Frateme di Benedetto Sicca. I roghi purificatori nella notte di Forcella

Frateme
Frateme
Frateme (photo: festivaldellecolline.it)

Napoli, quartiere Forcella, roghi d’immondizia non raccolta.
Napoli, quartiere Forcella, interno di casa Piscopo.

In ordine, il primogenito Primo, i gemelli Secondo e Seconda, una madre, ed un padre che non si vedrà mai ma sarà nominato con disprezzo dai figli, chiamati così per ricordare il primo e il secondo momento più bello della sua vita.

Primo è intelligente, ambizioso. Ha rifiutato il voto all’esame di semiotica perché il professore non gli ha permesso di esprimere il suo pensiero. Parla di sesso forse troppo spesso, forse  è volgare, ma si intuisce che è alla ricerca spasmodica dell’amore. Amore che cercherà in Alfredo, il suo psicologo.
Primo è omosessuale, e lo sa.

Seconda è rozza. Non le importa nulla di studiare. Le lezioni di inglese dall’anziana professoressa Corinna le sono insopportabili, fino a quando, vedendola piangere, la bacerà, scoprendo che non tutti i vecchi sanno di ‘frigo spento’.
Seconda è omosessuale, lo ha appena scoperto.

Secondo è triste. Gli basterebbero pochi minuti di serenità per ritrovare il gusto della vita, ma quei minuti non arrivano mai. E’ un fantino, come l’amico Antonio, “Frateme”, di cui è segretamente innamorato.
Secondo è omosessuale, ma forse non vorrebbe esserlo.

Sono intensi i personaggi di Benedetto Sicca, fanno ridere e soffrire nella loro volgarità, nella loro drammatica dolcezza, nelle loro paure.
In scena nessun’altra distrazione: niente musica, nessun oggetto. La scenografia, essenziale, si muove su ruote. Tutto, tavoli, sedie, letto, è metallico, quasi a ricordare un ospedale.

La cena del 1° di giugno a casa Piscopo ogni anno ricorda la morte di Ivan, il giovane fantino con cui Secondo aveva una relazione. Ci sono tutti attorno alla tavola, famiglia ed amici: Corinna, Alfredo, Antonio. Tutti, tranne il padre, ancora una volta assente.
Spaghetti ai frutti di mare e torta al mascarpone, che piace tanto a Secondo.
Serata strana, questa. Le relazioni sommerse prendono forma, le angosce assalgono come gli attacchi di panico della vecchia professoressa: ossessione e compulsione. Ma si ride anche, si è lievi ed attenti a Secondo, così fragile; quel Secondo che sa che basta “un venticello leggero per farci deragliare” dal nostro “binario sottile sottile”.
E’ una serata tragica per la famiglia Piscopo, una “famiglia tutt’ o ‘ccuntrario”.
Sarà Frateme quella brezza di vento. Lui che non ha intuito nulla, lui che butterà sul tavolo il giudizio e la diversità. Lui cacciato a calci da Primo.

Tre anni dovranno passare. Tre anni per un altro 1° giugno.
Secondo ha ormai varcato la linea che separa tutti dalla follia. Psicofarmaci ed istituto.
A prendersene cura, con dedizione materna e cocciuta, è Primo; Seconda da tre anni se ne è andata. Ma tornerà proprio oggi. Oggi, dopo aver toccato il fondo ed essersi rialzata: per portare via il suo gemello dalla puzza di Napoli e dalla puzza di casa Piscopo. Per poter dire finalmente la verità, tutta quella verità che fa male, e che non vorremmo sentire. Quella che fino ad ora avevamo solo immaginato, con orrore.

L’ora e cinquanta di “Frateme”, presentato al Festival delle Colline Torinesi nell’ambito di Esperienza Italia 150, scorre veloce. Gli interpreti del gruppo Interno5/Ludwig lavorano da anni ad un progetto che indaga sulla crudeltà delle relazioni familiari. E sono anni che si percepiscono dentro la verità della parola, dentro la volontà dei gesti mimati alla ricerca dell’essenziale, dentro l’uso del dialetto.

Nelle mani della madre la salvezza dei figli; sarà lei a prendersene carico, a “chiudere casa”. La stessa donna che, prima d’allora, non aveva voluto vedere il dramma della sua famiglia. Ma “questa stanotte a Forcella ci saranno i roghi”.

Forse toccare il fondo è l’unica soluzione per risalire; o forse non c’è più tempo.
Così, dietro l’epilogo drammatico della famiglia Piscopo, si resta appesi a una domanda: rimane ancora la voglia di riscatto?

FRATEME
di Benedetto Sicca
regia: Benedetto Sicca
con: Paola Michelini, Luca Saccoia, Giorgio Sorrentino, Emilio Vacca, Valentina Vacca, Francesco Vitiello, Camilla Zorzi
movimento: Pablo Volo
assistente alla regia: Natalia Di Vivo
disegno luci: Marco Giusti
scenografia: Tommaso Garavini, Flavia di Nardo
costume stylist: Simone Valsecchi
musica: Francesca Ferri
produzione: Interno5/LUDWIG
coproduzione: Benevento Città Spettacolo, Festival delle Colline Torinesi, Primavera dei Teatri
con il contributo di Banco di Napoli
con il sostegno di Ex Voto, Nuovo Teatro Nuovo
durata: 1h 50’
applausi del pubblico: 2’

Visto a Torino, Teatro Gobetti, il 20 giugno 2011

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