Approda ad Ancona, a quattro anni dal debutto, l’”Amleto” di Francesca Pennini e del suo Collettivo Cinetico, rivisitazione in chiave “talent show” del dramma shakesperiano, una scelta particolare per misurarsi con questo dramma affrontato e rivisto da tantissimi interpreti nei corso dei suoi secoli di storia.
Quattro candidati, scelti tramite una call, ignari di tutto al di fuori di un manuale di istruzioni inviato via mail, si sfidano sul palcoscenico per assurgere al ruolo appunto di Amleto.
Le prove a cui vengono chiamati da una voce fuori campo sono mutuate dal dramma stesso: interpretare e quindi ripetere una sequenza di gesti indicati da Shakespeare nei vari atti della sua opera (morire come pensano che morirebbero i personaggi principali della vicenda, Gertrude, Claudio e il principe stesso, recitare in diversi modi il brano di Pirro declamato dalla compagnia di attori arrivati alla corte di Elsinore).
Il pubblico, grazie a un applausometro, determina il vincitore di ogni sfida, fino a che l’ultimo concorrente rimasto in gara viene chiamato a doppiare, esclusivamente con la mimica corporea, una delle varie interpretazioni fatte da grandi attori del famoso monologo “Essere non essere”; nella serata anconetana la scelta è ricaduta su quella di Albertazzi.
Cosa resta allora di Amleto in questa messa in scena? Restano i continui rimandi al senso del dramma: il dubbio che è perdita di identità, che è continuo contorcersi nell’incertezza. Così ai candidati è richiesto di togliersi gli abiti, i visi sono sempre coperti – prima da sacchetti di carta, poi da maschere da scherma nere -; le danze muscolari dei quattro aiutanti in scena, che fungono da siparietto tra le diverse prove, così come ogni loro spostamento, sono vincolate da elastici che li tengono legati in continua tensione fra loro, o a una struttura situata a lato del palcoscenico; la morte che aleggia su tutto, con i corpi dei candidati eliminati che rimangono a terra.
Nel finale la visione si ricompone; la leggerezza da talent show televisivo, moda che ci ha abituato ad un intimo e privato “messo in piazza” per un dichiarato desiderio di mostra di sé, permettendo al pubblico di affacciarsi sulle proprie fragilità e riderne, cede il passo alla ripetizione della scena iniziale, una corsa costretta nella forma del cerchio dagli elastici con cui i danzatori/aguzzini erano legati tra di loro.
Il vincitore del talent show, ormai completamente omologato nell’aspetto viene costretto nella stessa corsa.
Siamo tutti Amleto, costretti nel contorcimento del dubbio per tutta la vita?
AMLETO
concept_regia_voce Francesca Pennini
drammaturgia Angelo Pedroni_Francesca Pennini
azione_creazione Carmine Parise_Angelo Pedroni_Stefano Sardi
azione_recitazione 4 candidati in competizione per il ruolo di Amleto
musica Dmitri Shostakovich
assistenza organizzativa Carmine Parise
consulenza tecnica_programmazione applausometro Simone Arganini_Roberto Rettura
co-produzione CollettivO CineticO_Teatro Franco Parenti
durata: 60′
applausi del pubblico: 1’ 30”
Visto ad Ancona, Teatro Sperimentale, il 17 marzo 2018