La danza contemporanea non è affatto comprensibile. Ma cosa lo è?

¿Hasta dònde...?
¿Hasta dònde...?
¿Hasta dònde…? (photo: Andrea Macchia)

Irene ha 15 anni (e la voglio sottolineare questa età: diciamo che è, finora, la firma più giovane che Klp abbia mai ospitato in questi quasi dieci anni di attività).
Arriva al Teatro Astra di Torino accompagnata dalla mamma: “Sono felice che faccia questa esperienza!”. Irene ha infatti deciso di partecipare a “Youngest critics for dance”.
La trascino allora dalla lunga coda che con pazienza stanno facendo per acquistare i biglietti per gli spettacoli della serata di debutto del festival Interplay, alla molto più fluida coda per ritirare gli accrediti, riservati a lei e ai ragazzi del liceo Alfieri che hanno deciso di partecipare a questo progetto pilota, fortemente voluto da Natalia Casorati.

Dopo aver studiato danza classica per un po’ di anni, Irene si è presa ‘un anno sabbatico’ in concomitanza con il cambio di scuola, ma – ci racconta – “mi manca troppo, e il prossimo anno rinizierò!”. Intanto si è buttata in questo avvicinamento ad un tipo di danza a lei del tutto sconosciuto.
Ecco allora, senza alcuna mediazione da parte della redazione di Klp, le impressioni di una quindicenne sulla sua “prima” danza contemporanea.
[Daniela Arcudi]


Fra i tre spettacoli a cui ho assistito al Teatro Astra, quello che mi ha colpita di più è stato “Hasta donde…?” di Sharon Fridman.
Dopo un primo impatto con la danza contemporanea che mi ha lasciata disorientata, poichè a me nuova, ero un po’ scettica nei riguardi della seconda rappresentazione.

Ma la danza ha un unico intento, mi sono detta: esprimere un’idea, un sentimento. Quali siano i mezzi, ciò non ha importanza. Questi ultimi influiscono semplicemente sul lavoro che lo spettatore deve compiere, tra sé e sé. La scoperta e l’esplorazione del significato percepito dallo spettacolo è più o meno facilitata dal ramo della danza impiegato. Per questo motivo si tende a classificare la danza contemporanea come “incomprensibile”. Poichè il lavoro di scoperta del significato del gesto compiuto dai ballerini è maggiore rispetto ad un contesto di balletto o di musical, in cui la tecnica stessa è più esplicativa.

Con questo pensiero, dopo aver preso posto, ha portato la mia mente a ragionare non più sul gesto di danza, ma sul gesto umano. È questo ciò che ho colto dalla rappresentazione: come in fondo i passi di danza altro non sono che una rappresentazione artistica di gesti umani compiuti da milleni.
Il sostegno e l’aiuto reciproco messo in scena dai due ballerini mi ha fatto riflettere sui rapporti umani che intratteniamo noi tutti oggi.

La fluidità dei movimenti, il leggero velo di tormento che avvolgeva l’intera atmosfera, sul palco e non, ed il continuo rincorrersi dei corpi dei ballerini, ha riportato in superficie un rito antico quanto l’umanità: il sostegno reciproco, non solo tra esseri umani, ma anche tra animali.

Il vero lavoro di esplorazione del significato dello spettacolo è iniziato tornando a casa: una serie di quesiti hanno cominciato a premere per entrare nella mia mente, in cerca di una risposta.
La domanda più pressante e luminosa nella mia testa era: “Quanto di quel gesto antico è rimasto nella vita odierna?”. La risposta è arrivata più tardi, molto più tardi. Il gesto di aiutare e sostenere un individuo non è scomparso: ha cambiato forma.

Assistere a questa rappresentazione coreutica è stato un vero viaggio all’interno dell’espressività umana, rituale antico eppure sempre presente nella vita di tutti noi. È stato utile come stimolo al pensiero che molto spesso, al giorno d’oggi, viene fermato dai prodotti preconfezionati da cui siamo circondati.
In conclusione, la danza contemporanea non è affatto comprensibile: nulla lo è, se vi si presta la dovuta attenzione. 

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  1. says: mary

    Ire, oltre ad essere una fantastica ballerina, sei una scrittrice grandiosa, capace di cogliere l’essenza della danza contemporanea in queste poche volte in cui hai avuto l’opportunità di vederla rappresentata. E sei riuscita a trasporre in testo quello che, a parer mio è il vero significato di questo tipo di danza. Spero davvero che tu possa avere l’occasione di ballere un pezzo di contemporaneo per poter sperimentare sulla tua pelle queste sensazioni.
    With love,
    Mary