Primavera dei Teatri: per un Sud che non sia periferia

L'immagine scelta per la XV edizione di Primavera dei Teatri

L'immagine scelta per la XV edizione di Primavera dei TeatriSarà una quindicesima edizione ricca di prime nazionali e di eventi performativi a conferma, ancora una volta, di come il festival Primavera dei Teatri sia diventato ormai un appuntamento irrinunciabile per compagnie ed attori, operatori e appassionati di teatro.

Il festival prenderà il via martedì prossimo, 27 maggio, per concludersi lunedì 2 giugno, con sedici tra spettacoli ed eventi performativi in programma: sei giorni con tante prime nazionali, un laboratorio di scrittura drammaturgica condotto dal Premio Riccione 2011 Michele Santeramo ed incontri e attività collaterali.

«Primavera dei Teatri rinnova ancora una volta la propria volontà di tener fede alla vocazione esplorativa nei confronti degli artisti emergenti – spiegano i direttori del festival Saverio La Ruina, Dario De Luca, Settimio Pisano della compagnia Scena Verticale di Castrovillari – rivolgendo il proprio sguardo alla nuova drammaturgia e alle compagnie di recentissima formazione, provando a intercettare anche i più piccoli e periferici segnali vitali sparsi nella penisola. Un’edizione che lancia e stimola, e per noi che operiamo in campo culturale diventa un’occasione preziosa per diventare il centro di ciò che avviene e non più periferia».

La  manifestazione quest’anno sarà in ricordo di due critici scomparsi da poco, Domenico Rigotti e Giorgio Sebastiano Brizio.
Sostenuta dal Comune di Castrovillari e dall’Ente Parco Nazionale del Pollino dal Gas Pollino, Primavera dei Teatri non rappresenta solo uno dei palcoscenici più ambiti al Sud, ma è anche occasione di crescita del territorio e prezioso investimento per la città di Castrovillari in termini di ricaduta economica.

Tante le prime nazionali, a partire dal Teatro dell’Argine, che mette in scena “Pitùr” (31 maggio) di Mario Perrotta. Dopo “Un bès”, che aveva debuttato proprio a Primavera dei Teatri nel 2013 e per il quale Perrotta aveva vinto il Premio Ubu come “migliore attore”, il secondo movimento del Progetto Ligabue dà voce, suono e fatica fisica all’artista e alle storie contenute nei suoi quadri.

Sarà invece l’unione insolita di Fanny & Alexander, Lorenzo Gleijeses e Mirto Baliani a dar vita a “Discorso Celeste” (30 maggio), ideato e diretto da Luigi De Angelis dal testo di Chiara Lagani: un’indagine nell’ambito dello sport come esperienza religiosa. Nel tentativo di approssimare e riprodurre il colore e la luce del cielo, di alludere a tutto ciò che è divino, ma anche di ciò che è eccellente, straordinario, di grande virtù.

I Sacchi di Sabbia approdano al festival con la tappa conclusiva del loro viaggio nella tradizione dei Maggi Toscani: “Piccoli suicidi in ottava rima vol. 1 e 2” di Giovanni Guerrieri.
Avventura, western, fantascienza sono gli ingredienti di piccole e divertenti allegorie di genere. Un lavoro che condivide un immaginario con lo spettatore, per poi rovesciarlo e infine straniarlo.

I padroni di casa di Scena Verticale presentano invece, in anteprima nazionale, “Và pensiero che io ancora ti copro le spalle”, il 1° giugno, di Giuseppe Vincenzi per la regia di Dario De Luca: le cronache tragicamente comiche di un omino e dei suoi fallimenti; i bisogni e desideri di un paese fondato sul reality; un paese di uomini e donne che esprimono al meglio le loro emozioni solo con le faccine nei messaggi su WhatsApp.

Punta Corsara dà vita, con “Hamlet Travestie”, di Gianni Vastarelli ed Emanuele Valenti alla storia di una famiglia napoletana intrappolata in una stasi violenta in nome dell’unità. La vicenda shakespeariana diventa il canovaccio di un’improbabile tragedia redentiva che ha come protagonista una famiglia “fuori di sesto”.
Teatro Kismet Opera propone “Namùr” (29 maggio) di Antonio Tarantino per la regia di Teresa Ludovico. Il 19 giugno 1815, mentre l’armata francese è in rotta e Napoleone è in fuga verso Parigi, in una capanna fuori Namur, Marta e Lucien fanno l’amore e conversano del futuro e della guerra. I loro dialoghi crudeli ma universali risuonano nell’immensità della notte che si popola di storia.

In Calabria arriverà anche la Piccola Compagnia della Magnolia per presentare il debutto di “Atridi/Metamorfosi del Rito”: un voluminoso affresco di famiglia riflette la piccola e la grande storia dell’umanità, nella quale si può scorgere una parte di noi stessi.
Quotidiana.com dà vita, con “L’anarchico non è fotogenico” ad un testo che, passo dopo passo, si oppone all’opinione comune e alle mistificazioni del buon senso. Uno spettacolo che tenta di  stravolgere le vecchie strutture e realizzare nuove combinazioni, sollecitando un intelletto disobbediente e operativo.
Teatrino dei fondi mette in scena “La prima cena” di Michele Santeramo per la regia di Michele Sinisi. E’ la storia di due fratelli e una sorella che, un mese dopo il funerale del proprio padre, vengono a conoscenza di un’eredità fatta di storie personali mai condivise.

Tra le novità in programmazione quest’anno, a conferma dell’attenzione del festival per i “frutti” della propria terra e del Sud in generale, gli spettacoli di tre compagnie teatrali calabresi: la compagnia lametina Scenari Visibili propone “Patres” del messinese Saverio Tavano e Dario Natale. Una riflessione sui moderni “Patres” smarriti nello stesso mare in cui ogni giorno si perdono i loro figli, naufragati da una nave che loro stessi hanno affondato e abbandonato.
Scena Nuda racconta con “Padre, Figlio e Sotto Spirito” (31 maggio), di Mauro Santopietro, la storia di tre persone diverse, tre modi di agire e pensare di fronte ad un evento improvviso che li obbliga a confrontarsi e a cambiare tutto: la guerra.
Anomalia presenta invece il 2 giugno “Scarpestrette”, di Rita De Donato. La storia di una sorella e un fratello, due figure strette ai margini di una società basata su ideali di forza, sanità e virilità. Ada è costretta a un matrimonio forzato. Vincenzo, il “picchiatello”, si prepara a  partecipare al raduno della gioventù fascista.

Completano il programma due giovani compagnie con altrettanti spettacoli che hanno già ottenuto l’attenzione di pubblico e critica. Internoenki mette in scena “M.E.D.E.A Big Oil” di Terry Paternoster, vincitore del Premio Scenario per Ustica 2013, spettacolo che il 28 inaugura il festival, una rielaborazione contemporanea del mito di Medea come strumento per raccontare una terra ferita e sfruttata: la Basilicata, la regione più povera d’Italia ma più ricca di petrolio e con il più alto incremento di tasso tumorale.
Carrozzeria Orfeo propone un altro successo di questa stagione: “Thanks for Vaselina”, grottesca rappresentazione di essere umani sconfitti e abbattuti. Fil e Charlie, mentre gli Usa decidono di distruggere tutte le piantagioni di droga in Messico, tentano il colpaccio della loro vita: organizzare un grosso traffico di marijuana dall’Italia al Messico.

Il cartellone del festival si arricchisce di due eventi performativi. Il primo “Quiet Room”/Effetto “Sub Mozart”- interazione Orff”, a cura di Gianfranco De Franco, è un’installazione sonora interattiva che trasforma i segnali/suoni/composizioni rendendoli inudibili per l’orecchio umano ma rimanendo percettibili dal cervello e da tutto il corpo.
Il secondo, “Due tempi_studio secondo”, a cura di Three Minutes Ago, lavora sulla percezione instabile e sensibile dello spettatore nei confronti di uno spazio, di un oggetto, di un materiale.

Krapp, in questo inizio di estate dei festival, si dividerà tra nord e sud, per raccontarvi cosa accade d’interessante “Da Torino a Palermo, dal futuro al moderno, dalle fabbriche alle lampare”.
 

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