Mancanza d’idee per una pièce? Google può venire in soccorso. È quanto sperimentato da Alfredo Sanzol, drammaturgo e regista spagnolo 35enne che, due anni fa, incappò in un periodo d’impasse creativa. Il regista, ha raccontato ieri il quotidiano iberico El Pais, si trovò solo davanti al titolo di un’opera: Risate e distruzione. Null’altro. Per non rinunciare al progetto avrebbe dovuto scrivere qualcosa a partire da queste tre parole.
Un giorno, casualmente, si ricordò delle potenzialità di Google, e decise di immettere il titolo per vedere cosa ne sarebbe uscito. Fu, per lui, una folgorazione. Trovò così tanto materiale da decidere che, con quello, avrebbe scritto lo spettacolo.
Accolto calorosamente dal pubblico madrileno nel 2006, il successo portò Sanzol a decidere di proseguire in quella che sarebbe stata solo la prima parte di una trilogia ispirata a Google. L’idea di “pura investigazione”, così l’ha definita Sanzol, consiste nel raccogliere tutte le informazioni che il motore di ricerca di Google trova immettendo il titolo di un suo progetto. Dai risultati l’autore spagnolo elabora un enorme dossier che, con il lavoro, trasformerà in testo drammaturgico.
Da questo processo anche il secondo spettacolo, che ha debuttato ieri nella capitale spagnola e rimarrà in scena fino al 4 maggio. Il nuovo lavoro, prodotto dal Centro Drammatico Nacional, ha come tematica centrale l’identità, tanto che i cinque attori sul palco interpretano 38 personaggi diversi, in un multiforme cambio d’identità che può rappresentare la vita di ognuno.
Ma Sanzol sta già pensando al prossimo spettacolo, che avrà per titolo le parole della canzone con cui si chiude la seconda parte della trilogia: Giorni stupendi.
E che ne esce dalla ricerca su Google immettendo queste parole? “Tutti parlano di cose che hanno a che fare con la libertà che donano i viaggi e le vacanze – ha rivelato l’autore a El Pais – Giorni stupendi quasi sicuramente tratterà della relazione tra l’ozio e la libertà”.