Coco. A Pontedera, due registi per uno stesso Koltès

Coco
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Coco (photo: Agus)

Partiamo dall’idea che sta alla base dello spettacolo e che si rivela davvero interessante. Due registi – Alessio Pizzech e Dario Marconcini – mettono in scena lo stesso testo, “Coco” di , con le stesse attrici, Elena Croce e Giovanna Daddi, nello stesso spazio e per di più uno di seguito all’altro.

La pièce è “un testo rimasto in stato di progetto che porta una dedica a Coco Chanel” e presenta tre frammenti intitolati “Scena dolce, Scena della cattiveria di Consuelo” e un terzo senza titolo. Tre scene che affrontano altrettante tematiche ben definite: l’universo femminile, esemplificato da rossetti e tacchi alti, il rapporto di forza servo/padrone e la morte (scopriremo, infatti, che la signora è in fin di vita).
Il testo di Koltès ci proietta in un feroce combattimento verbale tra due donne, in un dialogo duro e netto, sadico a tratti, che vede un progressivo e incombente cambio di ruolo tra le protagoniste. Consuelo (la serva) ha la vita dalla sua, Coco non può più niente, prossima oramai alla sua fine. E in questo contrasto, in questa aperta dichiarazione di trionfo di chi è sempre stato in posizione di assoggettamento, c’è tutto il riferimento all’ascesa di una classe sociale e alla conseguente sconfitta dell’altra, quella aristocratica, padronale.

Le due rappresentazioni si diversificano per il fatto che le due attrici si invertono i ruoli: nella prima, per la regia di Pizzech, una Consuelo sciatta, egoista e sensuale, interpretata da Giovanna Daddi, duella verbalmente con Coco; mentre in quella diretta da Marconcini è invece Elena Croce a vestire i panni della domestica, delineando una figura sadica, severa e perfida.
Pizzech ci porta in un ambiente alto borghese e si affida a una lettura del testo più sensuale, carnale e carica di pathos, facendo interagire le due donne in una sorta di rapporto di attrazione/repulsione. Marconicini invece evita l’interazione tra le attrici, in una scenografia che sembra rimandare a certe tele di De Chirico, piena di oggetti simbolo che delineano con accuratezza la personalità della marziale servetta, figura perno dell’intera messinscena. In sostanza i due lavori si mostrano riusciti e compatti nel loro essere, pur nelle sostanziali diversità, grazie anche alla brevità del testo. Rappresentano tasselli di un mosaico unico e come tali vengono presentati.

L’esperimento ben evidenzia le dinamiche che si vengono a creare in ogni messinscena tra attori e regista e mette in luce l’influenza e la trasformazione che quest’ultimo può attuare sul testo. Un fattore così palese e evidente che talvolta si finisce per dimenticarsene.

COCO
di Bernard Marie Koltès
traduzione: Luca Scarlini
produzione: Associazione Teatro Buti, Fondazione Pontedera Teatro
con: Elena Croce e Giovanna Daddi
regia: Alessio Pizzech e Dario Marconcini
scene e costumi: Leontina Collaceto
durata spettacolo: 1h 3’
applausi del pubblico: 2’ 55’’

Visto a Pontedera (PI), Teatro Era, il 3 novembre 2010
Festival Teatro Era

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