Confesso una certa difficoltà nel restituire un’impressione chiara e definitiva a proposito di “Abito”, prima nazionale del Festival Teatro Era, per la regia di Roberto Bacci – direttore artistico della rassegna che firma la regia di quattro spettacoli presenti nella stessa – e Anna Stigsgaard.
Un uomo si ritrova un mattino fuori della sua stanza, con indosso pigiama e pantofole, immerso in una città (Lisbona) a lui sconosciuta, tra altri sconosciuti che lo coinvolgono di forza in azioni strampalate. Ed è proprio in mezzo a queste che il protagonista si perde, alla ricerca di un senso esistenziale che vada oltre la vita quotidiana.
Ecco il nucleo attorno a cui si sviluppano i settantasette minuti della rappresentazione, liberamente ispirata al “Libro dell’inquietudine”, frammenti di prosa autobiografica firmati da Fernando Pessoa.
Lo spazio scenico è popolato da attori in abito scuro, calzini rossi e cappello, che spesso si muovono in bicicletta, dando vita al caotico tran tran urbano. Ma le stesse biciclette si prestano a produrre suoni, generare strutture architettoniche e confini. La scenografia – ricca di spunti e invenzioni – risulta essere la nota più interessante dell’intero lavoro, assieme alle scene corali, siano queste canti dal vivo o scorrazzate di gruppo in sella alle due ruote lungo il perimetro dello spazio scenico.
Purtroppo, però, alcune scelte drammaturgiche e registiche hanno come effetto quello di ingolfare, troppo riempire, voler dire e spiegare, insistendo su meccanismi che alla fine rischiano di divenire ripetitivi, quasi si volessero riempire degli spazi vuoti che tali non sono. Si rimane sospesi, in attesa di uno scarto finale, di un’accelerazione, che purtroppo vengono a mancare.
Prendendo spunto dal titolo, mi rimane un dubbio: non capisco se si tratti di un abito ben cucito ma fatto di una stoffa di non buona qualità o, viceversa, se la stoffa sia buona ma le maniche risultino troppo lunghe e sdrucite. In sostanza qualcosa non torna. La sensazione è che tutto ciò che di valido il lavoro offre nella prima parte svanisca nell’ultima mezz’ora, danneggiando così l’architettura imbastita sino a quel punto.
ABITO
ispirato a “Il libro dell’inquietudine” di Fernando Pessoa
produzione: Fondazione Pontedera Teatro; Compagnia Laboratorio di Pontedera/Roberto Bacci e Anna Stigsgaard
regia: Roberto Bacci e Anna Stigsgaard
interpreti: Elisa Cuppini, Savino Paparella, Francesco Puleo, Tazio Torrini
coro in bicicletta Valentina Bechi, Alice Casarosa, Chiara Coletta, Simone Evangelisti, Julia Filippo, Alice Maestroni, Marco Picello, Irene Rametta, Silvia Tufano, Cristina Valota, Sara Morena Zanella
drammaturgia: Stefano Geraci e Roberto Bacci
arrangiamenti musicali: Anna Stigsgaard e Clio Gaudenzi
training fisico: Clio Gaudenzi
preparazione e direzione fisica del coro: Elisa Cuppini
scene e costumi: Márcio Medina
pitture di scena: Sergio Seghettini, Maria Cristina Chierici
realizzazione costumi: Patrizia Bonicoli
creazione luci: Fabio Sajiz
direzione tecnica: Sergio Zagaglia
allestimento tecnico: Stefano Franzoni e Giovanni Berti
fabbro: Leonardo Bonechi
durata: 77’
applausi del pubblico: 2’ 04’’
Visto a Pontedera (PI), Teatro Era, il 20 ottobre 2010