L’universo visionario del Teatro del Carretto: videointervista

Amleto - Teatro del Carretto
Amleto - Teatro del Carretto
Elsa Bossi in ‘Amleto’ (photo: teatrodelcarretto.it)

Due stagioni fa Pinocchio. Poi Amleto.
Produzioni ricche, potenti, con cui il Teatro del Carretto è tornato prepotentemente alla ribalta della scena nazionale.

Due lavori ambientati in un universo chiuso ma penetrabile di paure e guerre fra umani, dove scorre non solo l’arte teatrale ma tutta l’arte visuale del secolo scorso, dalle danze macabre di Ensor a Kantor, nell’eterno scontrarsi tra fuoco della vita e silenzio della morte.

Siamo ormai vicini ai trent’anni dalla nascita della compagnia, che risale all’incontro fra la regista Maria Grazia Cipriani e lo scenografo Graziano Gregori nel 1983, che si stabilirono poi a Lucca, presso quel Teatro Del Giglio dove ancora oggi la compagnia svolge la propria attività.

Quell’anno nacque “Biancaneve”, un’indagine sulla crudeltà primitiva della fiaba (tema sempre d’attualità evidentemente). Fu un grande successo, che si trasformò in uno spettacolo di repertorio che ancora gira.

Da lì in poi l’indagine si è mantenuta sui temi del viaggio interiore, del limitare fra sogno e concreto, proseguendo poi fra i testi dell’amato Shakespeare, i miti (greci in particolare) e le favole: “Romeo e Giulietta”, “Sogno di una notte di mezza estate”, “Iliade”, “Odissea”, “Bella e la Bestia”, “Le Troiane”, “Metamorfosi” e appunto il più recente “Pinocchio”.

Amleto - Teatro del Carretto
L’Amleto del Teatro del Carretto (photo: teatrodelcarretto.it)

La fama supera i confini nazionali e il Carretto viene chiamato a rappresentare l’Italia viaggiando in tutta Europa e anche oltreoceano, ospite di festival internazionali (Parigi, Lisbona, Berlino, Madrid, Londra, Praga e Budapest, Tel Aviv, Città del Messico, Tokyo, Il Cairo, New York…).

L’Ubu arriva nel 1991 per la ricerca drammaturgia e visiva, ma molte sono le produzioni che ricevono menzione nel corso degli anni, come il premio Eti a Graziano Gregori per le scene di “Pinocchio”, insignito anche del premio del pubblico al XIX Festival Baltic House di San Pietroburgo.

E’ proprio per raccontare da dentro il lavoro della compagnia che abbiamo intervistato l’attrice Elsa Bossi al termine di una replica dell’Amleto al Crt di Milano. Lo spettacolo, interpretato da Alex Sassatelli, dalla stessa Bossi, Giacomo Vezzani, Giacomo Pecchia, Nicolò Belliti, Carlo Gambaro e Jonathan Bertolai, ha subìto alcuni cambiamenti nella compagine attorale rispetto alla prima volta in cui Klp se ne è occupato.

Questa nostra indagine vuole addentrarsi ulteriormente nella macchina artistica: in quell’hortus conclusus dell’umano così potente nella sua crudele e letale dimensione di solitudine costruita intorno al personaggio, diventato negli anni cifra quasi espressionista di un progetto artistico fra i più alti che la tradizione teatrale della provincia italiana conosca.

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