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Al cimitero si cena tra storie di spietata umanità

La cena al cimitero di Beppe Rosso
La cena al cimitero di Beppe Rosso
La cena al cimitero di Beppe Rosso (photo: Acti)
Quattro attori, un regista e un cimitero sconsacrato. Tavoli rotondi, cuochi e madonnine appese all’ingresso della cappella.
Ancora domani, martedì 16, e mercoledì 17 l’ex cimitero torinese di San Pietro in Vincoli ospita la “Cena al cimitero con le storie di spietata umanità”, organizzata da ACTI Teatri Indipendenti e Gaia-Ecobanqueting, nell’ambito di (E)state in Vincoli!, rassegna estiva che unisce performance teatrali, concerti e spettacoli circensi fino al 28 luglio.

San Pietro in Vincoli è il primo cimitero di Torino, costruito nel 1776 e già caduto in disuso nella prima metà dell’Ottocento, da qualche anno recuperato come spazio per attività culturali.
Il format dello spettacolo è simile a quello delle ‘cene con delitto’: gli interventi degli attori si alternano alle portate, ma stavolta senza colpevoli da scovare.

La spietata umanità è invece quella del drammaturgo rumeno, naturalizzato francese, Matei Visniec, la cui dissacrante critica al comunismo convive con lo sguardo tagliente rivolto alla nostra società.
Visniec, censurato in patria fino alla caduta di Ceausesco nel 1989, negli anni Ottanta ottenne asilo politico in Francia, dove tutt’oggi risiede. Fondamentale nella sua poetica è l’idea di ‘teatro decomposto’, delineata dall’autore nell’omonimo testo del 1996: le sue drammaturgie si fanno allora microtesti in sequenza successiva che, come frammenti di uno specchio esploso, toccherà al regista ricomporre, in un processo creativo con esiti sempre diversi. Lo spettacolo sfugge alle unità aristoteliche di tempo, spazio e azione, perdendo una struttura univoca e un significato organico in senso stretto.

Beppe Rosso, nell’ultima stagione in prima persona sulla scena torinese con “La Solitudine” di Beppe Fenoglio, dirige ora le storie di Visniec sperimentando appunto la strategia del teatro decomposto. E lo fa scegliendo i testi “Attention aux vieilles dames rongées par la solitude” (del 2004) e “La parola progresso suonava terribilmente falsa sulla bocca di mia madre” (del 2007).

Una coppia di massimi esperti d’accattonaggio che dispensa consigli, una prostituta silenziosa, due soldati, due donne balcaniche che col sorriso raccontano dell’infelicità dei loro mariti e una vergine incinta che aspetta l’apparizione della Madonna sono alcune tra le facce di un’umanità spietata che si tinge di colori violenti e paradossalmente ironici.
I personaggi sono carichi di segni grotteschi ma assolutamente reali, consumati dai tempi ma ancora affamati di vita.

Con un linguaggio crudo ed essenziale i loro racconti accompagnano il pasto di commensali assorti, spesso divertiti, a volte attoniti. L’interessante incontro artistico tra Visniec e Rosso sa ricostruire un quadro al limite dell’umano senza perdere in eleganza e leggerezza. I toni sono surreali, né si gode né si soffre.

Lorenzo Bartoli, Mario Pirrello, Francesca Porrini e Valentina Virando – provenienti dai circuiti di alcuni teatri stabili italiani – reggono le due ore di performance e rimediano all’imprevedibilità del pubblico senza mai far scemare la tensione scenica o perdere il filo del discorso.
I camerieri, a loro volta, ben si inseriscono nella performance: tutto è studiato perché nulla appaia estraneo a ciò che capita sulla scena.

Il menu a km 0 proposto dal team culinario Gaia-Ecobanqueting ha lo schietto sapore della natura. Quattro portate – due antipasti, un primo e un dolce – corrispondenti a tre differenti menu che si alternano nel corso delle nove repliche; ciascuno con un colore predominante: manco a dirlo, verde, bianco o rosso.

CENA AL CIMITERO con storie di spietata umanità
da Matei Visniec
regia: Beppe Rosso
con: Francesca Porrini, Lorenzo Bartoli, Mario Pirrello, Valentina Virando
ideazione scenica: Ricki Ferrero, Lucio Diana, Marco Ferrero
grazie a: Ornella Balestra, Monica Iannessi, Davide Bernardi, Debora Milone
cena realizzata da Gaia EcoBanqueting-Qubi

Visto a Torino, San Pietro in Vincoli, il 9 luglio 2013


 

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