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Aladino e la lampada meravigliosa dei Fratelli Forman

Nonostante il passare degli anni, a Il Funaro di Pistoia permane immutata quell’atmosfera accogliente, distesa e gentile che fa sentire accolti ed accuditi. È un tempo di riposo, dove potersi godere uno spettacolo in pace, senza assilli di nessun genere e soprattutto in mezzo ad un pubblico che è tale. A questo si aggiunge una programmazione attentissima. Stagione dopo stagione, sempre pochi spettacoli scelti con gusto e con la voglia di offrire qualcosa di raro e soprattutto di non già visto.

Così è stato anche per la prima nazionale di “Aladino”, “spettacolo per bambini dai sei anni in su e per tutti” dei Fratelli Forman, figli del regista Miloš Forman, già ospiti del Funaro nel 2014 con “Obludarium”.

Per narrare le vicende del celeberrimo Aladino, partorito dalla callida Sherazad per sottrarsi alle leggi dello spietato re Šahriar, gli artisti praghesi si avvalgono di una scenografia sorprendente, un mix di marionette, luci, musica, colori, stoffe, ma soprattutto macchine teatrali “prodigiose”: cammelli a grandezza naturale che d’improvviso si trasformano in grotte ricolme di tesori, maghi oscuri ed orrendi dalle dimensioni gigantesche, oppure elefanti che trasmutano fra giochi di luci in palazzi reali, costruzioni da sogno dal sapore esotico, misterioso e lontano.

Certe magie scenografiche, con tutto ciò che ne consegue, il teatro le offre di rado. Ed è sorprendente assistere anche alle reazioni eterogenee dei bambini in prima fila, alcuni dei quali all’apparire della terribile figura dell’altissimo mago africano, fuggono in braccio ai genitori seduti nelle file più indietro oppure scoppiano in lacrime. Ma per fortuna l’happy end tutto appiana, e al momento degli applausi c’è pure il tempo, per i piccoli, di stringere la nera, gigantesca ed ossuta mano del cattivone e per osservare da vicino le macchinerie.

Ad un sguardo complessivo (d’adulto) la messinscena palesa alcuni punti deboli. Lo spettacolo risente di uno spazio troppo compresso, che ostacola i movimenti scenici, che ci saremmo aspettati impeccabili e invece hanno mostrato qualche inceppo di troppo. Non convince appieno neppure la voce narrante in scena, che il regista Matej Forman sceglie di affidare a Massimo Grigò, interprete che, senza nulla togliere alle doti d’attore, nella resa scenica mostra sfumature ed attitudini adatte forse più ad una trama in stile “Pinocchio”. Ma forse, per i piccoli spettatori, tutto ciò poco importa; quel che resta sono le incantate atmosfere de “Le mille e una notte”, libro che Marcel Proust affermava essere il più bello che avesse mai letto.

ALADINO
di Matej Forman
Narratore Massimo Grigò
Regia Matej Forman
Scenografia costumi e marionette Josef Sodomka, Andrea Sodomková & Matej Forman
Musica Daniel Wunsch
Coreografia Veronika Švábová
Luci Petr Goro Horký & Tomáš Morávek
Suono Philippe Leforestier
marionettisti Radim Klásek, Eleonora Spezi, Tereza Hradilková, Jan Bárta, Vít Maštalír, Miroslav Kochánek, Jan Niesyt
Direttore tecnico Josef Sodomka
Produttore esecutivo Jakub Hradilek
Costruzione e decorazione marionette Antonín Malon, Tereza Komárková, Martin Lhoták, Radomír Vosecký, Petr Horký, Vladimír Všetečka
Produzione Theatre Jeu de Paume | Aix en Provence e Pilsen 2015

durata: 52′
applausi del pubblico: 3′

Visto a Pistoia, Il Funaro, il 25 novembre 2017
Prima nazionale

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