Federica Fracassi da Eva Braun a Blondi

Federica Fracassi in Eva (photo: teatroi.org)
Federica Fracassi in Eva (photo: teatroi.org)
Federica Fracassi in Eva (photo: teatroi.org)
Ho una particolare affezione per il progetto con cui Federica Fracassi, diretta da Renzo Martinelli, sta portando in scena alcuni testi di Massimo Sgorbani dedicati alle donne di Hitler.
Un frammento di questo polittico è infatti passato, grazie a “Stanze” (progetto di teatro in casa a Milano targato Archinto/Tansini), per casa mia.

Divani spostati in verticale, sistemati dal salotto al piccolo corridoio fra le stanze, quaranta sedie, gente stipata ovunque e sul balcone, vicino al glicine, e un telo su cui proiettare “Via col Vento”, intermezzo filmico e argomentativo per raccontare la figura di Eva Braun, la donna del Fuhrer, riletta dalla Fracassi nella performance «Eva – Innamorate dello spavento». Ogni tanto Federica usciva sul balcone e lanciava qualche battuta al caseggiato.

E’ stata una bellissima emozione, oltre che un’interpretazione matura di una pièce che avevamo visto lo scorso luglio a Lari, nel teatro di paese, nei giorni di Collinarea.
Già allora aveva intrigato molto e ci eravamo dati appuntamento per divulgare il materiale video che proponiamo oggi, proprio a ridosso delle date con cui il progetto fa un altro passo avanti.
E lo fa al Piccolo Teatro di Milano (da oggi fino al 28 marzo) con “Blondi”, in realtà il primo testo del progetto “Innamorate dello spavento” di Sgorbani, di cui il capitolo su Eva Braun è parte.
Blondi è la femmina di pastore tedesco di Hitler, anche lei, neanche a dirlo, innamorata del suo padrone, e che come le altre donne a lui vicine, finiranno per morire di lui/per lui/con lui.
Nel caso del cane, finì per essere cavia per testare il cianuro.

Già in “Eva” la figura del cane era presente. Era un peluche, di cui l’amante del dittatore finiva per essere gelosa. Gelosa perchè forse riusciva a superarla in sottomissione e devozione.
Fra reminiscenze d’infanzia, terrore e senso incombente di morte, ma vissuto con gli occhi di un cane, Martinelli/Fracassi/Sgorbani ci riportano in questo ambiente claustrofobico, dove la fantasia è altrove.

Torniamo quindi a Lari. A Eva. E alla divertente intervista a Federica Fracassi che provava lì, nel bunker, questi amori sotto dittatura.

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