Jean-Luc Lagarce oggi: ne parliamo con Franco Quadri e Carmelo Rifici

Carmelo Rifici

Con Franco Quadri e Carmelo Rifici affrontiamo l’opera di Lagarce, fra i drammaturghi contemporanei più rappresentati nelle sale francesi

Carmelo Rifici
Carmelo Rifici (photo: piccoloteatro.org)

Prima di essere autore, fu attore e regista di testi scritti da altri. Ora, dopo la morte nel 1995 per Aids all’età di 38 anni, Jean-Luc Lagarce è il drammaturgo contemporaneo più rappresentato nelle sale francesi, terzo in assoluto dopo Shakespeare e Molière: a lui sono dedicati ovunque convegni, pubblicazioni, tesi di laurea, ed i suoi testi – tradotti in una dozzina di lingue – sono sempre più rappresentati anche all’estero.

Lagarce è l’autore scelto come simbolo dell’edizione di quest’anno di “Face à Face“, la più importante operazione di scambio culturale fra scena francese ed italiana.
In prima fila per la realizzazione del progetto è il Piccolo Teatro di Milano, dove il regista Luca Ronconi ha messo in gioco ogni vigore per far conoscere in Italia queste drammaturgie.

Fino al 18 febbraio è stato proposto al pubblico milanese “I pretendenti” per la regia di Carmelo Rifici, una farsa tragicamente attuale che smaschera il gioco delle parti di un gruppo di funzionari della cultura.
A fine marzo debutterà (con uno slittamento di data dal 18 al 28) “Giusto la fine del mondo”, regia dello stesso Ronconi, che così descrive le opere di Lagarce: “Le sue commedie sono una sfida al regista: ‘Giusto la fine del mondo’ già nella prima pagina pone un problema di regia. La didascalia di Lagarce specifica che la scena di svolge una domenica, in casa della madre di Louis, oppure nell’arco di un intero anno. Come la scrittura rifletta questa doppia temporalità e come essa possa realizzarsi in teatro è in qualche modo la questione affidata a chi la mette in scena, al regista come all’attore. Allo stesso modo, nei ‘Pretendenti’, le uniche scene in cui si dichiara che cosa stia realmente succedendo si svolgono nella stanza accanto a quella dove è ambientata l’azione. Gli spettatori sono invitati non a cercare di capire ma semplicemente a cercare di vedere il fenomeno che ha luogo in palcoscenico. Vedere è sufficiente a conoscere: la pretesa di capire, per questa volta, può anche restare in secondo piano…”.

In Italia Ubulibri (in libreria da questa settimana con la raccolta di testi di Lagarce “Teatro I. Ultimi rimorsi prima dell’oblio, Giusto la fine del mondo, I pretendenti, Noi, gli eroi”) consentirà di conoscere uno scultore della parola sdrucita, consumata, svuotata di senso e sentimento dall’interno, per alimentarne uno doppio, che ha senso altrove, magari in un altro tempo, in una stanza a fianco, in un’alterità inspiegata e inspiegabile. Dialoghi verbosi ma in cui le molte parole servono per eludere e non per dichiarare, per nascondere e non per rivelare. Quasi un assillo, quello di Lagarce, per la mancata dichiarazione o per il doppio senso assoluto del teatro.

Il video che proponiamo oggi si compone di tre contributi raccolti il 28 gennaio scorso, durante la conferenza stampa che ha preceduto il debutto de “I pretendenti”: un evento a cui hanno partecipato Franco Quadri, direttore della Ubulibri, François Berreur, regista ed editore francese di Lagarce, il regista Carmelo Rifici e il direttore del Piccolo Teatro Sergio Escobar.

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