Produce spettacoli che, negli anni, ha presentato in tutto il mondo: è la compagnia teatrale pratese Teatro di Piazza e d’Occasione (Compagnia TPO), una delle più affermate nel fantastico universo del “teatro ragazzi”. I suoi spettacoli migrano tra Europa, Asia, America e Australia grazie a un’offerta artistica all’avanguardia e a uno staff organizzativo formato e competente.
In questi giorni viene presentata, nella sua sede pratese, la co-produzione con il Come Out Festival di Adelaide, frutto di una residenza creativa tenutasi nella città laniera. “Aborigena” è un viaggio nell’universo dei nativi australiani, interpretato da due ballerini eterogenei come stile e formazione (Anna Balducci, pratese, e Deon Hastie, aborigeno) e una performer, Lou Bennett, anch’essa aborigena.
Come nel recente “Barocco”, anche in questo spettacolo il marchio di fabbrica Tpo è evidente. Il regista della compagnia Davide Venturini (qui insieme al suo partner australiano Jason Cross) da anni porta avanti un percorso di teatro per l’infanzia multimediale e interattivo, dalle grandi risorse e innovazioni video-tecnologiche, volto a valorizzare l’elemento ludico della messa in scena. Il pubblico (bambini dai 5 anni in su) infatti si diverte, salta e si rotola sul tappeto bianco su cui vengono proiettate le meraviglie tecnologiche della digital designer Elsa Mersi ispirate all’universo australiano e basate su dipinti dall’artista australiana Delwyn Mannix.
E allora il fiume, i serpenti e gli uccelli, il boomerang e la notte stellata sono i protagonisti di uno spettacolo che, grazie all’interazione, diventa punto d’incontro fra i riti ancestrali degli aborigeni australiani (sottolineati dai racconti e dai canti di Lou) e il rito di un teatro inteso come festa (in questo caso per bambini), gioco, espiazione, magia (con video che interagiscono direttamente con lo stupore dei più piccoli). A questa miscela di video-arte, danza e canto, si aggiunge un notevole stile figurativo e cromatico, volto a stimolare il cervello e la sensibilità del pubblico bambino.
Il gioco infantile, onesto e ingenuo che viene scatenato serve anche all’adulto per esorcizzare i danni che il colonialismo britannico ha fatto alla popolazione aborigena, che abita l’Australia da quarantamila anni. Le violenze e le repressioni non vengono menzionate, come per dire alle generazioni future che c’è ancora qualcosa da salvare. Quando poi viene rappresentata l’Australia moderna, col caos delle metropoli tradotto scenicamente in stile videogame con attraversamento pedonale, allora lì si enfatizza l’abisso che separa il paradiso artificiale del bambino mentre gioca e l’inferno d’asfalto e smog che sono diventate le città, anche in Australia. Un vero e proprio messaggio politico “celato” sotto l’etichetta del teatro ragazzi.
Un ottimo lavoro, intelligente e tecnicamente eccellente. Più coinvolgente di tanto teatro adulto, più sperimentale di tanto teatro d’avanguardia.
Dopo questo debutto (in scena al Fabbrichino di Prato fino al 5 aprile), lo spettacolo ha già delle date confermate in Australia, che si uniscono alle restanti tappe internazionali delle altre produzioni. Segno evidente che questo ‘made in Prato’ doc non ha voglia di fermarsi.
ABORIGENA I colori dell’Australia
SALTBUSH [ccc] children’s cheering carpet
direzione artistica: Davide Venturini e Jason Cross
collaborazione ai testi: Sasha Zahra
visual artist: Delwyn Mannix
performer musicale e vocale: Lou Bennett
coreografia: Deon Hastie, Anna Balducci
digital designer: Elsa Mersi
computer engineering: Rossano Monti
sound designer: Spartaco Cortesi
collaborazione artistica: Edoardo Donatini, Francesco Gandi e Stefania Zampiga
organizzazione: Valentina Martini, Valeria Castellaneta, Francesca Nunziati
coproduzione: Compagnia TPO/Teatro Metastasio Stabile della Toscana/Come Out Festival (Adelaide – Australia)
durata: 46’
applausi del pubblico: 1’
Visto a Prato, Teatro Fabbrichino, il 30 marzo 2009
prima assoluta