In Italia con la cultura si potrà mai mangiare?

Federica Fracassi in Mi chiamo Roberta...
Federica Fracassi in Mi chiamo Roberta...
Federica Fracassi in Mi chiamo Roberta…
«Noi nemmeno spingiamo più per farlo, ma “Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese” è il nostro spettacolo più richiesto, anche se il testo di Aldo Nove ha quasi dieci anni…».
Fortunatamente Federica Fracassi sorride, e sa far sorridere, sul fatto che spettacoli sulla “precarietà dell’oggi”, scritti e debuttati cinque, sette, dieci anni fa, continuano ad essere (sempre più) attuali.

È l’inquietante paradosso, purtroppo avverato, emerso nel corso della conferenza stampa di presentazione della seconda edizione di Prosa et Labora Festival, giornata interamente dedicata alla (possibile?) convivenza di lavoro e teatro che, domenica 16 giugno, occuperà i luoghi di Spazio Mil e Carroponte, a Sesto San Giovanni (MI). Entrambi simboli di lavoro nel passato, «rappresentano il coraggio del Comune nell’affidare la riqualificazione di spazi ex industriali ad attività culturali – ha precisato Emanuele Patti, presidente di Arci Milano – Forse stiamo scoprendo che non è vero che con la cultura non si mangia, al contrario».

A sostenere la bandiera, arrivano i dati, snocciolati da Giancarlo Albori e Stefano Landini (entrambi della Cgil Lombardia), che illuminano la trama dello spettacolo dal vivo sia evidenziandone il lato più problematico e negativo (e qui il discorso si orienta ai tagli al Fus, all’Enpals, ai teatri che chiudono o ridimensionano la loro attività per sopravvivere), sia a quelli positivi, lodando, nonostante ostacoli sempre più alti, quella produzione che non accenna a fermarsi, anzi.

«Dal 2001 ad oggi il Fus si è ridotto del 25%, da 530 milioni di euro a 390 milioni. La nostra categoria è senza sussidio di disoccupazione, senza pensione, senza tutele, ormai anche senza lavoro, eppure le attività culturali occupano in Italia quasi il 6% degli occupati totali – aggiunge Marta Galli, direttrice artistica di Prosa et Labora, anticipando i temi del dibattito previsto per domenica mattina – Tema di quest’anno sarà il rapporto fra Italia ed Europa; analizzeremo quindi ‘case history’ internazionali, con due operatori culturali che illustreranno le buone pratiche di Belgio e Inghilterra. Altra novità sarà la presenza quest’anno del Segretario generale della Camera del Lavoro di Milano. Intendiamo mostrare che la cultura significa azioni concrete, come già lo sono i festival e le oltre 190.000 produzioni teatrali che nascono ogni anno in Italia, senza contare il proliferare di spazi e teatri occupati, non solo Roma e Milano, ma anche a Venezia, Pisa, Palermo, Catania… Oltre ad analizzare lo stato attuale del lavoro artistico, faremo massa critica per presentare alle istituzioni azioni pratiche, soluzioni quali una legge quadro sullo spettacolo dal vivo, un sistema di agevolazioni fiscali per chi lavora e investe in ambito culturale, e una forma giuridica particolare per le imprese culturali. E ancora, per Milano, chiederemo l’istituzione di uno Sportello Unico per lo Spettacolo che semplifichi l’organizzazione di eventi culturali, e l’istituzionalizzazione del sistema delle residenze nei teatri stabili, per dare uno spazio alle compagnie in cui potersi dedicare alla qualità della produzione».

Queste le ambiziose quanto necessarie richieste che vorrebbe sostenere la seconda edizione di un festival ideato proprio per raccogliere le istanze e supportare i lavoratori dello spettacolo.
«Per questo abbiamo invitato a partecipare l’associazione Articolo 4, che si occupa di sostegno psicologico e orientamento ai lavoratori autonomi, e Lab 121 con AV Turnè che, per il secondo anno di fila, proporranno il loro Sportello del teatrante in crisi».

Non dimentichiamo la parte strettamente artistica, con gli spettacoli di Ascanio Celestini, 15 Febbraio, Teatro Magro, Into the Aquarius
Se poi non bastassero le tante novità anticipate, a rendere ancora più esclusiva la seconda edizione di Prosa et Labora sarà un omaggio a Franca Rame, attraverso Federica Fracassi che, al termine del dibattito, interpreterà un brano da un suo famoso spettacolo, per ricordare «una grande esponente della lotta per i diritti umani».
 

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