10 gennaio 2009
E’ passata meno di una settimana e già il mio corpo si trova nel pieno di una burrascosa metamorfosi. I muscoli guizzano, il fiato non si spezza, e questa mattina l’aria frizzante di Leyton m’ha fatto addirittura venire voglia di fare un po’ di jogging. Fortunatamente mi sono resa conto in tempo di quanto questo mio afflato fosse poco adatto alle condizioni meteorologiche odierne e mi sono limitata a una passeggiatina fino al supermercato.
Corinne mi ha preannunciato che l’ultimo giorno di lezione dovrò presentare un assolo di cinque minuti, a tema. Cinque minuti sono eterni. Cinque minuti di mimo vogliono dire mesi di prove e perfezionamento. Temo di non farcela, poi mi dico che se Corinne me l’ha proposto vuol dire che sa che posso farlo. Ebbene, lo farò – mi ripeto mentre infilo nel cestino della spesa una non meglio specificata tisana disintossicante. Tra l’altro questo mi obbliga a lavorare in inglese su due autori dei quali blateravo da tempo di voler approfondire la mia conoscenza… Beckett e nientepopodimenoche Kafka.
12 gennaio 2009
Certo la mia conoscenza dell’inglese letterario mi darebbe sufficienti motivi per crollare nella depressione più nera, ma Londra è bella e in più di una settimana ha piovuto solo una volta!
L’altro pomeriggio sono andata al London Royal Court Theatre. Si tratta di un “main theatre” (per capirci, un fratellino del nostro Piccolo Teatro, o del Duse di Bologna) all’interno del quale molto spazio viene dedicato alle nuove drammaturgie. Io sono entrata gratis, grazie al mio amico Alvaro, attore messicano trapiantato a Londra che sta andando in scena in Wig Out!, esilarante spettacolo sull’universo delle drag queen. Due ore di delirio al quale il pubblico ha partecipato senza reticenza alcuna, sbracciandosi, applaudendo, gridando insieme agli attori. Non si tratterà sicuramente dello spettacolo più bello del 2009, ma ne vale proprio la pena. E poi bisogna ammetterlo, questi attori in scena fanno proprio di tutto, senza rispiarmarsi, e vederli è un piacere.
Ma al Duse di Bologna vedrò mai una cosa del genere? La risposta è no, non la vedrò.
E poi, dopo lo spettacolo, parlando con Alvaro della sua preparazione e degli innumerevoli provini che sostiene ogni settimana, sono affiorate prepotentemente le differenze tra la sua condizione e la mia, che di audizioni non ne faccio praticamente da anni e non perchè non voglia ma perchè in Italia le audizioni non sono pubbliche.
Infine, uscita, dal teatro mi sono goduta il sabato londinese camminando col naso all’insù nei pressi di Sloan Square.
Temporaneamente chiuso il capitolo mimo, ho trascorso la domenica tra i mercatini di Brick Lane, che si conferma essere la mia zona preferita di Londra (almeno, per ora). E sono riuscita a comprarmi un vestito da sera per soli otto pounds. Fiera di me ho cominciato la mia seconda settimana londinese.