La poetica bambina dei fiammiferi di Chiara Guidi

LA BAMBINA DEI FIAMMIFERI
LA BAMBINA DEI FIAMMIFERI
LA BAMBINA DEI FIAMMIFERI
Non avevamo nessun dubbio sul fatto che Chiara Guidi avrebbe prima o poi scelto di imbattersi  nella celebre fiaba scritta da Andersen “La piccola fiammiferaia”, un altro “topos” del teatro per l’infanzia, sapendo benissimo che i temi e le cadenze di questa celeberrima storia avrebbero potuto solleticare la sua particolare immaginazione.

Ovviamente non avevamo nemmeno il minimo dubbio che la storia sarebbe stata condotta su binari assai desueti, come ci ha abituato sin da “Buchettino”, spettacolo replicato ancora con successo dopo 18 anni, nei giorni scorsi al Franco Parenti di Milano. 

E così è stato, affidando, con un azzardo riuscitissimo, la parte della protagonista ad una vera e propria bambina, in scena per quasi tutto lo spettacolo, la bravissima Lucia Trasforini, accompagnata nel tumulto delle proprie emozioni dal piano di Fabrizio Ottaviucci e dalla stessa Guidi in sembianze mutevoli e voce.

Fin dall’inizio un grande punto di domanda è immesso al centro della scena, pronto a dirci che non possiamo avere risposte certe davanti ai grandi temi che ci saranno proposti. Anzi, di più, il nostro sguardo e quello dei bambini presenti si potrà perdere sia nel grande telo a righe che abbiamo davanti (anche se una piccola finestra al centro, solo accennata, ci lascia qualche speranza), sia nelle parole intraducibili di una misteriosa narratrice, che sembra introdurci in una incomprensibile storia antica, accompagnata dal pianto di un asino, forse la morte che ci segue sempre, con il suo alito, per tutto il nostro cammino.
Ma più ancora il nostro sguardo si perde anche in ciò che vediamo al di là del telo, davanti alle fiamme che la bambina piano piano, accendendo candele, dissemina per tutta la scena.

Già, le fiamme, che illuminano, si riverberano negli specchi moltiplicandosi, fiamme che scoprono, che svelano o meglio pensano di scoprire, perché poi possono anche far dissolvere tutto ciò che hanno scoperto o persino ammaliato, come la farfalla della storia, che la voce della nonna narra alla nipote. E perché poi, nel gioco delle ombre, nulla è come sembra.

E’ lei, la nonna che con la sua voce le tiene compagnia, che la invita a non piangere e ad accendere tutti i fiammiferi che le permetteranno di esaudire i suoi molti desideri contingenti: ogni fiammifero e oplà, non sentirà più né freddo né fame.

Ma i sogni veri non hanno bisogno di faci, basta un fruscio, forse una parola magica, e come nella fiaba di Andersen, che lo spettacolo segue fedelmente nei suoi più intimi suggerimenti, la bambina ritroverà finalmente la mor… che dico! La nonna! dietro una grande porta misteriosa, dove potrà finalmente addormentarsi, senza più sentire né freddo né fame.

Un intenso e poetico spettacolo sulla morte quello della Socìetas, come sempre ambientato in una scena curatissima, popolata di fuochi e specchi, che occhieggia fatalmente a De La Tour, uno spettacolo in cui il pubblico infantile vive emozioni uniche ed irripetibili, come unica ed irripetibile è (forse) la vita.  

LA BAMBINA DEI FIAMMIFERI
uno spettacolo liberamente tratto da H.C. Andersen
ideato e diretto da Chiara Guidi
composizione ed esecuzione musicale: Fabrizio Ottaviucci
con Lucia Trasforini
produzione: Chiara Guidi / Socìetas Raffaello Sanzio
dagli 8 anni

Visto a Parma, Teatro al Parco, il 2 dicembre 2012
Zona Franca
 

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