Sgomberi romani. Di precariato abitativo e artistico

Lo sgombero dell'Angelo Mai stamattina|Lo sgombero dell'Angelo Mai stamattina
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Lo sgombero dell'Angelo Mai stamattina
Lo sgombero dell’Angelo Mai stamattina (photo: comune-info.net)
“Crediamo che la nostra illegalità sia legittima. L’illegalità è fuori, dentro ai Palazzi, dove non sapevano neppure cosa stesse succedendo oggi. Noi siamo la nuova legalità”.

E’ questa una delle riflessioni rilasciate un’oretta fa da uno dei rappresentanti dell’Angelo Mai in una conferenza stampa improvvisata lì, all’aperto, mentre la camionetta dei Carabinieri vigila.

“Un atto della Magistratura mette sotto sequestro tre spazi con capi d’accusa pesanti come associazione per delinquere ed estorsione. E sembra che il Comune non ne sappia nulla: il Comune è assente”.

I fatti ormai sono noti: 21 perquisizioni e tre sgomberi in occupazioni vicine tra loro e legate al “Comitato popolare di lotta per la casa”.
E’ questo il risultato di una mattinata che ha impegnato la polizia, inviata all’alba a Centocelle, in via delle Acacie 56, in uno stabile occupato da alcune famiglie, ad Anagnina, davanti alla ex scuola Hertz, e all’Angelo Mai Altrove Occupato, alle Terme di Caracalla, spazio già sequestrato nell’autunno del 2012 e rioccupato dopo pochi mesi, protagonista della scena indipendente romana non solo teatrale e musicale.
 
“Rompere i sigilli vuol dire in questo momento arresto immediato – prosegue un ragazzo dell’Angelo Mai – ma noi prima o poi questo posto ce lo riprendiamo”.

“Lo sgombero all’Angelo Mai – riassume la giornalista Monica Pasquino – è cominciato alle 6,30 con un dispiegamento spropositato di forze dell’ordine. Spazio di fruizione culturale, dedicato alla produzione artistica indipendente, punto d’incontro per la creatività e per lo scambio di esperienze tra musicisti di tutta Italia, l’Angelo Mai, come il Teatro Valle, invece di essere valorizzato e difeso dalle istituzioni viene dunque criminalizzato e messo sotto attacco. L’Angelo Mai nasce dieci anni fa con l’occupazione di un ex convitto abbandonato nel centro di Roma, dove famiglie in emergenza abitativa e un folto gruppo di artisti lottano per il diritto alla casa e per il diritto agli spazi indipendenti per le arti e la cultura. Sgomberato nel 2006, l’Angelo Mai continua a programmare e produrre teatro, cinema e musica in maniera nomade nella città. Ad ottobre del 2009, riapre “altrove” in viale delle Terme di Caracalla, in seguito ad un’assegnazione del Comune di Roma attraverso la delibera 26. L’Angelo Mai Altrove torna in occupazione il 18 ottobre 2012 (L’Angelo Mai torna al rione Monti), di fronte all’incapacità dell’Amministrazione capitolina di sostenere la produzione artistica e di promuovere politiche culturali degne di una capitale europea. Oggi, di nuovo, dietro ai numerosi e ridicoli capi di accusa, si legge la volontà politica di un Comune che, secondo molti, ha in mente un’idea consociativista e vetusta di arte e cultura. Tutta la scena artistica contemporanea, che nella Capitale trova dimora solo in spazi occupati, autogestiti e piccoli teatri, viene oggi sequestrata con lo sgombero in atto”.

Lo sgombero dell'Angelo Mai stamattinaOltre a giornalisti e rappresentanti di numerosi spazi occupati romani, in gesto di solidarietà, è presente anche il capogruppo in Consiglio Comunale di Sel, Gianluca Peciola, che sottolinea l’ulteriore emergenza abitativa provocata da un’operazione attuata senza neppure avvisare i Servizi Sociali: “Sono circa 500 le persone interessate dallo sgombero. Ci stiamo muovendo per chiedere una risposta d’emergenza, perché quest’operazione, oltre allo sgombero di una realtà come l’Angelo Mai, ha provocato anche un’emergenza sociale. L’inchiesta, che pur rispettiamo, ha prodotto una situazione di disagio per famiglie con bambini, disabili, donne incinte. Queste operazioni non sono per interesse di ordine pubblico”.

Interviene anche Erica Battaglia, presidente della Commissione Politiche Sociali e della Salute di Roma Capitale: “Ci ha sconvolto il metodo. Siamo convinti che siano i tavoli di confronto a fare la qualità della vita della città. Oggi siamo qui per essere vicini ad esperienze come quelle dell’Angelo Mai, che personalmente frequento, sperando che possa essere un piccolo aiuto per aprire un confronto con la Città”.

“L’Angelo Mai è una forma di autorganizzazione dell’arte – prosegue il portavoce dell’Angelo Mai – E’ una priorità assoluta occuparsene, cosa che l’Italia non fa”.

Una nuova assemblea è prevista per oggi pomeriggio alle 17 al Parco San Sebastiano.
 

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