Cechov: per i 150 anni dalla Russia al mondo

Anton Cechov
Anton Cechov
Anton Cechov a Melichovo nel 1914, dopo un viaggio che toccò anche l’Italia (photo: it.wikipedia.org)

Era il 29 gennaio del 1860 (o il 17 gennaio, secondo l’antico calendario giuliano allora in vigore) quando a Taganrog, città portuale della regione russa di Rostov, nasceva – terzo di sei figli – colui che diventerà un simbolo letterario e teatrale di ogni tempo.
Di umili origini, riuscirà comunque a studiare e a formarsi una buona cultura, esercitando all’inizio contemporaneamente, per necessità economiche, sia la professione di medico che quella di scrittore, tanto da arrivare a dichiarare: “La medicina è la mia moglie legittima, la letteratura è la mia amante: quando mi stanco di una, passo la notte con l’altra”.

Maestro del racconto breve, testimone imparziale della realtà del suo tempo, Cechov – di cui ricorrono in questi giorni i centocinquant’anni anni dalla nascita – esprime come drammaturgo la sua curiosità nel descrivere le passioni umane, dai tratti piuttosto farseschi degli inizi fino agli esiti più drammatici nelle opere successive.

Per celebrarne l’anniversario si svolgeranno nel corso dell’anno, in Russia ma anche nelle principali città del mondo, numerosi eventi. Ad aprirli in questi giorni (dal 26 al 31 gennaio) il festival teatrale internazionale Giornate di Cechov a Mosca: una settimana di appuntamenti in cui si alterneranno lavori teatrali di registi internazionali tra cui Vladimir Pankov, inventore del “sound drama”, e il suo collega svizzero Daniele Finzi Pasca di Teatro Sunil, che il 29 presenterà “Donka. Una lettera a Cechov”. Donka è il nome della canna da pesca che il grande drammaturgo russo utilizzava nelle pause della sua professione di medico e scrittore.

Partendo da questo elemento, Finzi Pasca porterà sulla scena moscovita un mondo nostalgico e poetico arricchito dalle scenografie di Hugo Gargiulo e accompagnato dalle musiche di Maria Bonzanigo eseguite dell’orchestra Rachmaninov di Mosca.

Negli stessi giorni i teatri della capitale rappresenteranno il repertorio drammaturgico dell’autore nella messinscena dei maggiori registi russi, tra cui il settantaduenne Andrei Koncalovskj, reduce da una recente tournée italiana con “Zio Vanja”, e di cui vi proporremo a breve una video-intervista esclusiva per Klp.

Contemporaneamente a Jalta, la città sul Mar Nero in cui Cechov trascorse gli ultimi anni cercando di curarsi dalla tubercolosi, verrà rappresentato “Tre sorelle” nella versione firmata dal regista britannico Declan Donnellan.
Giovedì 28 gennaio, nella neoclassica Villa Paškov vicina al Cremlino, si terrà la conferenza internazionale “Una parola su Cechov”. A confrontarsi sull’opera del grande drammaturgo ci saranno, tra gli altri, Peter Stein, Robert Wilson, Frank Castorf, Matthias Langhoff, Jacques Lassalle, Donald Rayfield, Muriel Mayette, Robert Sturua, Eimuntas Nekrosius, Evgenij Mironov

L’evento centrale del 2010 sarà però il IX Festival Internazionale Cechov, in programma a Mosca nell’arco dei due mesi estivi. A partire dal 25 maggio e sino a fine luglio verranno rappresentate nei diversi teatri della capitale opere cechoviane e che si ispirano a Cechov provenienti da tutto il mondo: Russia, Bielorussia, Austria, Germania, Argentina, Cile, Svezia, Giappone, Taiwan, Svizzera, Armenia, Francia, Canada e Spagna. Per il momento (ma il calendario è in evoluzione) si nota l’assenza dell’Italia, mentre saranno presenti, fra gli altri, Guillermo Calderon e Teatro en el Blanco, Wajdi Mouawad, lo spagnolo Gerardo Vera, Joseph Nadj
Seguiranno un laboratorio per giovani registi a Mosca e una scuola estiva per giovani attori e registi a Jalta.

Ma nel corso dell’anno è anche prevista una tournée di spettacoli cechoviani nelle principali piazze teatrali del mondo, da Montreal a Rio de Janeiro passando per Minsk, Chicago, Vienna, Stoccolma, Parigi, Berlino, Madrid e molte altre città.

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