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A Pontedera arrivano (anche) Peter Brook, François Tanguy e Odin Teatret

Odin Teatret
Odin Teatret (photo: Tony D’Urso)

Si apre oggi il festival di Pontedera (PI) che vedrà fino al 30 novembre al nuovo Teatro Era spettacoli teatrali ma non solo, proprio per inaugurare le attività del nuovo spazio della Fondazione. Ad aprire, stasera, i padroni di casa: la Compagnia Laboratorio di Pontedera con Amleto. Nella carne il Silenzio. Stasera e domani Amleto sarà così circondato da re, regine, spettri, Ofelie, Orazi e Poloni che si moltiplicheranno prendendo corpo intorno a lui per spingerlo verso la propria “fine”. Regia di Roberto Bacci.
Attesa, il 24 e 25, per Peter Brook, in arrivo dal modenese Vie per presentare anche a Pontedera la nuova ricerca teatrale in tedesco Warum Warum, con Miriam Goldschmidt.
Sarà poi il turno di Moni Ovadia, che con Kavanàh ci porterà ancora una volta tra le storie e i canti della spiritualità ebraica.

Ospite atteso, dal 30 ottobre al 1° novembre, è il Théatre du Radeau di François Tanguy con Ricercar. Tanguy “una volta ancora mette insieme un gruppo di attori e di tecnici per creare un teatro di resistenza con i metodi, con i mezzi dell’intrattenimento superficiale, con le teorie settarie, con formalismo, con irrazionalità, un teatro incentrato sul piacere del pensiero, sulla forza dell’immaginario e sulla violenza della poesia drammatica. Un teatro d’urgenza creato non nella confusione ma nel rigore, che convoca in scena tutte quelle arti capaci di arricchirlo e senza le quali sarebbe forse soltanto un guscio vuoto: la pittura, la musica, la letteratura, la filosofia…”. “Il titolo Ricercar – spiega Tanguy – anche se evoca questi movimenti intrecciati e ripetuti che provengono da fonti e dinamicità sonori diversi, stanno qui ad indicare un ‘milieu’, derivato dalla parola stessa. Ricercare: cercare, esaminare, viaggiare attraverso… Ciò, l’inclusione di ritorno delle figure, dei corpi, delle parole, nell’apparire dello spazio e del tempo – delle delibere costantemente riprese, convocate e revocate dai vivi e dai morti, delle sembianze e dei significati, delle arie e delle erbe”.

L’Odin Teatret di Eugenio Barba presenterà Le grandi città sotto la luna: “E’ nato per caso, da un baratto del nostro teatro con un gruppo di pazienti di un ospedale psichiatrico a Bielefeld in Germania nel 2000 – ripercorre Barba – Pensavamo di presentarlo solo una volta. È diventato, invece, parte del nostro repertorio. Lo spettacolo descrive pacatamente scene di esilio, di stragi e soprusi della storia del XX secolo accompagnate da canti di poeti a noi cari: Bertolt Brecht, Jens Bjørneboe, Ezra Pound”.

Tra gli altri ospiti Teodora Castellucci con A elle vide, La sofferenza della luce di e con Luisa Pasello, Marco Paolini con le sue Schegge dagli album, Claudio Morganti in Scimmia, il Pirandello nero con l’attore brasiliano Carlo Augusto Carvalho, la Banda Osiris “in technicolor”, Krypton, la Compagnia Virgilio Sieni in Solo Goldberg Improvisation, Danio Manfredini, la prima assoluta di Bikini bum bum di Roberto Latini, Passaggio in India di Lombardi e Tiezzi

Ricordiamo, inoltre, tra gli altri appuntamenti della rassegna, anche gli incontri, tutti ad ingresso libero. Fra questi segnaliamo quello del 30 novembre, a chiusura del festival, con Thomas Richards e Mario Biagini del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards.
Sabato 25 ottobre, invece, alle 17,30  si terrà una conferenza su Mejerhol’d: corpo e rivoluzione tenuta da Fausto Malcovati, docente di letteratura russa all’università Statale di Milano e tra dei massimi esperti di teatro russo del Novecento. Ha tradotto e presentato i testi dei tre maggiori maestri della rinascita teatrale russa: Stanislavskij, Mejerchol’d, Vachtangov.
Infine, dal 24 al 27 novembre, Ares Tavolazzi conduce Il codice del ritmo, un laboratorio gratuito per attori sullo studio e l’analisi della struttura ritmica e sul confronto tra le modalità improvvisative del jazz e l’idea di improvvisazione teatrale.

PROGRAMMA

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