Vago, cieco,
sospeso in quest’immenso scuro e uniforme che mi circonda.
Prigioniero del buio,
mi rifugio nel vuoto,
seguendo d’istinto un minimo contrasto di luce.
Il giorno e la notte sono uguali
l’uno coi suoi miraggi abbaglianti,
l’altra coi riflessi ingannatori:
esiste solo il caso.
Schivo pericoli che non capisco,
stento a stare in piedi su questo suolo senza fondo.
A che serve navigare in quest’abisso scuro e uniforme
che rende tutto uguale?
(da “Popeye s.r.l.”, Berardi/Colella, 2007)
Da Gianfranco Berardi, attore, autore e regista tarantino classe 1978, Franco Quadri è rimasto affascinato. O almeno questa è la sua dichiarazione in apertura di “Viaggio per amore. Dal Deficiente a Land Lover”, pubblicato da Ubulibri ad ottobre.
Da dove deriva il fascino del trentenne Berardi? Quadri non fa preamboli e lo svela subito; è il piglio dimostrato nella vita e nel lavoro dal giovane artista a colpirlo, nonostante un grave handicap: la mancanza della vista, una menomazione piombata a stravolgergli la vita prima dei vent’anni, in quel “fiore degli anni” tanto mitizzato.
Eppure Berardi continua a studiare, coltivando una passione per il teatro che si trasformerà in attività a tempo pieno (prima con Crest, poi con Gaetano Colella e infine con Gabriella Casolari). Nel 2005 la tournée de “Il deficiente”. E da lì il successo. Premio Scenario nello stesso anno (“[…] La nitidezza espressiva di tutto il progetto e la forte intensità dell’interpretazione rendono appieno la tessitura del dialogo e la fitta dinamica delle relazioni – si legge nella motivazione – Il gioco si rovescia sullo spettatore, poiché non è detto che tutto quello che si vede e si comprende sia esattamente così come lo si percepisce. Tutta la creazione mostra in controluce una sottilissima riflessione sulla percezione, interiore ed esteriore, sui limiti di questa, apparenti o no, sulle “deficienze” sensoriali ed emotive […]), lo spettacolo racconta di Omar, guarda caso non vedente, e dei suoi tre fratelli: un viaggio, in parte introspettivo ed autobiografico, che ruota tutto attorno alla cecità e dove, paradossalmente, Berardi decide di riservare per sé il ruolo del vedente, mentre a Pietro Minniti fa indossare quello del non vedente. Una sfida riuscita, visto il successo di pubblico che lo spettacolo incassa.
Quadri riunisce insieme a questo testo “Briganti” e “Land Lover. La terra dell’amore” (ultima fatica compiuta insieme a Elle Morano, vincitore del bando Eti Nuove Creatività 2009) per presentare un giovane autore eclettico ed ironico, che gioca e sfida le sue difficoltà con sarcarsmo (così da far dire al capobanda Ciccio Savino, nel finale di “Briganti”: “Forse per un uomo come me sarebbe stato meglio nascere cieco. I miei occhi sono parte della mia sofferenza, non hanno mai fatto finta di non vedere, anzi andavano a pescarsi le sofferenze…).
Dal monologo sull’Unità d’Italia (Garibaldi, Cavour e briganti meridionali in prima fila) ci si sposta all’isola dei sogni contemporanei di Land Lover: qui un santone, un transessuale (lo stesso Berardi), un manager e una turista devota ma dalla forte miopia si troveranno alle prese con riflessioni tragicomiche sulla vita, in un percorso evolutivo dell’anima che parte ironicamente dal turismo sessuale.
Per chi ne fosse rimasto incuriosito, e il teatro – anziché leggerlo – volesse vederlo sul palco, proprio “Land Lover” sarà a Milano, al Teatro Litta, dal 19 al 28 novembre prossimi, per poi proseguire per Messina, dal 3 al 5 dicembre.
Viaggio per amore. Dal Deficiente a Land lover
Berardi Gianfranco
2010
101 pp.
Ubulibri editore
grande artista