Interplay. Da domani a Torino la danza contemporanea dal mondo

Yasmine Godder
Yasmine Godder, Storm End Come
Yasmine Godder, Storm End Come (photo: Gadi Dagon)
Arrivato alla 12^ edizione, il festival internazionale di danza contemporanea Interplay (dal 16 al 25 maggio a Torino), curato dall’associazione Mosaico Danza con la direzione artistica di Natalia Casorati, è uno degli esempi torinesi di resistenza alla grande crisi. Perché, oltre ad un festival, Interplay è la sintesi di mesi di lavoro. Un lavoro che mira all’esportazione del nostro patrimonio artistico (residenze, scambi), alla sua condivisione (rete di network), insomma ad una dimensione internazionale della danza come linguaggio culturale.

Al tavolo della conferenza stampa della settimana scorsa al Circolo dei Lettori di Torino siedono, insieme a Natalia Casorati, Angela La Rotella, dirigente del settore eventi culturali della città di Torino, Marco Chiriotti (Divisione Cultura della Regione Piemonte) e Gigi Cristoforetti, direttore di Torinodanza.
Interplay non è un festival facile; la direzione artistica ha sempre teso a selezionare coreografi coraggiosi, che compiono percorsi personali, decisamente poco commerciali e molto di ricerca.
Le compagnie sono segnalate dalla critica e visionate nei vari festival nazionali ed internazionali.

I dieci giorni di Interplay vedranno a Torino quest’anno circa 70 artisti provenienti da 9 paesi europei e 3 extra-europei. Uno sforzo reso possibile anche grazie alla stretta collaborazione con il Progetto Dance Roads, progetto di partenariato internazionale tra Galles, Canada, Francia, Italia e Paesi Bassi, che supporta i coreografi più innovativi ed affermati dando loro la possibilità di emergere sulla scena internazionale.
Accanto al lavoro sul territorio si affianca quindi il concetto di far circuitare gli artisti. Per questo oltre a DanceRoads, Interplay collabora anche con il festival Les Repérages di Lille, la rete Anticorpi XL, Ciudades Que Danzan / Dancing Cities, il Circuito Teatrale del Piemonte e il Centro Regionale Universitario per la Danza.

Quattro quest’anno le sezioni della rassegna, sintetizzabili: in coreografi affermati, giovani coreografi segnalati dalla critica, coreografi emergenti selezionati dalla network Anticorpi XL, e blitz metropolitani.

Nella prima categoria sta senz’altro Yasmeen Godder; la celebre coreografa israeliana presenterà il 16 maggio al Teatro Astra “Storm end come” in apertura del festival. Tra i coreografi affermati anche l’israelo-francese Yuval Pick con “Score”, la tedesca Stephanie Thiersh con “Under green round”, interpretato da Alexandra Naudet, danzatrice di Decouflé, e infine Ambra Senatore, danzatrice e coreografa torinese, intervistata da poco da Klp, a Interplay con lo spettacolo “Passo”.

Tra i giovani coreografi segnalati dalla critica l’olandese Tabea Martin, i brasiliani Alex Neoral e Flavia Tapias, la polacca Barabara Bujakowska, e gli italiani Alessandro Sciarroni e Sara Marasso.

I coreografi emergenti selezionati dalla network ANTICORPI XL e sostenuti anche da Dance Roads sono invece Chiara Frigo e Francesca Foscarini, il torinese Daniele Ninarello (selezionato dal Piemonte per il progetto Dance Roads con l’ultima creazione ”Bianconido”), e ancora l’olandese Arno Schuitemaker, la canadese Maria Kefirova e l’inglese Tanja Raman.

Infine i blitz metropolitani, momenti di danza urbana con creazioni nate appositamente per luoghi non convenzionali.
Il 17 e 19 maggio piazza Vittorio, la sede delle facoltà umanistiche dell’università Palazzo Nuovo e via Teofilo Rossi accoglieranno i lavori delle compagnie torinesi Tecnologia Filosofica (“Effetto serra”), Gap (“Concept-round”) e Senza confini di pelle (“Add up streetscapes”, percorso formativo di teatrodanza sull’adesione urbana).
Accanto a loro Joona Halonen dalla Finlandia, dall’Inghilterra il curioso Trio di Rachael Mossom, il duo brasiliano di Paulo Caldas, il gruppo La Macana dalla Spagna e i fratelli francesi Ben Aim.

In totale parliamo di 15 prime nazionali e tre prime assolute, con fulcro nei tre spazi del Teatro Astra, Fonderie Limone e Cavallerizza Reale.

Come già detto un festival forse non così “facile”, come probabilmente non è facile la danza contemporanea per chi ancora non se ne è avvicinato. Interplay potrebbe essere una buona occasione per farlo, usufruendo di un’offerta davvero varia.
 

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