrali (il Théâtre National de Bretagne di Rennes, il Théâtre de la Place di Liegi, la Schaubühne di Berlino, il Centro Cultural de Belém di Lisbona e il Tutkivan Teatterityön Keskus di Tampere) che si prefigge la circolazione di opere ed artisti nonché il dialogo tra culture. Moltissimi operatori internazionali, un’occasione unica per vedere in anteprima, confrontarsi e dibattere con i protagonisti della scena contemporanea internazionale.
Ad aprire l’edizione 2009 Thomas Ostermeier con il Borkmann di Ibsen, che rilascia a Klp l’unica breve videointervista dopo la conferenza stampa. Al Teatro Comunale Ostermeier, dopo un intenso e “politico” incontro al Foro Boario, ha presentato il suo nuovo lavoro su Ibsen, autore da lui assai indagato alleggerendosi via via dall’orpello della rappresentazione dell’interno borghese fino a portare in scena, come in questo caso, un divano, una lampada e un tavolo.
E’ questo l’ambiente del suo “John Gabriel Borkmann”, che nell’intento del regista deve diventare non solo autopsia di una catastrofe intima e familiare, ma anche atto di accusa sociale, che drammaticamente – nonostante il secolo che ci separa dalla sua scrittura – ha ancora una sconvolgente attualità, affidata, nel suo riattualizzarsi e ritualizzarsi, ad uno straordinario cast tra cui spiccano Angela Winkler, Kirsten Dene e Josef Bierbichler.
La scena è vuota e bianca; sullo sfondo un cielo di nuvole pesanti in procinto di un parto liberatorio che non arriva, tormentano visivamente le esistenze ormai inutili di tre personaggi giunti, per motivi diversi, ad una fine a cui non vogliono rassegnarsi.
Nella seconda parte di questo speciale sul festival modenese, on-line prossimamente, vi proporremo invece gli incontri con Belarus Free Theatre, Ontroerend Goed, Spiro Scimone, Circulando e Codice Ivan, vincitori dell’ultima edizione del Premio Scenario.
Pietro Valenti
Thomas Ostermeier