MOVIMENTI
Gesti di teatro necessario
Venezia, Teatro Fondamenta Nuove
Dopo il grande successo della prima parte, che ha visto protagonisti i Nanou, Teatrino Clandestino e Babilonia Teatri, torna “Movimenti – Gesti di teatro necessario”, la rassegna del Teatro Fondamenta Nuove che mette a confronto alcune delle più stimolanti esperienze del teatro contemporaneo delle ultime generazioni, attraverso un percorso di spettacoli, residenze, laboratori e incontri.
Pensata in stretta collaborazione con Operaestate Festival di Bassano, con la consulenza artistica di Carlo Mangolini, “Movimenti” si è prefissa di costruire una riflessione a più voci su quelle che sono le linee e i temi più importanti della scena sperimentale di questi anni, in particolare sulle generazioni dei cosiddetti “Teatri 90” e sulle più recenti esperienze raccolte in due pubblicazioni denominate “Iperscene”.
La formula, originale, è ormai nota: le compagnie dapprima presentano lo spettacolo, per poi entrare in residenza presso il teatro e offrire poi, al termine della stessa, una prova aperta a ingresso gratuito sul nuovo lavoro svolto, seguita da un incontro con il pubblico condotto da un critico che proprio su quella compagnia concentra i suoi studi.
Questa seconda parte della stagione vede protagonisti i romani Muta Imago, gli Ooffouro e l’Accademia degli Artefatti, che indagheranno – ognuno con la propria sensibilità – il rapporto tra spazio e gesti, corpo e geografie, emozione e linguaggio.
Si parte mercoledì 11 marzo, in un’ideale continuità con la Biennale Teatro appena conclusa, con la compagnia romana Muta Imago, che presenta un lavoro che sembra fatto apposta per una città come Venezia, “comeacqua”, incantevole gioco scenico nel quale due figure maschili interagiscono in uno spazio vuoto nel quale pendono sacchetti di plastica pieni d’acqua.
Un lavoro nel quale emergono “la precisione, l’esattezza, l’eleganza e l’armonia dei passaggi, la nitidezza formale di un continuo rilancio di fantasie, la straordinaria capacità evocativa, più narrativa che simbolica, più descrittiva che concettuale”.
I Muta Imago saranno poi in residenza per una settimana presso il teatro, dove lavoreranno al progetto “Madeleine”, i cui esiti saranno presentati in una prova aperta a ingresso libero il 18 marzo, condotta dal critico Jacopo Lanteri. Come dicono gli stessi Muta Imago, “il sogno e la paura sono gli elementi costitutivi del mondo di Madeleine. Insieme a due performer, un uomo e una donna, un attore che parla con il corpo e una ballerina che si muove con la mente. Insieme a una scenografia fatta di soglie, di proiezioni, di inganni, di trasparenze, di riflessi. Insieme alla nebbia, al fumo e al vento. Tanto vento”.
Officina Ouroboros, meglio nota come Ooffouro, arriva a Venezia venerdì 20 marzo con “ABQ”, affascinante lavoro che nasce dai risultati di una ricerca dell’artista multidisciplinare Alessandro Carboni. Partendo dallo studio di sequenze e pattern di movimento di danze classiche del sud dell’India, ma anche traendo ispirazione da uno studio sulla matematica vedica, “ABQ” interroga la relazione tra il numero e i processi di composizione coreografica, incontrandosi con il Beckett di “Quad” , attraverso un dettagliato studio del concetto di “zero” e una serrata indagine sulle sue origini.
Dopo la residenza, gli Ooffouro presenteranno venerdì 27 il progetto “WBNR” in una prova aperta conclusiva a ingresso libero, seguita da un incontro con il pubblico.
“WBNR” è un progetto multidisciplinare di ricerca che indaga la relazione, interrelazione e dialogo tra diversi media quali: corpo, città e codice generativo e le loro interpolazioni attraverso la coreografia, le arti visive, la geografia urbana e le nuove tecnologie.
Il progetto si sviluppa attraverso la costituzione di piattaforme di lavoro in diversi luoghi del mondo: per la Platform#7_Venezia la ricerca si focalizza un indagine specifica della percezione del movimento amplificando le qualità propriocettive di un danzatore.
Dopo il grande successo dello scorso anno, l’Accademia degli Artefatti torna al Teatro Fondamenta Nuove il 29 e il 30 aprile per concludere il Progetto Ab-uso sulla scrittura irresistibile di Tim Crouch: “My Arm” è il monologo di un trentenne che ha sfidato se stesso e le proprie possibilità, la propria noia e quella universale: un giorno porta un braccio sopra la testa e prova a verificare per quanto tempo riuscirà a tenercelo. Un lavoro multimediale e straordinario, un mondo ulteriore e un linguaggio che raccontano una storia tanto vera e per questo impossibile.
IL CALENDARIO
Mercoledì 11 marzo, ore 21
MUTA IMAGO
“COMEACQUA”
ideazione Glen Blackhall, Riccardo Fazi, Simona Frattini, Fabio Ghidoni, Claudia Sorace, Massimo Troncanetti
con Glen Blackhall, Simon Blackhall
vestiti Fiamma Benvignati
Mercoledì 18 marzo, ore 21
MUTA IMAGO
“Madeleine” prova aperta
seguirà un incontro condotto da Jacopo Lanteri
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Venerdì 20 marzo, ore 21
OOFFOURO
“ABQ – Mechanical extention in four arithmetic operations” (knot version)
PROGETTO Alessandro Carboni
ricerca, coreografia e interpretazione Alessandro Carboni
musica Danilo Casti
datore luci Manuel Carreras
Venerdì 27 marzo, ore 21
OOFFOURO
“WBNR: WHAT BURNS NEVER RETURNS”
PLATFORM #7 VENEZIA – prova aperta
dopo lo spettacolo gli Ooffouro incontrano il pubblico
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Mercoledì 29 e giovedì 30 aprile, ore 21
Accademia degli Artefatti
“My Arm – progetto ab-uso”
DI Tim Crouch
traduzione Luca Scarlini
regia Fabrizio Arcuri
CON Matteo Angius, Emiliano Duncan Barbieri
assistente alla regia Luigi Coluccio
VIDEO Lorenzo Letizia
Cura degli ambienti Diego Labonia
Mercoledì 29, dopo lo spettacolo, incontro con gli artisti e il pubblico condotto da Andrea Porcheddu