‘L’usignolo e la rosa’ in prima nazionale a Teatri di Vita

 

Una favola multimediale di Oscar Wilde per raccontare le delusioni d’amore

“L’usignolo e la rosa” del Teatro Nazionale di Bucarest
in prima nazionale a Teatri di Vita, Bologna (14-15 novembre)

Il canto dell’usignolo che sta morendo, la danza di due innamorati egoisti, la voce suadente del narratore e le volute leziose del videomaker: è all’insegna della contaminazione lo spettacolo proposto dalla più importante istituzione teatrale romena: il Teatro Nazionale di Bucarest.
L’usignolo e la rosa (Privighetoarea şi trandafirul) di Oscar Wilde è in programma a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; info: tel. 051.566330, www.teatridivita.it) venerdì 14 e sabato 15 novembre (ore 21.15). Soprattitoli in italiano.
La regista Carmen Lidia Vidu interpreta la favola  attraverso la fusione di diversi linguaggi, dal teatro alla danza, dalla musica al video, in uno spettacolo arguto e commovente. In scena Marius Manole, Carmen Ungureanu e Eduard Adam. Coreografia di Eduard Gabia, video Ioan Cocan, musiche dj Logan e Yann Le Blay, multimedia Ioan Cocan.

Cresciuta come regista multimediale-underground, Carmen Vidu ha lavorato in teatri indipendenti e locali alternativi, raccontando sempre in modo poetico storie d’amore, con molto colore, musica, immagini e pulizia.
Così in L’usignolo e la rosa, una favola e i nuovi linguaggi dell’arte contemporanea si incontrano dando vita a uno spettacolo denso di significati e arti. Una delle favole più belle e disilluse di Oscar Wilde che rivive grazie a un’incantevole produzione del Teatro Nazionale di Bucarest. Lo spettacolo si basa sulla contaminazione delle arti: teatro, danza (con la coreografia di Eduard Gabia), video (Ioan Cocan), musica (dj Logan e Yann Le Blay) si intrecciano riuscendo a comunicare la poesia, ma anche l’ironia, di questa triste storia raccontata dal grande scrittore 120 anni fa.
E’ la storia di uno studente innamorato che cerca inutilmente una rosa rossa nel suo giardino per darlo alla ragazza di cui è innamorato, ed è la storia di un usignolo che decide di immolare la propria vita, trafiggendosi il cuore con la spina di un roseto per ridare linfa alla pianta e farle sgorgare una bellissima rosa rossa in tempo per il dono dello studente. Il quale, portando la rosa rossa, scoprirà la gretta avidità della ragazza, che avrà reso vano il sacrificio dell’uccellino.
L’allestimento della giovane regista Carmen Lidia Vidu (28 anni) punta su una dimensione minimalista e sensuale e deve molto alla cultura visiva giovanile (in altre opere, per esempio, ha sviluppato un linguaggio teatral-fumettistico, di cui si avverte anche qui una forte eco). La voce suadente di Marius Manole accompagna la danza ammiccante e le schermaglie amorose di Carmen Ungureanu e Eduard Adam, racchiusi nell’architettura leziosa e allusiva della videografica.
Lo spettacolo è un esperimento multimediale, un catalizzatore di stati e sensazioni, è più uno spettacolo d’atmosfera che non una storia. Le parole sono meno importanti dell’amalgama di informazioni visive e delle emozioni che procurano. E’ anche un video in cui la storia è raccontata soprattutto attraverso immagini, musica e movimenti contorsionistici.

 

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