Prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, un viaggio musicale e lirico che va dal Portogallo all’Angola fino a Capo Verde
L’ultimo spettacolo di Pippo Delbono è un viaggio nelle lande imperscrutabili di “Amore”, “vero e proprio ingranaggio nell’organismo umano” che filtra, attraversa e si fa attraversare da tutto ciò che incontriamo e con cui ci scontriamo.
Comincia dal Portogallo, tra fado e poesia, per poi attraversare Capo Verde, Angola e Messico. Perché, come ascoltiamo dalle parole del poeta brasiliano Carlos D. De Andrade, citate dal regista, «che altro può una creatura se non amare/ tra creature, amare?».
“Amore” è un canto disperato, un inno al sentimento/motore che lega e attraversa ogni essere umano e Pippo Delbono, con uno dei lavori più convincenti degli ultimi anni, ne è l’aedo disperato e potente, umile dinnanzi alla sua forza ma prepotente nel cantarlo e nell’esibirlo in tutta la sua necessità, in tutta la sua sofferenza e disperazione di resa.
Delbono è seduto in fondo alla platea, in un elegante completo bianco, illuminato da una lucina, ed ogni tanto fa risuonare parole dense che ci lasciano attoniti e ammaliati. Sono le parole di grandi poetesse e poeti di tutto il mondo. Egli si carica sulle spalle il peso e la potenza di liriche che, nella sua bocca, assumono la verità della vita.
Unico elemento di scena è un albero senza foglie, forse simbolo di una mancanza, di un lutto che Delbono infine confessa di aver attraversato e con il quale si trova ancora a fare i conti.
Tuttavia il lacerto autobiografico non è esibizione di sé ma, come la partitura di poesie e canzoni che struttura il lavoro, viene piuttosto ad essere sentimento universale e condiviso, che a tutti appartiene.
Elemento drammaturgico fondante è il fado, con due artisti d’eccezione come Miguel Ramos e Pedro Jóia, ai quali si aggiunge l’ammaliante voce della cantante angolana Aline Frazão: un’intensa drammaturgia musicale che fa detonare luci e spazio scenico, che incantano il numeroso pubblico pratese.
Rimangono negli occhi quadri bellissimi, dove figure solitarie vengono attraversate da tagli di luce che rimandano alla meraviglia e alla forza di un impulso che ci pervade e ci lascia sbigottiti.
Quadri talora potentissimi, talora detonanti nel cuore, talora a fare da sfondo a straordinarie scene di gruppo, che ci conducono per mano in luoghi onirici e geografici sparsi nel mondo.
Un viaggio nell’amore che arriva a incrociare anche la morte, come accade in Messico. Testimone ne è un quadro straordinario, danza ritmica di donne vestite di bianco, che si manifestano come vestali di Eros e Tanatos sul palco.
Alla fine Delbono guadagna lentamente il palco e si sdraia sotto l’albero a dormire. Calano le luci; il dopo è un trionfo di applausi.
AMORE
uno spettacolo di Pippo Delbono
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Aline Frazão, Mario Intruglio, Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella
musiche originali di Pedro Jóia e di autori vari
collaboratori artistici Joana Villaverde (scene), Elena Giampaoli (costumi), Orlando Bolognesi (luci), Tiago Bartolomeu Costa (consulenza letteraria)
suono Pietro Tirella
produttore esecutivo Emilia Romagna Teatro Fondazione
co-produttori associati São Luiz Teatro Municipal – Lisbona, Pirilampo Artes Lda, Câmara Municipal de Setúbal, Rota Clandestina, República Portuguesa – Cultura / Direção-Geral das Artes (Portogallo), Fondazione Teatro Metastasio di Prato (Italia)
co-produttori Teatro Coliseo, Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires e ItaliaXXI – Buenos Aires (Argentina), Comédie de Genève (Svizzera), Théâtre de Liège (Belgio), Les 2 Scènes – Scène Nationale de Besançon (Francia), KVS Bruxelles (Belgio), Sibiu International Theatre Festival/Radu Stanca National Theater (Romania)
con il sostegno del Ministero della Cultura (Italia)
durata: 1h
applausi del pubblico: 5’
Visto a Prato, Teatro Metastasio, il 17 febbraio 2022