Che idea bizzarra, uno spettacolo dedicato all’olio d’oliva. Uno spettacolo di danza, per giunta.
“Ode all’olio”, della compagnia Sanpapié, che ha debuttato al Teatro dell’Arte di Milano, è una produzione visionaria e allegorica che centrifuga arte performativa, visual art, video e musica. Un’opera ideata e interpretata da Lara Guidetti e Marco De Meo.
L’input è arrivato un anno fa, quando il binomio Expo/teatro sembrava vincente, il tema del cibo un valore aggiunto. Poi i tempi dell’elaborazione si sono dilatati, hanno superato l’arco dell’Esposizione universale.
Del resto una creazione, come un frutto della terra, richiede tempi fisiologici. Il rituale di lavorazione – molitura, stoccaggio, chiarificazione, decantazione – non s’improvvisa.
Lara Guidetti ha dedicato due mesi alla ricerca e allo studio sull’olio, alimento considerato da sempre una sorta di panacea. Tant’è che gli ateniesi, come simbolo della città, anteposero l’ulivo offerto da Atena al cavallo donato da Poseidone.
L’incontro con Marco De Meo, già partner di Sanpapié un anno fa in occasione del fortunato “Due + due = 5”, ha prodotto una scrittura scenica intrigante, con coreografie di raffinata eleganza classica.
La drammaturgia, che attinge a piene mani ai testi sacri e alla letteratura, spazia dalla storia all’antropologia. Attraversa le religioni, la medicina, la cosmetica. Esprime, attraverso un teatro fisico e visionario, la devozione verso una pianta da 3500 anni usata per nutrire, guarire, consacrare, illuminare la notte.
Eterna tensione dell’uomo verso la sintesi perfetta, limpidezza che diventa incontro tra sacro e profano, lo spettacolo esalta la cifra algida e pura di Sanpapié.
Con le musiche originali di Marcello Gori e le geometriche animazioni video di Francesco Collinelli, Lara Guidetti scandisce tre quadri coreografici – bianco, verde e nero – che seguono il percorso dell’oliva dal fiore alla goccia.
Il primo quadro (“Bianco – Il fiore”) presenta, sotto una luce lunare e un inaspettato abbrivo di musica barocca, un tempo lontano e solenne. Tra proiezioni reticolari argentee, si sedimenta una danza metallica lenta, che sfrutta un ricercato gioco d’ombre. È un rituale di gesti ripetitivi ma scorrevoli. Un velo taglia il palco, valorizzando in profondità lo spazio scenico. Giochi d’aria e cerchi di dita, come sassi gettati dentro uno stagno, riproducono densità oleaginose e aloni dondolanti.
Il secondo quadro (“Verde, L’umano”) esprime la relazione ieratica tra l’uomo e la pianta. La musica rielabora vocalità orientali e occidentali. L’utilizzo rituale dell’olio accomuna i tre monoteismi. Il teatro-danza di Sanpapié è liturgia di luci notturne. De Meo, in abiti dorati, si fa portatore di una maestosità austera. La Guidetti invece è una creatura silvana – ramarro ferace e terrigno – che sprigiona un paganesimo ancora adesso vitale nell’area del Mediterraneo. Sonorità elettroniche monodiche sono viatico al risveglio della natura. Questa danza assolata e sensuale è avviata da un assordante frinire di cicale. Un bollore verdastro trasferisce sul velo la forza panica della natura. I movimenti diventano mattana. È un’arte visuale che riproduce la fatica del lavoro, e una natura invasata ribelle al dominio dell’uomo.
Il quadro finale (“Nero – La goccia”) riconduce a una natura giocosa e malleabile, in armonia con sé stessa. L’umanità torna solidale. Strascichi di veli scuri avvoltolano i performer come cordoni ombelicali. La danza è un impasto fluido. Ogni oggetto si colloca nel fiotto incessante che è la vita. L’invito alla preghiera di un muezzin non crea disturbo, richiama anzi l’euritmia primigenia tra popoli e religioni.
Nel passaggio dallo stato solido allo stato liquido, l’ulivo diventa simbolo di pace e fertilità. Come nella capsula perfetta dell’oliva, questo spettacolo, sapientemente orchestrato nei dettagli, combina contributi eterogenei ciascuno di grande efficacia: le luci discrete di Marco Mosca e Luca Grimaldi; il montaggio video di Andrea Bianchi; i costumi metafisici di Giovanni Motta; il progetto grafico di Constantinos Thersippos Karentzos, filigrana lieve di una drammaturgia improntata a compostezza ed equilibrio.
ODE ALL’OLIO
ideazione, coreografia e interpretazione Lara Guidetti e Marco De Meo
animazioni video originali Francesco Collinelli
musica originale Marcello Gori
disegno luci Marco Mosca e Luca Grimaldi
costumi Giovanni Motta
editing video Andrea Bianchi
Immagini originali di Constantinos Thersippos Karentzos
produzione CRT Milano / Sanpapié
in collaborazione con Elektromove Visual and Performing Art
con il contributo di NEXT – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo – Edizione 2015
durata: 55’
applausi del pubblico: 2’ 15”
Visto a Milano, Teatro dell’Arte, il 29 novembre 2015