E’ un festival particolare Terreni Creativi che ci ha ospitato ad Albenga, in provincia di Savona, nella prima settimana di agosto. Organizzato dalla compagnia Kronoteatro per la quinta volta, anziché invadere i cortili e le piazze della cittadina “dalle 100 torri”, porta gli spettacoli in alcune aziende agricole, trasformando questi imponenti spazi che costellano quasi tutta la regione ligure in luoghi di spettacolo: dalla danza alla musica, dal teatro alla presentazione di libri.
Sono luoghi bellissimi trasformati per l’occasione anche dalle opere degli artisti visuali del progetto Terraferma, coordinato da Valeria Barbera, dove piante aromatiche e ulivi emergono come assoluti padroni sul numerosissimo pubblico, spettatori che con gli anni hanno imparato ad amare questa rassegna, gustando così, oltre agli spettacoli, una cena da condividere con organizzatori ed artisti.
Ogni sera, arrivando nelle serre location degli eventi, siamo stati accolti dalle particolari performance del Laboratorio Creativo Danza 2014 curato da Nicoletta Bernardini.
E per tutti i tre giorni della programmazione la compagnia toscana de Gli Omini, capace di stuzzicare il pubblico in modi assai diversi tra loro, ci ha intrattenuto con “La lunga Asta del Santo”, un vero e proprio “mercante in fiera” con tanto di premi a tema, durante il quale gli spettatori sono stati invitati da un battitore e dal suo servo aiutante a comprare l’effige di un santo con fiches prestate ed utilizzate ad hoc.
Un gioco divertente, condotto con brio da Luca Zacchini e Nicolò Belliti che potrebbe forse essere ancor più drammatizzato, ma che in questa occasione ha ottimamente espletato la sua funzione di avanspettacolo.
Il clou di ogni serata è stato rappresentato da tre creazioni, assai diverse tra loro, ma tutte di ottimo livello.
Il romano Andrea Cosentino ha presentato un suo lavoro di successo di qualche anno fa, “Primi passi sulla luna”, curiosa dissertazione sul vero e sul falso, che mescolando storia personale – anche dolorosa – a fatti epocali, come il famoso allunaggio dell’Apollo 11, spesso messi in discussione nella loro corretta realizzazione, porta lo spettatore a ragionare su come la verità sia un concetto molto labile e facilmente manipolabile.
Lo spettacolo, intelligente e curioso, andrebbe però, secondo noi, sfrondato di qualche ripetizione che lo appesantisce soprattutto verso la fine.
Quotidiana.com (Paola Vannoni e Roberto Scappin) hanno presentato invece “Sembra ma non soffro”, secondo episodio della loro trilogia dell’inesistente, di cui a fine maggio a Castrovillari, per Primavera dei Teatri, avevamo sperimentato la prima parte. Una trilogia molto particolare e significativa che rappresenta un unicum nel teatro italiano.
La coppia, protagonista di tutte e tre gli spettacoli, si esprime attraverso brevi dialoghi surreali, intervallati da lunghi silenzi, e questa volta ha per scenografia due inginocchiatoi di legno. Non sono più i cow-boy dello spettacolo precedente, capaci di combattere contro la stupidità imperante, a questa resta solo la possibilità di poter sbeffeggiare sommessamente, attraverso una preghiera, che ovviamente sarà inascoltata, i luoghi comuni che le convenzioni ci hanno abituato a dover accettare.
Ma la vera sorpresa del festival è stata la performance del funambolico Leo Bassi, artista giramondo che conosciamo da oltre vent’anni per le sue fantasiose incursioni anche al Festival di Santarcangelo.
A 62 anni l’artista, con “The best of”, imbastisce una specie di canto del cigno che riassume la sua poetica, questa volta non caratterizzata dal solito fiume di continue laceranti provocazioni verso il pubblico, ma filtrata da uno sguardo disincantato e melanconico su un mondo in rapido declino, dominato solo dagli interessi.
Pezzi di vita personale, inframmezzati dalla declinazione dei meccanismi che conducono al riso, ci portano così a riflettere sulle cose della vita che per l’artista francese valgono la pena di essere vissute se le si guarda da un punto di vista dirompente.
Non c’è più la cattiveria di una volta nel nostro “fool”, piuttosto la consapevolezza che il mondo è già di per sé così cattivo da non esserci più bisogno di provocazioni bensì di benevola poesia; ed è per questo che alla fine Leo Bassi si cospargerà di miele e piume, per diventare un angelo.
Durante l’ultima giornata anche la presentazione del libro di Oliviero Ponte di Pino, “Comico & Politico”. Svestiti i panni di critico teatrale, PdP propone una riflessione sulla crisi della democrazia alla luce delle caratteristiche comunicative del fenomeno mediatico Beppe Grillo. Senza addentrarsi in analisi politiche o giudizi, si limita a mettere in fila fatti e avvenimenti che hanno preceduto il fenomeno “5 stelle” per farcelo comprendere meglio, alla luce del rapporto comico-politico, un rapporto che ha imbevuto di sé, nel tempo, anche altre esperienze in Paesi diversi dall’Italia.
A chiudere tutte e tre le serate è stata sempre la musica; nell’ultima, in particolare, segnaliamo la presenza di Andy Smith, cofondatore dei Portishead, che ha offerto un dj set targato rigorosamente anni ’40/’70. Per un arrivederci in vinile d’epoca.