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Al via Danae 2015, teatro totale che guarda all’Europa

I 10 Miniballetti di Francesca Pennini (photo: Luigi Gasparroni)

I 10 Miniballetti di Francesca Pennini (photo: Luigi Gasparroni)

Una ragguardevole solidità organizzativa per un festival che unisce linguaggi artistici eterogenei e si appresta a diventare maggiorenne. Danae Festival, crogiuolo creativo che anima l’autunno teatrale milanese, propone in questa diciassettesima edizione (al via domani) spettacoli che spaziano dalla danza alla performing art, dalla musica alla videoarte, al cinema.

Una rassegna ancora una volta orchestrata dal Teatro delle Moire, in particolare da Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani. Dal 27 ottobre al 14 novembre a Milano sarà possibile confrontarsi con nuove esperienze della scena contemporanea, rivolte ad un pubblico arguto, non necessariamente di nicchia, capace però d’apprezzare un’arte crossmediale irriducibile a generi troppo marcati.

Danae, la scaramanzia questa sconosciuta: 17 compagnie, 17 spettacoli, 51 artisti in totale: tre volte 17. Gli spazi coinvolti saranno invece undici, teatrali e non solo. Per un totale di 23 repliche, di cui cinque prime nazionali e un’anteprima. Inoltre, tre residenze artistiche, due masterclass, un workshop e una lectio rivolti in primis a studenti di danza, ma anche ai tanti non addetti ai lavori patiti di teatro contemporaneo e arti performative.

Ciò che anima questa rassegna è la logica del confronto: il rapporto quasi confidenziale con il pubblico; la volontà d’accogliere voci smaniose di innovarsi; l’incontro tra artisti e operatori, che diventa spazio per la riflessione, fucina di scelte meditate proiettate verso il domani.

Tradizionalmente collocato in primavera, quest’anno il festival si svolge tra ottobre e novembre, in concomitanza con l’apertura delle stagioni teatrali. I mesi passati sono stati dedicati a un’impegnativa campagna di crowdfunding, grazie a cui Danae ha raccolto nuove risorse e ha potuto testare la fiducia e il sostegno della comunità che lo segue.
“Come abbiamo sempre detto – spiegano De Santis e Cristiani – continueremo a fare questo festival finché riusciremo a trovare stimoli e motivazioni, e finché potremo innamorarci delle nostre visioni. Così abbiamo deciso di fare ancora uno sforzo e di affrontare una nuova sfida che ci consentisse di crescere, di ampliare i nostri orizzonti e quelli della nostra proposta”.

Danae 2015 diventa festival multidisciplinare, unico in Lombardia riconosciuto dal Ministero e dalla Regione. Si afferma sempre di più come un progetto internazionale, e da quest’anno presenterà anche una sezione dedicata alla musica sperimentale.
Un’occasione in più per dar linfa a un sottobosco artistico poco noto, in genere trascurato dai teatri tradizionali.

Danae Festival è inoltre partner della rete europea Open Latitudes, unione di nove strutture internazionali fra teatri e festival, attraverso cui porta avanti un progetto di residenza, coproduzione e codiffusione su scala internazionale.

La diciassettesima edizione, si diceva, presenta la novità della sezione dedicata alla musica, con la presentazione di tre progetti musicali innovativi.
L’installazione/spettacolo audio-performativa della durata di cinque ore di Alessandro Bosetti (7-9 novembre) è realizzata con performer non professionisti trovati in loco e formati attraverso un laboratorio di due giorni, ed è organizzata in collaborazione con O, vivace realtà del mondo creativo culturale milanese.
Camilla Barbarito, con il suo nome d’arte Nina Madù e le Reliquie Commestibili, ambizioso progetto cantautoriale, lancerà il suo nuovo album “Octopussa” (14 novembre)  negli spazi della discoteca Arizona 2000, in una serata animata dalla presenza delle Nina’s Drag Queens e dal djset notturno di Zingaro. Infine il Teatro Out Off darà spazio al milanesissimo e internazionale centro di ricerca musicale Agon, progetto di Giorgio Sancristoforo e Giuseppe Cordaro (3 novembre).

La sezione internazionale vedrà in scena lavori in prima nazionale che puntano a ibridare i linguaggi e incrociare diversi codici. La nuova tendenza estetica europea è proprio quella di votarsi a un’arte totale.
Da segnalare due artisti provenienti dal Belgio: la poliedrica Miet Warlop (27 ottobre), star per la prima volta in Italia, e David Weber-Krebs, di ascendenze tedesche, che presenta uno spettacolo con coinvolgimento performativo del pubblico (6 novembre). Dalla Grecia arriva invece la coreografa Medie Megas che sarà al festival con un solo di danza improvvisativa (7 novembre) preceduto, il 6, da una masterclass.

Nell’ambito della ricerca coreografica, ecco una schiera di giovani dal forte segno autoriale: Marco D’Agostin, Francesco Marilungo (8 novembre, coproduzione del festival) e Annamaria Ajmone (5 novembre). Più note al pubblico milanese, le esperte coreografe Marina Giovannini e Luisa Cortesi.
Torna a Milano anche Collettivo Cinetico (28-29 ottobre) guidato da Francesca Pennini (anch’essa coinvolta in una masterclass) e l’introspettivo Alessandro Bedosti (30 ottobre).

Danae sarà anche l’occasione per assistere a “Sante di Scena” (6 e 7 novembre), l’ultima produzione a cura dei padroni di casa Teatro delle Moire insieme all’artista/coreografa Cinzia Delorenzi, con la consulenza drammaturgica di Luca Scarlini, spettacolo vincitore del bando dei Teatri del Sacro 2015.

Scarlattine Teatro proporrà negli spazi del Café Gorille “Hamlet private” (10-12 novembre), incontro faccia a faccia attore-spettatore per scovare l’Amleto nascosto in ciascuno di noi con l’aiuto di un mazzo di carte.
A Zona K potremo assistere al lavoro che Milena Costanzo ha costruito sulla poetessa Emily Dickinson, coproduzione del festival (12-13 novembre), di cui la stessa Costanzo ci aveva parlato in una videointervista in primavera.

Infine, tra le compagnie più interessanti del panorama milanese nell’ambito della ricerca teatrale, Effetto Larsen debutterà in prima assoluta con “Functions” (31 ottobre e 1° novembre), sorta di gioco/spettacolo sul tema eterno dell’amore, coproduzione italiana 2015 della rete europea Open Latitudes.

Parallelamente, saranno messe in atto “buone pratiche” per avvicinare il pubblico attraverso varie attività di studio con gli artisti, una serie di workshop e masteclass ExtraDanae che intrecciano diverse arti: la coreografia e la fotografia di scena nel caso di Francesca Pennini di Collettivo Cinetico; la coreografia e la drammaturgia nel caso di Medie Megas; l’oralità e la performatività nel caso di Alessandro Bosetti.

Il marchio di Danae sta nel suo essere indecifrabile; nella sua mutevolezza linguistica e materiale, essendo un festival “fuori luogo”, dall’identità nomade, votato alla ricerca di spazi inconsueti e artisti borderline. Uno stock di progetti capaci non solo di dialogare con il territorio, ma anche di confondersi con la variegata architettura di una città dalle tante anime come Milano.

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