TV di Stato e Premi ETI (o premi E.T.?)

Angels in America (Teatridithalia)
Angels in America (Teatridithalia)
Angels in America (Teatridithalia)
Angels in America – Si avvicina il millennio, il monumentale allestimento di Teatridithalia, tratto da Tony Kushner, con Elio De Capitani e la regia di Ferdinando Bruni, è il miglior spettacolo della scorsa stagione secondo la giuria dei Premi ETI – Gli Olimpici del Teatro. Alimenta speranze il fatto che il premio, a cui va aggiunta anche la vittoria nella categoria ‘miglior regia’, sia stato riconosciuto ad un tipo di  teatro, quello proposto dagli esponenti dell’Elfo di Milano,  in qualche modo innovativo rispetto allo stampo classico delle produzioni di uno Stabile (lo spettacolo è stato co-prodotto da Emilia Romagna Teatro, a cui vanno i meriti di aver creduto nel progetto). 

Tra gli altri premiati di questa edizione Mascia Musy per l’interpretazione di Anna Karenina (altro mastodontico spettacolo firmato Nekrosius) e Massimo Popolizio come miglior attore; premio speciale ad Anna Proclemer; migliore novità italiana: Gomorra.

Se qualche barlume di novità sembra quindi emergere dal novero dei premiati di questa edizione, lo stesso non si può dire invece riguardo al pessimo spettacolo offerto dalla RAI. Assistendo alla differita televisiva della consegna dei premi (lo scorso mercoledì alle 23:30) abbiamo ricevuto una nuova conferma a una delle più radicate convinzioni degli ultimi decenni: il teatro in TV non funziona. Mi verrebbe però da aggiungere: proposto in questo modo, il teatro, non avrà mai alcuna speranza di funzionare.
Alcuni elementi della manifestazione di mercoledì sera: una cornice imponente, maestosa, addirittura eccessiva come quella del Teatro Olimpico di Vicenza; un conduttore dall’umorismo anacronistico, evidentemente costretto ad improvvisare imbarazzanti compromessi fra tempi teatrali e televisivi, fra telecamere e platea; gli ospiti sul palco, attori e teatranti protagonisti della serata, senza un adeguato ritorno audio, costretti a leggere il labiale del conduttore se interessati a capire lo svolgimento delle premiazioni; la solita passerella di politici appassionatamente convinti nel negare e spergiurare qualsiasi taglio alla cultura; un pubblico teatrale annoiato ma desideroso di spellarsi le mani e, dulcis in fundo, lo scarso (immagino), pubblico televisivo che assiste, interdetto, anche quest’anno, a quella che sembra l’ennesima riproposizione dello sbarco sulla Luna. La trasmissione, infatti, più che in differita, sembrava esser stata registrata alcune decine d’anni fa, con pochi mezzi e poca cognizione (o nessuna volontà di sperimentazione) riguardo alle possibilità offerte dal mezzo. Sarebbero forse bastate due camere in più o una regia televisiva realmente attenta o (almeno questo) evitare quei tagli con l’accetta degni delle kermesse canor-ferragostane condotte da Daniele Piombi.
Insomma, un evento (?) televisivo che abbiamo rischiato di scambiare per datate immagini di repertorio e che forse sarebbe stato più consono denominare Premi E.T., all’Extraterrestre, tanto parevano distanti e scollate tra loro tutte le componenti di una serata trasmessa in un luogo distante anni luce da noi contemporanei.

 

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