“Volevo fare il teatro “bello”, quello d’accademia. Mi sono accorto che era brutto strada facendo, non per partito preso. Ho sempre seguito i percorsi principali, ma battendo strade parallele. Ma anche perché trovavo le porte chiuse. Volevo fare l’accademia, ma facevo anche il tranviere e il muratore. Eravamo poveri. Mio padre non trovava lavoro, perché non era iscritto al partito fascista. Allora dovevamo lavorare noi, mia madre e io”.
(Claudio Remondi in un’intervista a Graziano Graziani del 2006).